Si tratta del terzo film della trilogia che il regista polacco ha dedicato ai tre colori della bandiera francese e, di conseguenza, al motto della rivoluzione francese, "Liberté, Égalité, Fraternité".
È considerato uno dei film migliori della storia del cinema[1].
Trama
Ginevra. Valentine Dussaut, una giovane modella, è fidanzata con Michel, che però è in viaggio in Inghilterra. Una sera Valentine fa conoscenza con un giudice in pensione, dopo aver investito casualmente il suo cane. Egli si mostra subito scostante e poco interessato alle sorti dell'animale ferito. Valentine quindi, parallelamente al lavoro di modella che la vede impegnata in particolare nella preparazione della sfilata e nell'elaborazione di una campagna pubblicitaria i cui cartelloni saranno poi affissi in tutta la città, inizia a frequentare la casa del giudice, nel tentativo di convincere quest'ultimo a riprendersi il cane, di cui egli nulla più vuole sapere. Nello stesso tempo, Valentine scopre attraverso i giornali che il proprio fratello è coinvolto in una vicenda di droga.
Giunta nuovamente nella casa del giudice, Valentine scopre però che quell'uomo, apparentemente chiuso nella sua solitudine, in qualche modo rivolge la sua attenzione agli altri: spiandoli, intercettando le loro conversazioni telefoniche. Il giudice reagisce alla scoperta invitando Valentine a denunciarlo ai vicini, ma la ragazza decide di non farlo, e inizia a condividere col giudice l'interesse per questa sua attività. Fra le varie telefonate che i due ascoltano ci sono quelle fra Auguste e Karin, una coppia che sembra molto unita. Non è così, però, così come non è tutto buono quello che sembra: le telefonate che il giudice fa ascoltare a Valentine le permettono di scoprire che, dietro la facciata perfetta e dignitosa che ciascun uomo esibisce, ci sono storie, vicende, che fanno indignare e deludono. È per questo che il giudice crede che la gente sia cattiva.
Nel frattempo, Auguste si laurea in giurisprudenza: diventerà presto un giudice anche lui. La sua donna, Karin, è al suo fianco in questi importanti momenti; non molto dopo, Auguste però scopre, con dolore, che tutto ciò in cui credeva, l'amore in cui riponeva la fiducia, era solo apparenza. Una sera, cercando Karin, la troverà a casa, ma non da sola: osservandola dalla finestra vedrà un altro uomo a letto con lei. Valentine intanto vuole rivedere Michel, capire se lui la ama davvero, e per questo decide di partire per l'Inghilterra. Ci sarà bel tempo, dice Karin, dal centro meteorologico, al telefono, parlando col giudice, il quale è sempre più interessato alla sorte di Valentine, che in un sogno vede invecchiata e felice.
Finalmente il giudice - che nel frattempo ha confessato in una denuncia la propria attività di spionaggio telefonico - sente il bisogno di aprirsi, di avere fiducia in qualcuno, quindi nella giovane modella, a cui racconta il perché della propria sfiducia negli altri. Molti anni prima l'uomo aveva assolto un imputato, che invece aveva scoperto poi essere colpevole; tuttavia, l'uomo, grazie all'ingiusta assoluzione, aveva poi condotto una vita esemplare e proficua, quindi, mentre il giudice si interroga sul valore e l'utilità della giustizia, Valentine afferma che egli aveva fatto bene ad assolvere quel colpevole. Inoltre, anche a lui era successo, come ad Auguste, di essere tradito dalla donna che amava, e di scoprirlo, proprio nello stesso modo umiliante. Egli però, come giudice, aveva poi avuto la possibilità di giudicare e condannare quell'uomo in tribunale, nell'ultimo caso affidatogli prima di chiedere il pensionamento anticipato.
Valentine e Auguste partono per l'Inghilterra, attraverso la Manica, a bordo di un traghetto. A differenza di quanto previsto, tuttavia, il tempo peggiora rapidamente. Dal giornale, il giudice apprende che c'è stata una tempesta e la nave è affondata. Solo sette persone si sono salvate: Julie Vignon, moglie di un celebre compositore francese recentemente scomparso; Stephan Killian, barman sulla nave; Karol Karol, imprenditore polacco; Dominique Vidal, cittadina francese; Olivier Benoit, francese anch'egli; Auguste Bruner, giudice svizzero; la giovane modella, Valentine Dussaut.
