Nel corso del tempo (Im Lauf der Zeit) è un film del 1976 diretto da Wim Wenders. È l'ultimo capitolo della cosiddetta "Trilogia della strada", dopo Alice nelle città e Falso movimento. Presentato in concorso al 29º Festival di Cannes, ha vinto il Premio FIPRESCI.[1]
Nel corso del tempo | |
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Titolo originale | Im Lauf der Zeit |
Paese di produzione | Germania Ovest |
Anno | 1976 |
Durata | 176 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,66:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Wim Wenders |
Soggetto | Wim Wenders |
Sceneggiatura | Wim Wenders |
Produttore | Wim Wenders |
Casa di produzione | Wim Wenders Filmproduktion, Westdeutscher Rundfunk (WDR) |
Fotografia | Robby Müller Martin Schäfer |
Montaggio | Peter Przygodda |
Musiche | Axel Linstädt |
Scenografia | Heidi Lüdi, Bernd Hirskorn |
Interpreti e personaggi | |
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Il film racconta l'incontro e il viaggio di due uomini di trent'anni: Bruno, il "Re della strada", un riparatore di proiettori cinematografici, e Robert, il "Kamikaze", un pediatra specializzato in disturbi del linguaggio che, abbandonato dalla moglie, ha tentato di uccidersi lanciandosi con l'auto nel fiume Elba. Sul camion di Bruno, stipato di attrezzature cinematografiche, attraversano la regione di confine tra la Germania occidentale e quella orientale facendo tappa nei cinema di villaggi sperduti. Incontrano un uomo la cui moglie è appena morta in un incidente d'auto, forse un suicidio. Durante una sosta Robert passa dalla alla tipografia di suo padre e ha con lui un sofferto e aspro colloquio. Al luna park Bruno incontra Pauline una giovane cassiera con cui trascorre una notte. Fanno un viaggio in moto e finiscono in un ex posto di guardia di frontiera. Poi visitano la vecchia casa dove Bruno da bambino trascorreva le vacanze estive.
Il film, in bianco e nero e con il sonoro originale, è stato girato in 11 settimane dal 1 luglio al 31 ottobre 1975.(didascalia nei titoli di testa) È il primo film realizzato da Wenders attraverso la sua nuova società di produzione Road Movies Produktion.
Vent'anni dopo la lavorazione di Nel corso del tempo, nel documentario White Walls (1995), il regista Mike Schlömer è andato alla ricerca dei cinema tra Lüneburg e Hof, lungo l'ex confine interno tedesco .
«Per Nel corso del tempo è possibile raggruppare la musica (e le sue citazioni) in tre insiemi abbastanza netti: la musica originale del film, le canzoni suonate al mangiadischi di Bruno, le frasi derivate da brani famosi e inserite nel dialogo dei due personaggi. Proprio attraverso una di queste citazioni avviene il primo effettivo riconoscimento tra i due: nel bar della stazione, dopo che Robert ha potuto di nuovo indossare i suoi abiti e non c'è più alcun concreto motivo perché Robert stesso rimanga con Bruno, il disagio del momento è risolto attraverso la scoperta di una possibilità di comunicazione (intesa come effettiva "messa in comune" di una conoscenza) per mezzo del codice/rock'n'roll. Vedendo il treno arrivare Bruno annuisce pronunciando una frase tratta da Love in vain dei Rolling Stones: "When the train comes in the station" - codice che viene subito assunto sorridendo da Robert che continua con il verso successivo immedesimandosi nel personaggio della canzone: "With a suitcase in my hand".» |
(Davide Ferrario, Cineforum n. 180, 12/1978) |
Alcuni dei brani musicali:
Uno dei temi centrali del film è il cinema: le sue forme, i suoi meccanismi, la tecnologia, le tappe della tradizione e il suo futuro. Emblematica è la sequenza delle ombre cinesi proiettate sullo schermo bianco di fronte alla platea dei bambini della scuola che ricorda la natura di divertimento popolare del cinema delle origini. Il film è anche un omaggio ai maestri: è dedicato a Fritz Lang che appare in una foto tratta da Il disprezzo di Godard (Robert la ritaglia da un programma cinematografico trovato nel disordine del camion). Un esplicito riferimento è anche a John Ford di cui viene citata la celebre inquadratura finale di Sentieri selvaggi. Wim Wenders inoltre racconta che la scena in cui si vede Bruno strisciare sotto una casa per raccogliere una scatola piena di fumetti è ispirato al film Il temerario (film 1952) di Nicholas Ray dove vediamo Robert Mitchum che striscia sotto la sua casa d'infanzia per trovare ricordi nascosti sotto un trave di fondazione: una pistola, una piccola scatola di metallo e una copia di Wild West Shows; la scena appare anche nel film documentario Lampi sull'acqua - Nick's Movie.
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