Portiamo anche a spasso i cani (—We Also Walk Dogs nella versione originale) è un racconto di fantascienza scritto da Robert A. Heinlein, pubblicato in Astounding Science Fiction nel luglio del 1941 con lo pseudonimo di Anson MacDonald. Venne inserita nella raccolta di storie brevi Le verdi colline della Terra (The Green Hills of Earth, 1951) e successivamente ne La storia futura (The Past Through Tomorrow, 1967)[1].
Portiamo anche a spasso i cani | |
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Titolo originale | —We Also Walk Dogs |
Altro titolo | Il fiore dell'oblio |
Autore | Robert Anson Heinlein |
1ª ed. originale | 1941 |
1ª ed. italiana | 1962 |
Genere | racconto |
Sottogenere | fantascienza |
Lingua originale | inglese |
Serie | Storia futura |
Preceduto da | Come è bello ritornare |
Seguito da | Luce musicale |
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È considerata l'opera maggiormente umoristica tra quelle prodotte dall'autore nel periodo prebellico[1].
Fa parte del ciclo della Storia futura[2].
Scritto nel febbraio 1941 fu pubblicato per la prima volta nel numero di luglio 1941[3] della rivista Astounding Science Fiction con lo pseudonimo di Anson MacDonald[4].
Ne esistono diverse traduzioni in italiano, la prima di Roberta Rambelli è stata pubblicata nel 1962 con il titolo Il fiore dell'oblio.
Quella di Paolo Busnelli che si intitola Portiamo anche a spasso i cani è stata pubblicata dalla Armenia Editore nel 1978 nella raccolta Le verdi colline della Terra. 10 racconti (The Green Hills of Earth, 1951[4]) e poi di nuovo nel 1980.
Quella di Giuseppe Lippi pure intitolata Portiamo anche a spasso i cani, è stata pubblicata dalla Mondadori nel 1987 e nel 1998, nell'antologia La storia futura[5]. Quest'ultima è basata sui testi sistemati da Heinlein, che ha apportato molte lievi modifiche alle opere del ciclo della Storia futura per aggiornarle e migliorarne la coerenza interna, in occasione dell'uscita della raccolta in volume The Past Through Tomorrow del 1967[6].
Ad una società che fornisce vari servizi personali, come personal shopper o dog sitter o trovare una sede per le feste, viene fatta una richiesta impossibile: permettere una conferenza interplanetaria da tenersi sulla Terra, la cui forte gravità la rende inospitale per le altre razze che abitano il sistema solare.
Gran parte della storia è dedicata non, come ci si potrebbe aspettare, alla scienza o all'ingegnerizzazione di un sistema di antigravità, ma al come il più grande fisico del mondo viene persuaso ad accettare il lavoro. Si scopre che desidera possedere un'antica ciotola di porcellana chiamata "Il fiore dell'oblio", che è custodita in un museo e che ha il potere di umanizzare tutti i personaggi[7].
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