Vincitori e vinti (Judgment at Nuremberg) è un film del 1961 diretto e prodotto da Stanley Kramer. La pellicola tratta del terzo dei dodici processi per crimini di guerra che le autorità statunitensi indissero a Norimberga nell'ambito dei processi secondari.
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Vincitori e vinti
Burt Lancaster in una scena del film
Titolo originale
Judgment at Nuremberg
Paese di produzione
Stati Uniti d'America
Anno
1961
Durata
178 min
Dati tecnici
B/N
Genere
storico
Regia
Stanley Kramer
Soggetto
Abby Mann
Sceneggiatura
Abby Mann
Produttore
Stanley Kramer per Roxolom Film
Distribuzione in italiano
DEAR (1962)
Fotografia
Ernest Laszlo
Montaggio
Frederic Knudtson
Musiche
Ernest Gold, Norbert Schultze, Ludwig van Beethoven
Norimberga, 1948. Dan Haywood, un anziano giudice statunitense, viene invitato a presiedere una corte penale militare in un processo intentato contro 4 giudici tedeschi, accusati di aver commesso crimini contro l'umanità durante il Terzo Reich; essi affrontano il processo ognuno a suo modo: chi non tradisce il suo antico ideale, chi invece, come Ernst Janning, si trincera dietro un assoluto silenzio, rifiutando così ogni difesa. Nei momenti di libertà, al di fuori dell'attività giudiziaria, Haywood cerca in ogni modo di capire la realtà del paese e la mentalità dei suoi abitanti, incontrando diverse persone, come la signora Bertholt, nobile tedesca decaduta e vedova di un ufficiale della Wehrmacht giustiziato da un tribunale americano. Nello stesso periodo nel quale si svolge il processo inizia la guerra fredda, con il blocco sovietico su Berlino, cui gli americani rispondono con un ponte aereo. In questo clima, la Bertholt suggerisce a Haywood di guardare al futuro e cerca di persuaderlo del fatto che non tutti i tedeschi sono come i nazisti.
Montgomery Clift in una scena
Al processo, Janning decide di ammettere le sue colpe, nonostante la determinata e brillante difesa del giovane avvocato Hans Rolfe, che si è offerto di patrocinarlo. Ciò accade durante una delle ultime udienze, in cui viene raccolta la deposizione della testimone Irene Hoffmann, protagonista del caso di Lehman Feldenstein, un anziano 65enne ebreo accusato ingiustamente di aver avuto rapporti sessuali proprio con la Hoffmann, allora 16enne, e quindi condannato a morte per «avvelenamento della razza». Sia il giudice Haywood che il pubblico ministero, il colonnello Ted Lawson, vengono invitati dai loro collaboratori a riflettere sulle gravi conseguenze che una condanna troppo severa potrebbe avere sui rapporti diplomatici tra USA e Germania, tenendo conto che quest'ultima sarebbe comunque un valido baluardo contro la diffusione del Comunismo in Europa. Ma i due magistrati svolgono il loro incarico fino in fondo, per onorare il loro spiccato senso di giustizia e di verità. Viene quindi emanato un verdetto di colpevolezza.
