Un eroe dei nostri tempi è un film del 1955 diretto da Mario Monicelli.
Un eroe dei nostri tempi | |
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Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1955 |
Durata | 85 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | commedia |
Regia | Mario Monicelli |
Soggetto | Rodolfo Sonego |
Sceneggiatura | Rodolfo Sonego, Mario Monicelli |
Produttore | Franco Cristaldi |
Casa di produzione | Vides Cinematografica |
Distribuzione in italiano | Titanus |
Fotografia | Tino Santoni |
Montaggio | Adriana Novelli |
Musiche | Nino Rota |
Scenografia | Carlo Egidi |
Costumi | Giulia Mafai |
Trucco | Duilio Giustini, Gustavo Sisi |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Alberto Menichetti è un individuo molto particolare. Per un verso, sbruffone, ambizioso e pronto ad ogni bassezza per farsi apprezzare dal direttore dell'ufficio in cui lavora. Per un altro verso, pavido e ricco di complessi. Vive con la vecchia zia ed una altrettanto anziana domestica che lo hanno convinto che il suo obiettivo nella vita deve essere uno soltanto: tenersi distante il più possibile da problemi e pericoli. Questi però sono molto spesso il frutto paradossale delle sue paure: Alberto si caccia nei guai, proprio mentre cerca in modo maldestro di evitarli. Ogni circostanza diventa così un potenziale tranello («Allora me volete incastrà!», ripete continuamente).
Nel cappellificio in cui lavora, c'è una dirigente vedova che i colleghi accusano di aver sparato al marito. Ancora: accanto alla sua casa lavora la parrucchiera Marcella, giovane e carina, con la quale però Alberto evita ogni rapporto compromettente perché minorenne. Quando poi lei compie diciotto anni, non fa in tempo ad approcciarla che scopre di essere arrivato troppo tardi: lei aspetta un figlio da tal Fernando. Altra circostanza: nella sua cantina la domestica rinviene della polvere esplosiva per razzi appartenente a suo zio anarchico; Alberto intende disfarsene perché pericolosa, ma viene sorpreso dalla polizia che, da quel momento, lo controlla.
Una notte, al termine di un comizio elettorale, un attentato provoca il ferimento di alcune persone e l'ignaro Alberto, che dichiara di non essere né di destra né di sinistra ma di non essere neppure di centro, rimasto invischiato nella vicenda a causa delle sue stesse fissazioni, diventa il principale indiziato. Prima di essere scagionato pienamente, rivela tutta la sua meschinità accusando di ogni bassezza la dirigente vedova, che aveva testimoniato il falso pur di aiutarlo ancora. Alla fine, l'unica soluzione, come gli suggerisce paternamente il commissario, è cambiare approccio e vivere anche incautamente come fa chi è giovane come lui. Alberto è d'accordo ma vuole anche essere protetto da ogni rischio: arruolarsi nella Celere potrebbe essere la soluzione. Sarà davvero così? «Ci sarà pericolo?».
Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare[1].
Nel film è presente un giovanissimo Carlo Pedersoli, ancora non Bud Spencer, nel ruolo di Fernando che recita con la propria voce in romanesco.
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