Soldati - 365 all'alba è un film del 1987 diretto da Marco Risi. L'opera tratta le vicissitudini di alcuni giovani durante il servizio militare di leva in Italia.
Soldati - 365 all'alba | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 1987 |
Durata | 116 min (versione cinematografica) 163 min (versione televisiva) |
Rapporto | 1,78:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Marco Risi |
Soggetto | Marco Modugno |
Sceneggiatura | Marco Modugno, Furio Scarpelli, Marco Risi, Stefano Sutriė |
Produttore | Claudio Bonivento |
Casa di produzione | Reteitalia, Numero Uno Cinematografica |
Distribuzione in italiano | C.I.D.I.F. |
Fotografia | Giuseppe Berardini |
Montaggio | Claudio Di Mauro |
Effetti speciali | Celeste Battistelli |
Musiche | Manuel De Sica |
Scenografia | Massimo Spano |
Costumi | Roberta Guidi Di Bagno |
Interpreti e personaggi | |
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Dopo il mese di addestramento, un gruppo di ragazzi appartenenti al terzo scaglione del 1987, viene trasferito al 47º Battaglione di Pontebba, soprannominato il Fort Apache, a causa della rigida disciplina militare e il violento nonnismo presenti al suo interno, in Regione Friuli-Venezia Giulia, ai confini con l'allora Jugoslavia. Arrivati a destinazione, vengono inquadrati nella 2ª compagnia bis, comandata dal tenente Armando Fili, un fanatico della disciplina militare, ma allo stesso tempo insicuro di sé e ossessivamente geloso della giovane moglie Anna.
Il tenente viene a conoscenza che tra i soldati vi è un giovane romano, Claudio Scanna, che prima dell'arruolamento ha subito una condanna di sei mesi per rissa ed egli teme che questi possa creare problemi all'interno della caserma. Il rapporto tra i due degenera a seguito di un episodio avvenuto durante la notte precedente al congedo dell'ultimo scaglione: Scanna, precedentemente preso di mira dal "nonno" capo stecca toscano Buzzi, viene fatto oggetto di atti di nonnismo e, recatosi dal tenente per denunciare l'accaduto, trova il suo ufficio vuoto, poiché questi ha abbandonato il servizio per controllare i movimenti della moglie presso una distante festa. Scanna deciderà perciò di farsi giustizia da solo picchiando il sopracitato Buzzi.
L'accaduto costerà al soldato due mesi di consegna di rigore, ma impedirà anche all'ufficiale Fili la promozione a capitano ed il trasferimento presso un comando NATO a Udine. Il tenente, ritenendo Scanna responsabile del suo fallimento, sfogherà su di lui la sua frustrazione, aumentata anche dopo essere stato abbandonato dalla moglie, oramai insofferente alle problematiche del marito. Così, dopo quasi un anno di angherie, Fili compie un estremo tentativo per rovinare il ragazzo, sottraendogli l'arma con l'inganno durante un servizio di guardia notturno: Scanna reagisce, colpendo il tenente al volto e, quando questi gli chiede di sparargli, il soldato esplode un colpo in aria. La conseguente inchiesta disciplinare costringe Fili a una lunga licenza.
Tuttavia, l'ultima notte di servizio, la notte del congedo, mentre i soldati stanno festeggiando, la caserma viene messa in stato d'allarme e i soldati imbarcati in assetto da guerra su di un G-222 dell'aeronautica, che decolla con una destinazione ignota, ma che si intuisce essere verso i Balcani (il velivolo vira sul Mar Adriatico verso il sole nascente), ma potrebbe essere anche collegata alle operazioni della potenziale guerra in Libia del 1986, citate nelle notizie di un telegiornale a circa metà del film. Alla domanda di Scanna se si tratti di un'esercitazione, il tenente Fili, evidentemente richiamato d'urgenza al suo ruolo, abbozza un sorriso senza rispondere.
