Addio alle armi (A Farewell to Arms) è un romanzo dello scrittore statunitense Ernest Hemingway, pubblicato nel 1929.
Addio alle armi | |
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Titolo originale | A Farewell to Arms |
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Autore | Ernest Hemingway |
1ª ed. originale | 1929 |
1ª ed. italiana | 1946 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | guerra |
Lingua originale | inglese |
Ambientazione | Fronte italiano della Grande guerra, Svizzera |
Protagonisti | Frederic Henry |
Coprotagonisti | Catherine Barkley |
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Il romanzo, in parte basato su esperienze personali dello scrittore (che negli ultimi mesi della grande guerra aveva prestato servizio come conducente di ambulanza nella Croce Rossa Americana, era stato ferito e aveva avuto un rapporto affettivo con una infermiera americana, Agnes von Kurowsky), racconta una storia di amore e di guerra che si svolge in Italia prima, durante e dopo la battaglia di Caporetto. Si tratta di uno dei romanzi più significativi, oltre che di successo, dell'intero Novecento.
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La pubblicazione del libro fu vietata in Italia fino al 1945 perché il contenuto fu ritenuto lesivo dell'onore delle Forze Armate dalla dittatura fascista: vi viene descritta la disfatta dell'esercito italiano a Caporetto del 1917 e la diserzione del protagonista.[1]
La traduzione in italiano era stata già scritta clandestinamente nel 1943 da Fernanda Pivano, che per questo motivo venne arrestata a Torino.[2]
Frederic Henry è un giovane americano giunto in Italia come volontario per partecipare alla grande guerra. Durante il conflitto svolge l'attività di comandante di una sezione di ambulanze, con il grado di Sottotenente, trasportando i feriti dal fronte fino all'ospedale da campo più vicino dove scopre che la realtà della guerra è molto meno affascinante di ciò che pensava.
Nell'estate del 1917 Frederic, ricoverato all'Ospedale Maggiore di Milano in seguito ad una ferita, approfondisce la conoscenza di una giovane infermiera inglese, Catherine Barkley (già incontrata in precedenza presso un ospedale da campo). Fra i due nasce un rapporto che dapprima sembra occasionale ma si fa rapidamente intenso e passionale. Nel frattempo l'americano inizia a cogliere anche i primi segnali di stanchezza e di sfiducia fra i suoi commilitoni italiani: la guerra va avanti già da due anni, centinaia di migliaia di soldati sono morti e la vittoria è ancora lontana, nonostante la propaganda. Frederic in una conversazione con gli altri autisti del suo gruppo, scopre anche che non tutti gli italiani sono a favore della guerra.
Il 24 ottobre del 1917 il fronte italiano crolla a Caporetto. Il gruppo di ambulanze (tra le quali si trova lo stesso Frederic assieme ad altri chauffeurs) si ritrova travolto dalla massa di soldati in caotica ritirata, tanto che gli autisti si vedono costretti ad abbandonare i mezzi. Affrontano diversi incidenti, fra cui l'incontro con soldati ammutinati e soldati tedeschi in rapida avanzata fra le ormai sbandate linee italiane. Al momento di attraversare in ritirata un ponte sul fiume Tagliamento Frederic, come tutti gli altri ufficiali trovatisi non al comando delle rispettive unità, viene fermato dalla polizia militare dell'arma dei carabinieri che aveva l'ordine di interrogare e fucilare sul posto gli ufficiali sbandati e ritenuti disertori. Si salva rocambolescamente tuffandosi nel fiume riuscendo poi a raggiungere Catherine a Stresa tra varie avventure, ma i due sono costretti a lasciare l'Italia poiché la polizia militare è sulle tracce di Frederic e sta per arrestarlo. Dopo una fortunosa traversata notturna del Lago Maggiore la coppia riesce a raggiungere la sponda svizzera del lago; è una felicità che però sarà purtroppo di breve durata: Catherine, che era incinta, muore infatti in un ospedale di Losanna durante il parto e il figlio di Frederic nasce morto. Il protagonista si ritroverà perciò solo e senza più una meta nel mesto finale del romanzo, vagando amareggiato per la città.
