Rain Man - L'uomo della pioggia (Rain Man) è un film del 1988, diretto da Barry Levinson ed interpretato da Tom Cruise e Dustin Hoffman, vincitore dell'Orso d'oro al Festival internazionale del cinema di Berlino nel 1989. Il film si è anche aggiudicato quattro Premi Oscar: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura originale.[1][2]
Disambiguazione – Se stai cercando il film del 1997 di Francis Ford Coppola, vedi L'uomo della pioggia - The Rainmaker.
Rain Man - L'uomo della pioggia
Dustin Hoffman e Tom Cruise mentre giocano a blackjack
A Los Angeles, Charlie Babbitt, un venditore di auto di lusso, apprende che quattro Lamborghini, che deve consegnare a degli acquirenti impazienti che hanno già effettuato acconti al fine di rimborsare il prestito che ha preso per acquistare le auto, sono state trattenute al porto a causa del mancato rispetto delle normative antinquinamento. Charlie ordina a un dipendente di mentire agli acquirenti, e, preoccupato delle conseguenze, parte comunque per un viaggio nel weekend con la sua collega e fidanzata Susanna. Durante il viaggio, già funestato dalle ripetute discussioni tra i due, Charlie riceve una telefonata dalla quale apprende che suo padre, con cui non aveva rapporti da anni, è morto a Cincinnati. Lui e Susanna volano lì per partecipare al funerale.
Charlie viene a sapere che il padre gli ha lasciato solo una Buick Roadmaster del 1949 (che Charlie aveva già guidato senza permesso a 16 anni, una scappatella che gli è costata due notti in carcere e l'allontanamento da suo padre) e alcuni cespugli di rose, mentre il resto del patrimonio (circa 3 milioni di dollari) è stato lasciato in eredità a un fiduciario senza nome. Scopre poi che l'unico erede del patrimonio familiare è il fratello maggiore Raymond, un uomo autistico, di cui ignorava l'esistenza. Sentitosi tradito dal genitore e indebitato sul lavoro, decide di sequestrare Raymond dalla clinica psichiatrica di Wallbrook in cui è ricoverato, nella speranza di diventarne il tutore e prendere quindi possesso del patrimonio paterno. Dopo il rapimento, Charlie propone al dottore che segue Raymond di riportarlo a Wallbrook, ricevendo in cambio la metà del patrimonio.
Il medico non accetta e Charlie prosegue nel suo intento di portare il fratello con sé esclusivamente per i soldi mentre Susanna, che al contrario prova molta empatia per Raymond, esasperata e disgustata dal cinismo e dall’insensibilità di Charlie, non vuole essere coinvolta e lo abbandona; i due fratelli così proseguono da soli il viaggio, interamente in auto perché Raymond ha paura di viaggiare in aereo. Durante il viaggio verso Los Angeles, Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo sì affetto da una patologia ma dotato di un'estrema sensibilità, un'incredibile memoria e grande capacità di calcolo. Così, giorno dopo giorno, Charlie si affeziona al fratello scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava Rain Man (storpiatura del nome Raymond) e pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altro che suo fratello, del quale è stato privato per tutti questi anni. Infatti i suoi genitori l'avevano portato in clinica per evitare che potesse accidentalmente fare del male a Charlie.
Coi debiti fino al collo, Charlie trova un modo per usare la memoria di Raymond. Giunti a Las Vegas, Charlie ha la discutibile idea di farlo giocare al tavolo verde cercando di ricavarne ottime vincite. Grazie a Raymond, Charlie vince più di 80.000 dollari, potendo così ripianare i suoi debiti, ma venendo cacciato a vita dal casinò per presunto imbroglio. Infine riceve la visita del dottor Bruner, giunto a Las Vegas per il giudizio sull'assegnazione della tutela di Raymond insieme a un altro specialista che deve valutare il fratello di Charlie. Le cose non vanno come sperato da Charlie, il quale deve rassegnarsi al ritorno di Raymond nella clinica dove era in cura e alla perdita della tutela. Tuttavia, essendosi ormai affezionato al fratello, promette di tornarlo a trovare ogni volta che ne avrà occasione.
Produzione
Le riprese durarono poco meno di tre mesi, dal 2 maggio al 28 luglio 1988. Alcune scene del film vennero girate nel deserto vicino a Palm Springs, in California.
Poiché quasi tutte le riprese si verificarono nel corso di uno sciopero degli sceneggiatori, una scena chiave che risentì della mancanza di sceneggiatori fu proprio la scena finale del film. Ironia della sorte volle che questa scena rimase storica perché costituisce la vera catarsi di Charlie nei confronti del ritrovato fratello Raymond.
Cast
In origine il film avrebbe dovuto essere diretto da Steven Spielberg, ma il regista dovette rinunciare poiché impegnato con Indiana Jones e l'ultima crociata.[3] Anche Martin Brest e Sydney Pollack furono presi in seria considerazione per il film, ma la scelta ricadde infine su Barry Levinson.
Anche per i ruoli dei due attori protagonisti vennero presi in considerazione vari attori. Inizialmente, infatti, si pensava a Bill Murray per la parte di Raymond e Dustin Hoffman nei panni di Charlie Babbitt. Quest'ultimo, però, dopo aver conosciuto la realtà delle persone autistiche, frequentando un istituto specializzato, optò per interpretare Raymond. Così per Charlie la scelta ricadde sul giovane Tom Cruise, reduce dal successo di Top Gun.
Il regista Barry Levinson compare in un cameo, verso la fine della pellicola, nei panni di un medico fiscale.
Colonna sonora
Lo stesso argomento in dettaglio: Rain Man (colonna sonora).
