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Porte aperte è un film di Gianni Amelio del 1990, ispirato all'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia pubblicato nel 1987.

Porte aperte
Gian Maria Volonté in una scena del film
Titolo originalePorte aperte
Paese di produzioneItalia
Anno1990
Durata108 min
Generedrammatico
RegiaGianni Amelio
SoggettoLeonardo Sciascia
SceneggiaturaGianni Amelio, Vincenzo Cerami, Alessandro Sermoneta
ProduttoreAngelo Rizzoli
Produttore esecutivoDino Di Dionisio, Conchita Airoldi
Casa di produzioneErre Produzioni, Urania Film, Istituto Luce, Rai Radiotelevisione Italiana, Rai 2
Distribuzione in italianoItal Noleggio Cinematografico
FotografiaTonino Nardi
MontaggioSimona Paggi
MusicheFranco Piersanti
ScenografiaFranco Velchi
CostumiGianna Gissi
TruccoAlberto Blasi
Interpreti e personaggi
  • Gian Maria Volonté: giudice Vito Di Francesco
  • Ennio Fantastichini: Tommaso Scalia
  • Renzo Giovampietro: presidente Sanna
  • Renato Carpentieri: Consolo
  • Tony Palazzo: l'autista
  • Tuccio Musumeci: avvocato Spatafora
  • Silverio Blasi: procuratore
  • Giacomo Piperno: avvocato difensore
  • Lydia Alfonsi: marchesa Anna Pironti
  • Francesco Sineri: Peppuccio
  • Nicola Badalucco: dottor Canillo
  • Vittorio Zarfati: il cancelliere

Il film è stato presentato nella Quinzaine des Réalisateurs al 43º Festival di Cannes.[1]


Titolo


Il titolo del film riprende quello del libro, e in una scena del film si comprende chiaramente il significato dell'espressione, quando si fa riferimento alla propaganda fascista. Secondo quest'ultima, la pena di morte sarebbe stata un deterrente sufficiente a garantire agli italiani di poter vivere con le "porte aperte" anche di notte. Una tesi che viene messa in dubbio dal protagonista del film in una discussione con un collega.


Trama


Nella Palermo degli anni trenta un giudice, Vito Di Francesco, tenta a suo modo di opporsi, a termini di legge, alla condanna a morte di Tommaso Scalìa, ormai destinato alla pena capitale per aver ucciso, nello stesso giorno, con una baionetta il suo ex datore di lavoro, avvocato Spatafora ed un ex collega, nonché la moglie, con una pistola. Il giudice si scontra con i poteri dello Stato e con lo stesso imputato il quale, invece, chiede di essere fucilato. Nonostante tutto, Di Francesco riesce ad ottenerne l'ergastolo, poiché non crede nell'efficacia della pena di morte e giudica tale pena più crudele degli stessi omicidi commessi dall'accusato. Per il suo gesto, non gradito alle gerarchie, Di Francesco verrà trasferito per punizione in una pretura di scarso rilievo e la sua carriera sarà rovinata. Il film si conclude con la scritta in cui si riferisce che Scalìa verrà condannato a morte in appello e fucilato.


Riconoscimenti



Note


  1. (FR) Quinzaine 1990, su quinzaine-realisateurs.com. URL consultato il 27 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2015).
  2. Enrico Lancia, Ciak d'oro, su books.google.it. URL consultato il 13/04/20.

Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Offene Türen

Offene Türen (Originaltitel: Porte aperte) ist ein Drama des Regisseurs Gianni Amelio aus dem Jahr 1990. Der Film entstand nach dem gleichnamigen Roman von Leonardo Sciascia. Erstmals gezeigt wurde er bei der Quinzaine des Réalisateurs während der 43. Filmfestspiele von Cannes.[1]

[en] Open Doors (film)

Open Doors (Italian: Porte aperte) is a 1990 Italian film directed by Gianni Amelio. Set in Palermo in the 1930s, a judge who is morally against the death penalty is confronted with the case of a man who has murdered his wife and two colleagues in cold blood. Opposed by both the fascist government and public opinion, he struggles to do what he believes is right. Based on a 1987 novel, "Porte Aperte", by Leonardo Sciascia. The film was selected as the Italian entry for the Best Foreign Language Film at the 63rd Academy Awards.[2]
- [it] Porte aperte (film)

[ru] Открытые двери (фильм, 1990)

«Открытые двери» (итал. Porte aperte) — кинофильм, драма режиссёра Джанни Амелио, вышедшая на экраны в 1990 году. Экранизация одноимённого романа Леонардо Шаши.



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