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Addio alle armi è una storia di amore e di guerra tra Frederic Henry, un giovane americano ricco, e Catherine Barkley. Ernest Hemingway ha sempre sognato una storia d'amore come questa e la descriveva ispirandosi alle sue esperienze sul fronte di guerra nel 1918 in Italia. Come fa notare Fernanda Pivano, il titolo inglese A Farewell to Arms può nascondere un secondo significato se tradotto come Addio alle braccia, che possono essere nella fattispecie quelle della donna amata, sottintendendo quindi un addio alla guerra ma al tempo stesso anche all'amore. La tecnica adoperata, tipica dello scrittore, si limita a raccontare in modo tagliente ed accurato il susseguirsi di vicende che accadono al protagonista. Il lettore è immerso nello stato d'animo del protagonista attraversando le sue stesse esperienze, i dialoghi, le descrizioni di ambienti e paesaggi.
Il romanzo, come il precedente Fiesta (Il sole sorgerà ancora), esprime lo stato d'animo della Lost Generation, di cui Hemingway fa parte assieme a Francis Scott Fitzgerald e altri autori statunitensi (ma non solo, in quanto un loro corrispondente può ben essere lo scrittore francese Louis-Ferdinand Céline, nonostante le opposte idee politiche). La "generazione perduta" ha perso la fiducia nei valori tradizionali, come il patriottismo, la rispettabilità borghese, il lavoro e il moralismo vittoriano, ma non riesce a trovarne di nuovi; non a caso Frederic rifiuta la guerra, prodotto del nazionalismo ottocentesco, e l'etica dell'eroismo che la guerra sottintende, e cerca di costruire un nuovo rapporto, libero da tutti i condizionamenti, con una coetanea disinibita e disincantata; ma la morte di Catherine sta a significare l'incapacità di dar vita a qualcosa in un mondo inaridito e isterilito come quello europeo dopo la grande guerra. Un simile stato d'animo, più una serie di scelte stilistiche e simboliche, fanno rientrare a pieno diritto questo romanzo nel filone del modernismo.
Alcuni critici hanno notato come Addio alle armi sia stato profondamente influenzato, dal punto di vista dei contenuti più che dello stile, da un precedente romanzo statunitense, Il segno rosso del coraggio, dato alle stampe dal narratore naturalistico Stephen Crane. Altri hanno dedotto, a partire dalla data d'arrivo di Hemingway in Italia, che egli non poté partecipare alla battaglia di Caporetto, ma che ne ha ricostruito lo svolgimento basandosi su racconti di militari italiani e sul memoriale dello storico inglese George Macaulay Trevelyan. Egli infatti descrisse la sua esperienza come direttore della Prima Sezione Ambulanze della British Red Cross a Villa Trento di Dolegnano, a cui Hemingway si ispirò per ideare l'ospedale inglese in cui lavorava Catherine.[3] Secondo Fernanda Pivano sarebbe inoltre basato sulla esperienza personale vissuta nel 1922, quando assisté come giornalista alla rovinosa ritirata greca in Tracia.
Anche se liquidabile come uno scritto di "amore e guerra", il romanzo è in realtà un lavoro di altissima levatura tecnica e semantica, che vede come tema centrale quello della precarietà della vita, dell'amore e della morte. L'essenza del lavoro di Hemingway si condensa in un'immagine vivida dell'esistenza come qualcosa di estremamente materiale, ma non per questo priva di sentimenti nobili; un lasso di tempo destinato ad essere sconvolto dalla violenza e dalla morte, in cui i momenti di serenità e l'amore sono l'unica cosa che abbia senso e per cui valga la pena di lottare. L'uomo è impotente di fronte alla vita.
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