Ustica (Ustica: The Missing Paper) è un film del 2016 scritto e diretto da Renzo Martinelli. Il film, attraverso le indagini di personaggi di fantasia, fa un'immaginaria ricostruzione delle cause della strage di Ustica.
Ustica | |
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Titolo originale | Ustica: The Missing Paper |
Paese di produzione | Italia, Belgio |
Anno | 2016 |
Durata | 106 min |
Genere | drammatico, storico |
Regia | Renzo Martinelli |
Sceneggiatura | Renzo Martinelli |
Produttore | Roberto Andreucci |
Produttore esecutivo | Gilles Daoust |
Casa di produzione | Alain Berliner WFE, Martinelli Film Company International, Title Media |
Fotografia | Blasco Giurato |
Montaggio | Thomas Vanthuyne |
Musiche | Pivio e Aldo De Scalzi |
Scenografia | Paolo Innocenzi |
Costumi | Massimo Cantini Parrini |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Venerdì 27 giugno 1980, il DC-9-15 I-TIGI dell'Itavia esplode in volo in prossimità dell'isola di Ustica, inabissandosi a 3700 m di profondità nel mar Tirreno senza lasciare superstiti. Tra le 81 vittime vi è la figlia della giornalista Roberta Bellodi. Per far luce sul fatto, viene nominata una commissione parlamentare d'inchiesta tra i cui membri figura il deputato Corrado di Acquaformosa. La moglie di Corrado, Valja, elicotterista, è convinta di aver capito come sia avvenuto il disastro e cerca di convincere il marito a cercare la verità.
Dopo aver incontrato Roberta Bellodi, Valja muore in un incidente stradale sospetto. Corrado si sente spinto fino in fondo per cercare la verità sulla strage. Roberta, anche lei motivata dalla morte di Valjia, torna a fare il suo mestiere di giornalista e insieme a Corrado inizia a indagare sul misterioso disastro. Superando tanti ostacoli, i due raccolgono tante prove tra le quali la confessione di uno dei tecnici radar di Poggio Ballone che durante la sera della strage avevano visto i tracciati degli aerei in volo.
Si scopre così che in un'Italia al servizio della NATO, ma amica del colonnello Gheddafi, i MiG libici si recano nella Jugoslavia comunista per gli interventi di manutenzione ordinaria impossibili da effettuare in Libia. I velivoli, per espressa richiesta del SISMI, devono viaggiare disarmati e possono attraversare lo spazio aereo italiano accodandosi ad aerei passeggeri o da trasporto.
Il 27 giugno 1980 si configura nel Tirreno un'operazione militare americana finalizzata al trasferimento di F-111F USAF da Lakenheath a Cairo West. Un E-3A dell'USAF in volo circolare a 9000 m sul mar Tirreno individua un movimento sospetto in coda al DC-9, confermato da un F-104S e un TF-104G dell'AMI in addestramento in coppia. Nel frattempo vengono fatti decollare altri 4 intercettori: 2 F-5E dell'USAF da Decimomannu e 2 Dassault Mirage F1 C dell'ALA da Solenzara.
Poco dopo, i 4 caccia francesi e italiani ricevono l'ordine di rientro: del MiG se ne sarebbero occupati esclusivamente gli americani. Durante la fase di discesa sulla aerovia Ambra 13, il MiG-23 MS della LARAF si separa da I-TIGI per dirigersi verso Malta; dopo essere stato ingaggiato dagli F-5E, ritorna verso il DC-9. Durante l'inseguimento, alle ore 18:59:45Z, in prossimità del punto Condor (N39.7E12.9), uno dei due caccia americani collide a 1400 km/h ed a 7200 m di quota con il DC-9. Dopo la collisione, il MiG si dirige verso le coste calabresi, dove viene raggiunto ed abbattuto alle ore 19:30Z nei pressi di Timpa delle Magare da due F-14A della USN partiti da Sigonella.
Roberta racconta di come, dopo le scoperte fatte, la loro ricostruzione non è stata portata all'opinione pubblica.
Parte delle riprese degli esterni si sono svolte a Maratea, in Basilicata.[1]
Il film è uscito nelle sale cinematografiche italiane il 31 marzo 2016.
«Renzo Martinelli accantona (c'è da sperare in modo definitivo) i film pamphlet ideologicamente orientati contro i musulmani o a favore della mitica Padania e torna al cinema che gli riesce meglio. Torna cioè ad occuparsi delle zone oscure della storia patria come aveva fatto con rigore in Porzûs e in Vajont e con qualche macchinosità in più in Piazza delle cinque lune. La sceneggiatura è frutto di un impegno di ricerca durato 3 anni supportato da due ingegneri aeronautici che hanno vagliato migliaia di documenti relativi a perizie e testimonianze. Ciò ha portato a un film in cui la finzione si àncora ostinatamente a documenti inconfutabili.» |
(MYmovies.it[2]) |
«Indubbio il coraggio produttivo, buone, ancorché confutabili, le intenzioni di fare luce e, possibilmente, riaprire il caso, ma Ustica, che ha nel doppiaggio pervasivo – è girato in inglese – il vizio di forma peggiore, non ha la dignità del cinema, bensì della fiction tv: è in sala per “colpa” di Martinelli o dell’italica censura?» |
(Federico Pontiggia[3]) |
Già prima dell'uscita nelle sale, il film è stato al centro di una polemica politica: l'onorevole che tenta di insabbiare il caso ha lo stesso cognome di Enzo Fragalà[4]. Nel 2020, il regista è stato condannato a una multa per diffamazione dopo la denuncia della famiglia del politico[5].
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