Valentine e Auguste sono vicini più di quanto non sia mai capitato, e forse la tragedia darà loro la possibilità di conoscersi. Il volto di Valentine, bagnata dalla pioggia e sferzata dal vento, si identifica nell'immagine analoga e profetica del cartellone pubblicitario, che la ritraeva, a Ginevra.
Premi e controversie
47º Festival di Cannes: presentato in concorso, il film ottenne la sola candidatura per la Palma d'oro, premio poi assegnato a Pulp Fiction di Quentin Tarantino. Ironia della sorte, lo stesso Tarantino, prima di vincere, si era espresso in favore della vittoria di Film Rosso.[2][3]
Oscar 1995: venne originariamente escluso, prima dalla Francia poi dalla Svizzera, dalla lista dei film in corsa per l'Oscar al miglior film straniero; nel caso della Svizzera, Film rosso non aveva i requisiti richiesti dall'Academy per poter concorrere come film di nazionalità elvetica.[3][4] Si sollevarono molte polemiche riguardo alla sua esclusione dalla premiazione e diverse personalità del mondo del cinema, in primis il capo della Miramax Harvey Weinstein, fecero arrivare una lettera di protesta all'Academy allo scopo di ammettere alla cerimonia il film di Kieslowski. La lettera diede l'effetto sperato e Film rosso partecipò agli Oscar in qualità di film americano[3], ricevendo le nomination per la miglior regia, migliore sceneggiatura originale e migliore fotografia.
Riconoscimenti
1995 – Premio Oscar
Candidatura Miglior regista a Krzysztof Kieślowski
Candidatura Migliore sceneggiatura originale a Krzysztof Kieślowski e Krzysztof Piesiewicz
Candidatura Migliore fotografia a Piotr Sobociński
1995 – Golden Globe
Candidatura Miglior film straniero (Polonia/Svizzera)
1995 – British Academy Film Award
Candidatura Miglior film straniero a Krzysztof Kieślowski
Candidatura Miglior regista a Krzysztof Kieślowski
Candidatura Migliore attrice protagonista a Irène Jacob
Candidatura Migliore sceneggiatura non originale a Krzysztof Kieślowski e Krzysztof Piesiewicz
1994 – European Film Award
Candidatura Miglior film a Krzysztof Kieślowski
1994 – Festival di Cannes
Candidatura Palma d'oro a Krzysztof Kieślowski
1995 – Premio César
Migliore colonna sonora a Zbigniew Preisner
Candidatura Miglior film
Candidatura Miglior regista a Krzysztof Kieślowski
Candidatura Migliore attore protagonista a Jean-Louis Trintignant
Candidatura Migliore attrice protagonista a Irène Jacob
Candidatura Migliore sceneggiatura originale a Krzysztof Kieślowski e Krzysztof Piesiewicz
Candidatura Miglior sonoro a Jean-Claude Laureux e William Flageollet
1995 – National Society of Film Critics Awards
Miglior film straniero a Krzysztof Kieślowski
2º posto Miglior regista a Krzysztof Kieślowski
2º posto Miglior film a Krzysztof Kieślowski
3º posto Migliore sceneggiatura a Krzysztof Kieślowski e Krzysztof Piesiewicz
1995 – Independent Spirit Awards
Miglior film straniero a Krzysztof Kieślowski
Curiosità
Questa sezione contiene «curiosità» da riorganizzare.
Cameo per i protagonisti di Tre colori - Film blu (Juliette Binoche e Benoît Régent) e di Tre colori - Film bianco (Julie Delpy e Zbigniew Zamachowski): è possibile riconoscerli tra i superstiti del disastro navale nel finale del film.
Riguardo al disastro navale, le immagini che si vedono nel film sono spezzoni di una catastrofe realmente accaduta nel 1987.[4]
Martin Karmitz (il produttore del film) ha rivelato come lui e Kieslowski, durante la cerimonia degli Oscar a Los Angeles, avessero fatto scorta di whisky e sigarette che, per sopportare la tensione dell'evento, consumavano tra una pausa e l'altra.[3]
Compare ancora la anziana donna intenta a gettare la bottiglia di vetro nella campana. Questa volta viene aiutata dalla protagonista a differenza dei precedenti film della trilogia: Julie in Film blu non la vede perché ha gli occhi chiusi e Karol in Film bianco si limita a osservarla sorridendo.
K.Kieslowski e K.Piesiewicz. "Tre colori - Blu, Bianco e Rosso". Trad. di M.Fabbri. Bompiani, 1994, Milano. (sceneggiatura dei film e intervista agli autori)
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