Poveri ma belli è un film del 1957 diretto da Dino Risi. È il primo film della trilogia che comprende anche Belle ma povere del 1957 e Poveri milionari del 1959.
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Poveri ma belli | |
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Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1957 |
Durata | 101 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,37:1 |
Genere | commedia |
Regia | Dino Risi |
Soggetto | Dino Risi |
Sceneggiatura | Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Dino Risi |
Produttore | Silvio Clementelli |
Casa di produzione | Titanus, S.G.C. |
Distribuzione in italiano | Titanus |
Fotografia | Tonino Delli Colli |
Montaggio | Mario Serandrei |
Musiche | Giorgio Fabor |
Scenografia | Piero Filippone |
Costumi | Beni Montresor |
Trucco | Otello Fava |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Il film è stato poi selezionato tra i 100 film italiani da salvare.[1]
Romolo e Salvatore sono due giovani, belli e solari, che hanno vissuto a stretto contatto sin da bambini, abitando nello stesso palazzo nel centro di Roma, un edificio popolare a piazza Navona. Romolo lavora come commesso nel negozio di dischi dello zio; Salvatore fa il bagnino sul lungo Tevere. Entrambi ne approfittano per corteggiare tutte le belle ragazze che capitano da loro.
Una mattina, mentre vanno a lavorare, i due amici si imbattono in Giovanna, una bellissima ragazza, con un seno sempre in mostra, che lavora nel negozio di sartoria per uomini del padre. I due provano a corteggiarla, ma lei si fa beffe di loro. Poche ore dopo, però, Romolo la rivede e, con il pretesto di farsi fare un vestito, inizia a familiarizzare con lei. Il pomeriggio, è il turno di Salvatore: passa davanti alla sartoria e si offre di accompagnare Giovanna a casa. Il fatto è che ad entrambi lei dà appuntamento per la sera, allo stesso posto.
Dopo lo scorno iniziale, i due decidono di passare entrambi la serata con lei. Salvatore è più intraprendente e riesce a strappare un bacio a Giovanna. Romolo, più introverso, lascia inizialmente il campo all'amico; ma dopo il ballo torna sotto e strappa anche lui un bacio. Giovanna gioca con i due amici, dispensando baci e mostrando ritrosìe improvvise; e la rivalità fra i due inizia a mettere in crisi la loro amicizia. È Romolo il primo ad avere la meglio, fidanzandosi ufficialmente con Giovanna. Ma Salvatore non si dà per vinto e tenta di tutto per distogliere Giovanna dal rivale. E alla fine riesce a far pendere i favori della ragazza dalla sua parte.
Dopo aver vissuto un breve fidanzamento con entrambi i ragazzi, Giovanna si rende conto di essere ancora innamorata del suo ex, Ugo, che incontra nello stabilimento balneare "Il Ciriola" sulle sponde del Tevere, dove Salvatore fa il bagnino. Rimasti soli i due ragazzi si accorgono dell'amore provato nei loro confronti dalle rispettive sorelle, Marisa ed Annamaria. Salvatore s'innamorerà della sorella di Romolo e Romolo di quella di Salvatore.
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Inizialmente era stato espresso interesse alla produzione da Carlo Ponti. In quella fase, i tre protagonisti sarebbero dovuti essere Walter Chiari, Ugo Tognazzi e Sophia Loren[2]. Fu invece prodotto da Silvio Clementelli, per conto di Titanus, con protagonisti Maurizio Arena, Renato Salvatori e Marisa Allasio. Il film fu girato nell'estate del 1956, per gli interni negli studi Titanus alla Farnesina, e per gli esterni intorno a Piazza Navona, dove si trova la sartoria di Giovanna, oltre che nel barcone dello Stabilimento balneare sul Tevere Il Ciriola, già luogo di alcune sequenze del film Vacanze romane del 1953.
La pellicola venne proiettata nelle sale, in prima, all'inizio del gennaio 1957.
«È il primo di una serie di film di facile successo, interpretati da giovani attori, quasi sempre gli stessi, ambientati nella Roma popolare di oggi, con episodi e episodietti comici e sentimentali, realizzati tuttavia con un certo gusto satirico e una vena umoristica che non dispiace. Risi come in quegli anni Comencini, Bolognini e altri, sa trattare la materia leggera appunto in maniera leggera, raramente cadendo nel lazzo volgare, e il divertimento c'è, anche se denuncia una totale abdicazione contenutistica nei confronti della realtà umana e sociale contemporanea...» |
(Gianni Rondolino, Catalogo Bolaffi, II volume, 1956/1965) |
L'incasso accertato, sino a tutto il 30 giugno 1965, fu di 996 025 603 lire.
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