Nel cast ci sono gli esordienti Manlio Dovì (in seguito imitatore del Bagaglino) e Pietro Ghislandi, entrambi rivelatisi nell'edizione 1986/1987 di Fantastico. Angelo Cabiddu - che nel film interpreta sé stesso - lavorava come cameriere in un ristorante sardo di Roma e fu incluso "a vista" nel cast da Risi, senza audizione alcuna.[1]
A causa delle polemiche in cui era piombato il servizio militare di leva in Italia a metà degli anni ottanta, particolarmente funestato da episodi di suicidi e di nonnismo e che ispirò anche il tema del film, lo stesso Ministero della difesa, nelle sue più alte cariche dell'esercito italiano, proibì a Marco Risi l'utilizzo di strutture militari attive per la ripresa delle scene. Per tal motivo, le stesse furono quindi eseguite in vari posti diversi tra loro, anche se generalmente si lascia intendere che la storia si ambienti nella zona del Carso. La maggior parte degli interni furono girati a Roma, negli Empire Studios e nel collegio privato del Nazareno; altri interni vennero girati a Trieste, nel Civico Museo di Storia Patria[2]. Per gli esterni invece, furono utilizzati:
La realizzazione non fu priva di difficoltà. I produttori erano scettici e, non credendo alla riuscita di un film italiano "serio" sull'ambiente militare, desideravano un cast di comici per dare al lavoro un'impronta demenziale; sino ad allora, infatti, le pellicole che avevano trattato delle vicissitudini nel contesto del servizio militare di leva in Italia avevano sempre manifestato tale impronta: si pensi ai film musicarelli degli anni sessanta o settanta, ma anche a pellicole quali L'infermiera nella corsia dei militari, Riavanti... Marsch! o a Patroclooo!... e il soldato Camillone, grande grosso e frescone.[6]
L'ambientazione del film non rispecchia una specifica caserma e località, ma semplicemente vuole richiamare un qualsiasi paese del Friuli, regione che fino alla fine degli anni '80 era caratterizzata da una massiccia presenza militare in funzione difensiva verso il confine orientale, con caserme dislocate anche nei paesi più piccoli e nelle località più disagiate.
Stando alla versione ridotta del film, tale ipotetico paese friulano è identificabile con Pontebba, come deducibile dal cartello della stazione ferroviaria "Pontebba - Scalo". Pontebba, nella realtà, era effettivamente sede di ben tre caserme (la "Zanibon" degli alpini, la "Fantina" degli alpini d'arresto e la "Bertolotti" dell'artiglieria da montagna), nonché di una stazione ferroviaria, denominata semplicemente "Pontebba".
Esaminando la versione integrale invece, si scoprono altri elementi che fanno capire come la località teatro della storia non sia Pontebba, bensì Cave di Predil. Uscita dalla stazione, la colonna di mezzi militari con a bordo i soldati abbandona infatti Pontebba e attraversa la località di Padriciano (vera ambientazione della palazzina della caserma e successivamente a un bivio Caporetto - Lubiana/Cividale, prosegue in direzione di Caporetto ed entra infine in caserma. Il percorso nella realtà è incoerente, ma nella finzione cinematografica dà l'idea di una località sperduta nell'Alto Friuli. Durante la prima libera uscita un soldato chiede "Come si chiama questo posto" e il soldato Esposito risponde "Cave di Predil", aggiungendo poi "a Cave di Predil chiov' e fa scintil'" (questo dialogo è presente anche nella versione ridotta del film); successivamente, all'interno del bar, un soldato chiede "ma ndò si trova sto Cave di Predil?". Alla luce di questi dialoghi trova spiegazione il cartello "Cave di Predil 1", che si vede nella scena in cui i soldati prendono il pullman per andare a vedere la partita (probabilmente Udinese-Napoli).
Il nome del reparto - 47º Battaglione Genio Pionieri - è di pura fantasia; oltretutto l'impiego del reparto nelle manovre nonché i fregi dei copricapo, lascerebbe supporre che si tratti di un reparto di Fanteria anziché del Genio.
Per non avere problemi legali con l'autorità militare circa l'uso non autorizzato delle divise, i costumisti dotarono gli attori di uniformi dell'Esercito Italiano, ma con alcune modifiche:
Le musiche originali del film furono scritte da Manuel De Sica, la canzone Soldati che apre e chiude il film, è invece scritta e cantata da Umberto Smaila. Nel corso della pellicola si possono ascoltare alcuni brani in voga nella seconda metà degli anni ottanta, tra cui OK Italia e Tu vuoi l'America di Edoardo Bennato, I Wanna Dance with Somebody (Who Loves Me) di Whitney Houston, Papa Don't Preach di Madonna, Gente di mare di Tozzi-Raf e viene citato il tema di Top Gun. A circa metà del film, durante la festa da ballo di fine anno 1986, viene proposto, dalla improvvisata band composta di soldati, il lento Je t'aime... moi non plus, un romantico brano musicale francese del 1969 di Jane Birkin e Serge Gainsbourg. Vengono poi accennate, anche solo per pochi istanti, altre note canzoni, ad esempio Acqua azzurra, acqua chiara di Lucio Battisti durante un atto di nonnismo, Feelings di Morris Albert e Questione di feeling di Riccardo Cocciante-Mina come presa in giro del tenente Fili.
Oltre alla versione proiettata nei cinema, della pellicola cinematografica esistono due versioni, una breve uscita al cinema e poi pubblicata per il mercato home video in VHS e DVD e una più lunga ideata e pubblicata solo per la televisione dalla durata di 163 minuti circa. Quest'ultima contiene alcune scene non presenti nella prima contenenti anche riferimenti al nonnismo e momenti che illustrano meglio la psicologia ed il carattere del tenente Fili, espunte dalla versione breve poiché ritenute non gradite.
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