Accoglienza
Uscito negli Stati Uniti il 16 dicembre 1988, il film fu un grandissimo successo al botteghino. Contro un budget di circa 25 milioni di dollari, la pellicola ne incassò oltre 350 a livello mondiale,[4] di cui 170 in patria, rivelandosi il maggiore successo economico del 1988.[5] In Italia arrivò nei cinema dal 3 marzo 1989 e fu il 2º film per incassi della stagione 1988-89, alle spalle di Chi ha incastrato Roger Rabbit.[6]
La pellicola ebbe anche un riscontro positivo da parte della critica, che elogiò in particolare la difficile interpretazione di Dustin Hoffman e la sceneggiatura originale di Ronald Bass e Barry Morrow.
Riconoscimenti
1989 - Premio Oscar
Miglior film a Mark Johnson
Migliore regia a Barry Levinson
Miglior attore protagonista a Dustin Hoffman
Migliore sceneggiatura originale a Ronald Bass e Barry Morrow
Candidatura alla migliore fotografia a John Seale
Candidatura alla migliore scenografia a Ida Random e Linda DeScenna
Candidatura al miglior montaggio a Stu Linder
Candidatura alla miglior colonna sonora a Hans Zimmer
1989 - Golden Globe
Miglior film drammatico
Miglior attore in un film drammatico a Dustin Hoffman
Candidatura alla migliore regia a Barry Levinson
Candidatura alla migliore sceneggiatura a Ronald Bass e Barry Morrow
1990 - Premio BAFTA
Candidatura al miglior attore protagonista a Dustin Hoffman
Candidatura alla migliore sceneggiatura originale a Ronald Bass e Barry Morrow
Candidatura al miglior montaggio a Stu Linder
1989 - Festival internazionale del cinema di Berlino
Orso d'Oro a Barry Levinson
Premio Speciale a Barry Levinson
1988 - Chicago Film Critics Association Award
Candidatura al miglior attore protagonista a Dustin Hoffman
1990 - Premio César
Candidatura al miglior film straniero a Barry Levinson
1989 - David di Donatello
Miglior film straniero a Barry Levinson
Miglior attore straniero a Dustin Hoffman
Candidatura al miglior regista straniero a Barry Levinson
Candidatura al miglior produttore straniero a Mark Johnson
Candidatura alla miglior sceneggiatura straniera a Barry Morrow e Ronald Bass
1989 - Nastro d'argento
Candidatura al regista del miglior film straniero a Barry Levinson
Candidatura alla miglior attrice non protagonista a Valeria Golino
1989 - Ciak d'oro
Miglior film straniero
1989 - Kansas City Film Critics Circle Award
Miglior film
Migliore regia a Barry Levinson
Miglior attore protagonista a Dustin Hoffman
Miglior attore non protagonista a Tom Cruise
1990 - Awards of the Japanese Academy
Candidatura al miglior film straniero
1988 - BMI Film & TV Award
Miglior colonna sonora a Hans Zimmer
1989 - Eddie Award
Miglior montaggio a Stu Linder
1989 - American Society of Cinematographers
Candidatura alla migliore fotografia a John Seale
1989 - DGA Award
Miglior regia a Barry Levinson, Gerald R. Molen, David McGiffert, Cara Giallanza e Cherylanne Martin
1990 - Mainichi Film Concours
Miglior film straniero a Barry Levinson
1988 - New York Film Critics Circle Award
Candidatura al miglior attore protagonista a Dustin Hoffman
1989 - People's Choice Award
Miglior film drammatico
1989 - WGA Award
Candidatura alla miglior sceneggiatura a Ronald Bass e Barry Morrow
1991 - Golden Screen
Golden Screen con una stella
1989 - Golden Screen
Golden Screen
1989 - Jupiter Award
Miglior film internazionale a Barry Levinson
1990 - Kinema Junpo Award
Miglior film straniero a Barry Levinson
1989 - National Society of Film Critics Award
Candidatura al miglior attore protagonista a Dustin Hoffman
1989 - Nikkan Sports Film Award
Miglior film straniero
Impatto mediatico
Un film di Bollywood del 2008, Yuvvraaj, è liberamente ispirato a questo film.
Nel film Una notte da leoni, Alan (Zach Galifianakis) impara a contare le carte da un libro dicendo di essere diventato come Raymond. Più avanti lui (che indossa un completo identico a quello di Raymond) e Phil (Bradley Cooper) giocano ai tavoli di blackjack nel casinò presso il Caesars Palace, omaggiando chiaramente la pellicola.
Curiosità
Il personaggio di Raymond è stato ispirato alla figura di Kim Peek.[3]
Nella scena iniziale del film le prime quattro cifre presenti sul parabrezza dell'auto rossa sono rispettivamente giorno, mese e anno di nascita di Tom Cruise (3 luglio 1962).
Nell'episodio "$pringfield" della quinta stagione della serie "I Simpson", vi è una parodia del film: si vedono infatti Raymond e Charlie nel casinò del Sig. Burns, in procinto di lasciare il tavolo da gioco dopo l'ennesima vincita, quando Homer, nelle vesti di croupier di Blackjack, tenta di fermarli pregando Ray di fare di nuovo "quella cosa con le carte" (riferendosi alle impressionanti capacità di conteggio del savant), mettendolo notevolmente in agitazione. Nella versione italiana del brevissimo cameo Raymond è, peraltro, doppiato da Ferruccio Amendola, che presta la sua voce anche a Dustin Hoffman nel film.
Nel libro "Harry Potter e l'ordine della Fenice" (e nel film tratto dal libro), alla richiesta di come fosse stato il bacio con Cho Chang, Harry si limita a rispondere "Umido", esattamente come Raymond dopo il bacio in ascensore con Susanna.
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