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Introduzione al cristianesimo è un libro di Joseph Ratzinger pubblicato nel 1968, che affronta un'introduzione alla fede cristiana a partire dal Simbolo apostolico.

Introduzione al cristianesimo. Lezioni sul simbolo apostolico
Titolo originaleEinführung in das Christentum. Vorlesungen über das Apostolische Glaubensbekenntnis
Autorepapa Benedetto XVI
1ª ed. originale1968
1ª ed. italiana1969
Generesaggio
Sottogenereteologia
Lingua originaletedesco
Questa voce è parte della serie
Teologia di
papa Benedetto XVI

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Il libro nacque dalle lezioni tenute dal professor Ratzinger nell'Università di Tubinga nel 1967.


Contenuto



«Io credo... Amen»


Il libro si apre con una lunga introduzione sul concetto di "fede", svolta in due momenti: il problema del "credere" nel mondo moderno (in relazione alla mentalità tecnico-scientifica prevalente) e il problema della fede in rapporto con la Chiesa.

Secondo Ratzinger, la fede «non è una forma incompleta di conoscenza» in quanto appartiene «all'ambito delle decisioni fondamentali, di cui l'uomo deve inevitabilmente assumersi la responsabilità»:

«Credere cristianamente significa, in effetti, abbandonarsi con fiducia al senso che sostiene me e il mondo; significa accoglierlo come il solido fondamento su cui io posso stare senza timore. [...] Significa comprendere la nostra esistenza come risposta alla Parola, al Lògos che sostiene e mantiene in essere tutte le cose. Significa dare il proprio assenso a quel ‘senso’ che non siamo in grado di fabbricarci da noi, ma solo di ricevere come un dono»

(pag. 66)

La fede cristiana viene inoltre presentata a partire da una prospettiva personale:

«La fede è trovare un ‘tu’ che mi sostiene e che, nell’incompiutezza e nella profonda inappagabilità di ogni incontro umano, mi accorda la promessa di un amore indistruttibile, che non solo aspira all’eternità, ma ce la dona. La fede cristiana vive del fatto che non solo esiste obbiettivamente un senso, ma che questo senso mi conosce e mi ama. Conseguentemente, fede, fiducia e amore formano in ultima analisi un tutto unico e tutti i contenuti, attorno a cui la fede ruoto, sono unicamente concretizzazioni di quella svolta che sostiene tutto, dell’"io credo in te", ossia della scoperta di Dio guardando il volto dell’uomo Gesù di Nazareth.»

(pag. 72)

Infine, la presentazione della fede come "Parola" e come "Simbolo" porta a comprenderla come «essenzialmente collegata al 'tu' e al 'noi'»:

«C'è religione, in fondo, non nel ritiro solitario del mistico, ma solo nella comunità di chi annuncia e chi ascolta»

(pag. 87)

Dio


Ratzinger passa poi ad analizzare i contenuti del Simbolo apostolico, strutturato in tre parti fondamentali (Dio – Cristo – Spirito e Chiesa).

La trattazione su Dio viene affrontata a partire dal problema di "Dio" nell'esperienza umana. Prosegue quindi con la rivelazione della Bibbia ebraica (in cui Dio è concepito contemporaneamente come «Dio personale» e «Essere assoluto») fino a giungere all'esperienza della Chiesa primitiva (che dovette confrontarsi con il Dio della filosofia greca).

Nel mondo attuale, la fede nel Dio cristiano viene invece collegata a due scelte fondamentali:

  1. il «primato del Lògos» («la fede cristiana in Dio comporta innanzitutto la decisione per il primato del lògos sulla pura materia. [...] La fede implica che pensiero e significato non costituiscano solo un prodotto secondario e casuale dell'essere, ma che tutto l'essere sia prodotto del pensiero»
  2. il problema del Dio personale («la fede cristiana in Dio è un credere che il pensiero originario, di cui il mondo rappresenta il pensato, non sia una coscienza anonima e neutrale, ma sia libertà, amore creativo, Persona»). Da qui l'idea che «la suprema legge del mondo non è la necessità cosmica, ma la libertà».

La concezione di Dio come Persona (che porta con sé «il primato del particolare sull'universale») apre quindi la trattazione del problema della Trinità, di cui si presenta uno sforzo di comprensione secondo tre "tesi" (il "paradosso" trinitario «riguarda significato originario di unità e molteplicità», «è in funzione del concetto di persona e va inteso come un'implicanza interna di tale concetto», «fa riferimento al problema di assoluto e relativo, ed evidenzia l'assolutezza del relazionale»).

La professione di fede nella Trinità, secondo Ratzinger, apre quindi a una visione cristiana della realtà e dell'essere:

«Con l’idea che Dio, dal punto di vista della sostanza è Uno, ma che in lui esiste pure il fenomeno del dialogico, della differenziazione e della relazionalità del colloquio, per il pensiero cristiano la categoria della ‘relazione’ venne ad assumere un’importanza completamente nuova. L’esperienza del Dio dialogante, del Dio che non è soltanto Logos, ma anche dià-lògos, non solo Pensiero e Senso, ma manche Colloquio e Parola nella reciprocità dei parlanti, questa esperienza scardina l’antica suddivisione della realtà in sostanza, ciò che è proprio, e accidenti, ciò che è soltanto casuale. Ora appare chiaro che accanto alla sostanza si trova il dialogo, la relatio, come forma ugualmente originaria dell’essere.»

(pag. 172)

Gesù Cristo


La trattazione sulla professione di fede in Gesù parte dal problema del rapporto tra Gesù storico e Gesù della fede. Rispetto all'approccio della teologia moderna (che deve "scegliere" tra «Gesù o Cristo») Ratzinger argomenta la tesi che «Gesù sussiste soltanto come il Cristo e il Cristo non altrimenti che in Gesù», a partire dalla comprensione e dall'approfondimento dei contenuti della fede primitiva (in particolare, nella teologia giovannea) e del processo che portò alla nascita del dogma cristologico.

Vengono quindi analizzata le vie della cristologia, che nascono dalla professione di fede in Gesù Cristo, e definiscono alcuni contenuti fondamentali della fede cristiana: il problema dell'incarnazione, il problema della redenzione (soteriologia) e il problema dell'escatologia (Cristo come «ultimo uomo» il nuovo adamo).

Segue un consistente excursus in cui, a partire dalla professione di fede nella Trinità e in Gesù come Cristo, Ratzinger delinea alcune «strutture fondamentali dell'essere cristiano» e tenta di offrire una sintesi dell'«essenza del cristianesimo»:

«Senza alcun pericolo di cadere in una fraseologia meramente sentimentale, possiamo affermare che i sei principi si sintetizzano, in ultima analisi, nell'unico principio: l'amore. [...] Il vero cristiano non è colui che appartiene allo stesso nostro gruppo confessionale, bensì colui che attraverso il suo essere cristiano, è divenuto veramente umano»

(pag. 260)

Infine, viene affrontato lo sviluppo della fede in Cristo presente nel Simbolo:


Lo Spirito e la Chiesa


Degli ultimi articoli del Simbolo (riguardanti lo Spirito Santo e la Chiesa) viene innanzitutto sottolineata l'unità intrinseca, in quanto trattano del «prolungamento della storia di Cristo nel dono dello Spirito».

Vengono quindi affrontati in particolare due problemi: quello della Chiesa (definita "santa" e "cattolica") e quello della «resurrezione della carne».


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