Poor Cow è un film del 1967 diretto da Ken Loach e basato sull'omonimo romanzo di Nell Dunn.
Poor Cow | |
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Titolo originale | Poor Cow |
Paese di produzione | Regno Unito |
Anno | 1967 |
Durata | 101 min |
Genere | drammatico |
Regia | Ken Loach |
Soggetto | Nell Dunn |
Sceneggiatura | Nell Dunn e Ken Loach |
Fotografia | Brian Probyn |
Montaggio | Roy Watts |
Musiche | Donovan |
Scenografia | Bernard Sarron |
Trucco | Betty Glasow, Paul Rabiger |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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«Tutto quello che occorre a una donna si riduce a un uomo, un bambino e un paio di stanze decenti in cui abitare...» |
(Joy) |
La diciottenne Joy fugge di casa per stare con Tom, un giovane ladro con cui ha presto un figlio e che si rivela violento, abusando di lei fisicamente e psicologicamente. Quando Tom viene condannato a quattro anni di carcere per una tentata rapina, Joy si trasferisce dapprima dalla zia Emm, una vecchia prostituta, e poi da Dave, un amico di Tom, che si mostra particolarmente tenero con Johnny. L'idillio tra Joy e Dave è destinato tuttavia a durare poco, in quanto l'uomo si ritrova a dover scontare una pena di dodici anni di prigione per aver organizzato un furto di gioielli. Joy decide comunque di aspettarlo, gli scrive, avvia le procedure di divorzio da Tom e si mantiene come può, sfruttando per bisogno il suo corpo.
Finché Tom non esce di prigione, e allora Joy torna dall'uomo che è pur sempre il padre del suo bambino. Una sera Tom la picchia e Joy si allontana, per poi rientrare in casa e scoprire che il bambino non è più lì. Dopo una frenetica ricerca, lo rintraccia in un cantiere e a quel punto comprende quanto sia importante per lei Johnny, che, se non avesse avuto questo figlio, sarebbe finita «a fare la prostituta», e accetta di restare con Tom, sempre desiderando però in cuor suo di poter un giorno vivere felice accanto all'amato Dave.
I titoli accreditano la colonna sonora interamente a Donovan, ma in realtà solo tre sono le canzoni da lui scritte: una che riprende il titolo del film, Be not too hard e Colours, cantata nel lungometraggio da Terence Stamp. Le altre canzoni sono brani pop degli anni '60.
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