Vanina Vanini è un film del 1961 diretto da Roberto Rossellini.
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Vanina Vanini | |
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Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1961 |
Durata | 127 min |
Genere | drammatico |
Regia | Roberto Rossellini |
Soggetto | Stendhal |
Sceneggiatura | Roberto Rossellini, Franco Solinas, Diego Fabbri, Antonello Trombadori, Monique Lange, Jean Gruault |
Produttore | Moris Ergas |
Produttore esecutivo | Manolo Bolognini |
Casa di produzione | Zebra Film e Orsay Films |
Fotografia | Luciano Trasatti |
Montaggio | Daniele Alabiso, Mario Serandrei |
Musiche | Renzo Rossellini |
Scenografia | Luigi Scaccianoce |
Costumi | Danilo Donati, Riccardo Domenici |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Tratto dal racconto omonimo di Stendhal, narra la storia d'amore fra Vanina Vanini, una giovane aristocratica romana, e Pietro Missirilli, un affiliato alla Carboneria. Il contrasto tra tradizione e rivoluzione, tra coinvolgimento sociale e storia d'amore, vissuto dai due protagonisti con uguale intensità. Emblematica la figura di Napoleone di cui Pietro, in un dialogo appassionato con Vanina, cita una risposta a dei bresciani che gli giuravano di amare la libertà più di tutti gli altri patrioti italiani: Eh si, della libertà «amano parlarne alle loro amanti». L'impegno di Pietro verso i suoi compagni e verso la costruzione di un mondo nuovo non permette quindi mezze misure. Esattamente come Vanina che mette l'amore per Pietro al primo posto e vede Napoleone come un uomo che, accecato dalla stessa follia dell'amato, ha insanguinato il mondo.
Gianni Rondolino ha scritto che in questo film «Rossellini non rinuncia allo spettacolo, inteso proprio in senso tradizionale di struttura scenica e drammatica della storia, ma lo inquadra in uno schema che potremmo definire documentario o didascalico nella misura in cui questi termini alludono a una descrizione più distaccata e "obbiettiva" della realtà. (...) Di qui nacquero quelle dispute, tra Rossellini e gli sceneggiatori, soprattutto Franco Solinas e Antonello Trombadori, sul carattere culturale delle opere, cioè sui modi e sulle forme della loro "politicizzazione"».[1]
Gian Piero Brunetta, a proposito degli sceneggiatori del film, pur riconoscendo a Rossellini «lo sforzo di far coesistere voci appartenenti a blocchi politici contrapposti», ritiene che tale sforzo «non sia stato ripagato da risultati positivi». Lo stesso Brunetta ricorda che Vanina Vanini «è particolarmente amato dai sostenitori del regista e non è da escludere che una sua revisione ne mostri virtù a lungo celate»[2]
Il produttore Moris Ergas ebbe dei contrasti con il regista e cambiò il montaggio del film contro la sua volontà. Il desiderio di Ergas di dare maggiore importanza al ruolo di Sandra Milo portò all'eliminazione delle parti riguardanti la contessa Vitelleschi, interpretata da Martine Carol. Scene girate a Gradara (PU) nelle Marche e alla rocca di San Leo (RN) in Emilia-Romagna.
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