I gioielli (Les Bijoux[1]) è un racconto di Guy de Maupassant, facente parte della raccolta di racconti Chiaro di luna (Clair de lune) del 1883.
I gioielli | |
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Titolo originale | Les Bijoux |
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Autore | Guy de Maupassant |
1ª ed. originale | 1883 |
1ª ed. italiana | 1904 |
Genere | racconto |
Sottogenere | umoristico |
Lingua originale | francese |
Ambientazione | Parigi, secolo XIX |
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Il racconto Les Bijoux è stato pubblicato in precedenza sul quotidiano francese Gil Blas del 27 marzo 1883, firmato da Maupassant con lo pseudonimo di "Maufrigneuse". Lo stesso anno fu incluso nella raccolta Chiaro di luna (Clair de lune) edito da Monnier[2].
Il signor Lantin è impiegato al ministero degli interni con uno stipendio annuo di soli tremilacinquecento franchi. Una sera, in una serata mondana in casa del suo capoufficio, conosce una fanciulla di una bellezza discreta, figlia di un esattore morto alcuni anni prima, e se ne innamora immediatamente. Tutti quelli che conoscono la giovane cantano le sue lodi: è una ragazza onesta, impossibile trovare di meglio. Il signor Lantin la chiede in moglie e la sposa.
Sei anni dopo Lantin è un uomo incredibilmente felice: sua moglie lo circonda di attenzioni, e si occupa della casa con tale oculatezza e abilità che sembrano vivere nel lusso. Lantin l'ama ogni giorno di più. La moglie ha solo due difetti ai suoi occhi: l'amore per il teatro e quello per i gioielli falsi. Lantin non ama il teatro, ma permette alla moglie di andarci da sola.
Una notte d'inverno, dopo essere stata all'Opéra, la signora Lantin torna a casa con brividi di freddo. Viene seppellita una settimana dopo. Lantin è disperato. Iniziano inoltre per lui preoccupazioni finanziarie: il suo stipendio, che amministrato dalla moglie permetteva loro di vivere con agiatezza, è insufficiente per lui solo; contrae debiti e pensa di disfarsi della paccottiglia della moglie. Si reca da un gioielliere con una collana, che Lantin pensa valga sei o otto franchi, e se la vede stimare quindicimila franchi; si reca allora da un altro gioielliere, e scopre che è quello che l'aveva venduta alla moglie per venticinquemila franchi, ma che è disposto a ricomprarla per diciottomila franchi. Lantin dapprima non capisce come sua moglie avesse potuto ottenere questi oggetti preziosi. Poi ritorna gioielliere, dapprima vergognoso, e gli vende anche il resto dei gioielli per quasi duecentomila franchi. È ricco: si dimette dal lavoro, comincia ad andare a teatro e a frequentare donnine allegre. Sei mesi dopo si risposa con una donna onestissima, ma che lo fa penare a causa di un brutto carattere.
"I gioielli" è un racconto simile alla maggior parte degli altri racconti della raccolta Chiaro di luna: «facili bozzetti, vivaci pagine d'occasione più che meditata opera d'arte; anche se non mancano quadri realistici disegnati con quell'infallibile sicurezza di mano e quella singolare immediatezza di effetti che contraddistinguono il preciso talento di narratore del Maupassant»[3]. Per Viktor Šklovskij il racconto di Maupassant è costruito sul procedimento dell'errore. In questo caso dei gioielli autentici vengono presi per falsi. Analogo meccanismo, ma di segno contrario, Maupassant lo ha adoperato nel racconto La collana dove dei gioielli falsi vengono presi per veri. Nei racconti degli errori la confusione di due dati concetti è motivata dalla somiglianza esteriore delle situazioni, con la possibilità di un duplice significato[4]. Tutti i racconti di Maupassant inoltre sono anche esempi di novella col parallelismo, nella quale si ha la comparazione di due oggetti; in questo caso il carattere di una donna viene paragonata all'autenticità dei gioielli[4].
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