Marlene Dietrich in una scena
Alla lettura della sentenza, votata da due giudici su tre, il presidente Haywood dichiara che la vera parte lesa del processo è la civiltà; afferma che il collegio giudicante si è basato su tre valori: giustizia, verità e valore di ogni essere umano. Si rifiuta di riconoscere ai 4 imputati qualsiasi attenuante: essi sapevano ciò che facevano e condanna ciascuno all'ergastolo. Il giorno stesso del suo rientro in patria, al presidente Haywood viene richiesto da Janning un incontro in carcere. Haywood accetta, seppur titubante. Nel breve colloquio che segue, Janning manifesta tutta la sua stima al presidente e gli consegna un suo diario. Ma soprattutto tiene ad affermare, a proposito degli orrori perpetrati dal Nazismo, che mai avrebbe immaginato, in profonda buona fede, che si potesse giungere a tali livelli di efferatezza e di crudeltà. Al che Haywood risponde, riferendosi al caso Feldenstein, con una breve, semplice frase che esprime in pieno il senso e la tragedia di tutto ciò che è avvenuto: Doveva capirlo la prima volta che condannò un uomo sapendolo innocente. E se ne va. Haywood visita Janning nella sua cella. Janning afferma a Haywood che, "Con tutto ciò che è giusto in questo mondo, il tuo verdetto è stato giusto", ma gli chiede di credere che, riguardo all'omicidio di massa di innocenti, "non avrei mai saputo che si sarebbe arrivati a questo". Il giudice Haywood risponde: "Herr Janning, è successo che la prima volta che hai condannato a morte un uomo sapevi essere innocente". Haywood parte; una scheda del titolo informa il pubblico che, dei 99 imputati condannati a pene detentive nei processi di Norimberga che si sono svolti nella zona americana, nessuno stava ancora scontando una pena quando il film è stato rilasciato nel 1961.
Riconoscimenti
1962 - Premio Oscar
Miglior attore protagonista a Maximilian Schell
Migliore sceneggiatura non originale a Abby Mann
Candidatura Miglior film a Stanley Kramer
Candidatura Migliore regia a Stanley Kramer
Candidatura Miglior attore protagonista a Spencer Tracy
Candidatura Miglior attore non protagonista a Montgomery Clift
Candidatura Miglior attrice non protagonista a Judy Garland
Candidatura Migliore fotografia a Ernest Laszlo
Candidatura Migliore scenografia a Rudolph Sternad e George Milo
Candidatura Migliori costumi a Jean Louis
Candidatura Miglior montaggio a Frederic Knudtson
1962 - Golden Globe
Migliore regia a Stanley Kramer
Miglior attore in un film drammatico a Maximilian Schell
Candidatura Miglior film drammatico
Candidatura Miglior film promotore di amicizia internazionale
Candidatura Miglior attore non protagonista a Montgomery Clift
Candidatura Miglior attrice non protagonista a Judy Garland
1962 - Premio BAFTA
Candidatura Miglior film
Candidatura Miglior attore straniero a Montgomery Clift
Candidatura Miglior attore straniero a Maximilian Schell
1962 - David di Donatello
Miglior film straniero
Miglior attore straniero a Spencer Tracy
David Speciale ("per la sua performance") a Marlene Dietrich
1962 - Nastro d'argento
Regista del miglior film straniero a Stanley Kramer
1961 - National Board of Review Award
Migliori dieci film
1969 - New York Film Critics Circle Award
Miglior attore protagonista a Maximilian Schell
Migliore sceneggiatura a Abby Mann
Candidatura Miglior film
1962 - Eddie Award
Candidatura Miglior montaggio a Frederic Knudtson
1962 - Premio Bodil
Miglior film statunitense a Stanley Kramer
1963 - Cinema Writers Circle Award
Miglior film straniero a Stanley Kramer
1962 - DGA Award
Candidatura Miglior regia a Stanley Kramer
1963 - Fotogramma d'argento
Migliore attore straniero a Spencer Tracy
1962 - Laurel Award
Candidatura Miglior film drammatico
Candidatura Miglior attore in un film drammatico a Maximilian Schell
Candidatura Miglior attore non protagonista a Montgomery Clift
Candidatura Miglior attrice non protagonista a Judy Garland
Candidatura Migliore fotografia a Ernst Laszlo
1962 - WGA Award
Candidatura Miglior sceneggiatura originale a Abby Mann
Nel giugno del 2008 l'American Film Institute, dopo un sondaggio che ha coinvolto oltre 1500 appartenenti alla comunità artistica, ha reso noto la sua classifica "Ten Top Ten". In essa a Vincitori e vinti è stata assegnata la posizione di decimo miglior film nella categoria dramma giudiziario[1].
Nel 2013 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America.[2]
Note
AFI's 10 Top 10, American Film Institute, 17 giugno 2008. URL consultato il 18 giugno 2008.
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