L'abbazia di Northanger (Northanger Abbey), pubblicato in Italia anche con i titoli Caterina e Catherine Morland[1] è forse il romanzo meno conosciuto e meno di successo di Jane Austen: fu terminato nel 1803, ma pubblicato solo nel 1818, dopo la morte della scrittrice.
L'abbazia di Northanger | |
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Titolo originale | Northanger Abbey |
Altri titoli | Caterina, Catherine Morland[1] |
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Autore | Jane Austen |
1ª ed. originale | 1818 |
Genere | romanzo |
Lingua originale | inglese |
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Il romanzo si compone di due volumi di 15 capitoli ciascuno, più un capitolo finale (che rappresenta una sorta d'appendice), presente in quasi tutti i romanzi della Austen. Di per sé il libro ha una trama piuttosto semplice e anche i personaggi sono ordinari: non ci sono grandi passioni, né personalità complesse.
La storia ruota intorno alla figura di Catherine Morland, che l'autrice descrive ironicamente come un'anti-eroina, diciassettenne ingenua e un po' ignorante, con l'unica passione della lettura dei romanzi gotici, molto in voga a quei tempi. La ragazza, che abita con la sua famiglia in un villaggio di campagna, viene invitata dai vicini di casa, i coniugi Allen, a trascorrere un periodo di vacanza nella cittadina di Bath: qui ella ha i primi approcci con la società di allora, fatta di apparenza e sentimentalismo, tra un ballo, una sera a teatro ed una passeggiata nella via principale. Agli antipodi sono le due famiglie che Catherine incontra sul suo cammino: i Thorpe, cattivi, e i Tilney, buoni
Il viaggio di Catherine all'Abbazia di Northanger, ospite dei Tilney, la porterà a fantasticare di vivere una situazione simile a quella dei suoi romanzi preferiti, sino ad immaginare un delitto mai compiuto e a ricercare nei cassetti documenti persi nel tempo, ottenendo sempre nella realtà grosse delusioni.
Filo conduttore è l'adorazione di Catherine per Henry Tilney, che sfocerà, dopo alcune difficoltà e malintesi, nel matrimonio. Interessante è la figura del Signor Tilney, padre di Henry, che cerca di influenzare fin dall'inizio le decisioni degli altri personaggi, anche se vittima lui stesso di molte incomprensioni.
L'abbazia di Northanger è una parodia ben riuscita del romanzo sentimentale (già affrontato da Henry Fielding in Shamela e Joseph Andrews) e del romanzo gotico, così in voga allora. La sua protagonista è un'anti-eroina, elevata paradossalmente al ruolo di eroina durante le sue piccole indagini all'interno dell'abbazia, ma è in realtà un personaggio ingenuo, semplice, distante dalle figure di donne cui la letteratura aveva abituato (vedi Pamela, o la virtù premiata di Samuel Richardson). Molte volte viene nominato I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe, uno dei romanzi gotici più famosi in quegli anni.
Nel primo capitolo viene citato il baseball, come uno dei passatempi a cui si dedica la protagonista. Secondo alcuni studiosi, si tratta della prima menzione scritta di tale sport.[2]
Il libro era già terminato nel 1803, ma fu pubblicato solo postumo nel 1818 insieme a Persuasione dall'editore John Murray, il quale tre anni prima aveva già pubblicato Emma, in quattro volumi con una tiratura per l'epoca non minima: 2500 copie. Il romanzo viene pubblicato con un avvertimento scritto dall'autrice:[3]
«Questo breve lavoro venne terminato nel 1803, ed era destinato a un'immediata pubblicazione. Fu ceduto a un editore, fu persino reclamizzato, e l'autrice non è mai riuscita a sapere perché la cosa non sia andata oltre. Che un editore abbia creduto valesse la pena di acquistare qualcosa che poi non ritenne opportuno pubblicare, è piuttosto strano...» |
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