Trevico-Torino - Viaggio nel Fiat-Nam è un film del 1973 diretto da Ettore Scola.
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Trevico-Torino - Viaggio nel Fiat-Nam | |
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Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1973 |
Durata | 101 min |
Genere | drammatico |
Regia | Ettore Scola |
Soggetto | Diego Novelli, Ettore Scola |
Sceneggiatura | Diego Novelli, Ettore Scola |
Casa di produzione | Unitelefilm |
Fotografia | Claudio Cirillo |
Montaggio | Raimondo Crociani |
Musiche | Benedetto Ghiglia |
Interpreti e personaggi | |
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Fortunato Santospirito è un giovane originario di Trevico, in provincia di Avellino, che giunge a Torino per lavorare in Fiat. Le sue prime immagini della città sono l'atrio della stazione di Porta Nuova, la mensa dei poveri e il dormitorio pubblico.
Conosce un prete che gli espone la situazione degli immigrati e gli dà le prime informazioni; a Porta Palazzo fa amicizia con un sindacalista comunista, anch'egli campano. Le sue frequentazioni dopo il lavoro sono i luoghi di riunione dei meridionali e i gruppi di estrema sinistra.
Con una miscela di documentario e fiction, il film ritrae i diversi problemi con cui Fortunato deve confrontarsi: quello dell'alloggio, la distanza dagli affetti, il razzismo, le condizioni di lavoro, l'amore non corrisposto per una ragazza borghese, ex studentessa, che ha abbandonato la propria classe di riferimento per votarsi alla protesta. Attraverso l'esperienza di fabbrica e il rapporto con il sindacalista e la ragazza, nasce in Fortunato la coscienza della propria condizione di sfruttato.[1]
Il film è stato girato in 16mm e con una piccola troupe dalla Unitelefilm, la casa cinematografica dell'allora PCI, scritto e diretto da Ettore Scola e sceneggiato dal giornalista torinese Diego Novelli, che due anni dopo sarebbe diventato sindaco di Torino.[2]
Se si eccettuano gli attori principali, tutti gli altri non sono professionisti: nei titoli, attori e tecnici sono presentati in puro ordine alfabetico, senza alcuna indicazione di ruolo. Il termine Fiat-Nam nel titolo è un riferimento al Vietnam e alla Guerra in Vietnam, che all'epoca del film volgeva al termine.
Nel 2018, il Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Fondazione Cineteca di Bologna hanno effettuato in collaborazione un restauro digitale del film, a partire dall'originale negativo in 16mm conservato presso l'Istituto Luce Cinecittà di Roma.[3]
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Il film ha avuto recensioni soprattutto di stampo politico.
«Realistico e dimesso, arrabbiato e dolente, più crudele che tenero (...) Ha forse il torto di forzare a fini polemici i suoi temi oltre i limiti della credibilità.» |
(Paolo Valmarana[4]) |
«La prima parte, di piglio documentaristico, è la migliore. Scola è molto efficace nel mostrarci ciò che avviene all'immigrato meridionale a Torino (...). Secondo noi il tono impassibile e dolente del documentario andava tenuto fino alla fine.» |
(Alberto Moravia[5]) |
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