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Romanzo criminale è un romanzo scritto dal giudice Giancarlo De Cataldo e ispirato alla vera storia della banda della Magliana, che opera in Italia a Roma a partire dalla fine degli anni settanta. Dal romanzo, pubblicato dalla casa editrice Einaudi, è stato tratto l'omonimo film diretto da Michele Placido, e la serie televisiva diretta da Stefano Sollima.

Romanzo criminale
AutoreGiancarlo De Cataldo
1ª ed. originale2002
Genereromanzo
Sottogeneresaggio romanzato, gangster
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneRoma, 1977-1992

Il romanzo descrive gli intricati traffici che intercorrono tra stato e criminalità negli anni settanta; la lotta tra bande per il controllo dei traffici di droghe, prostituzione e gioco d'azzardo nei vari quartieri della capitale; ripercorre inoltre, dal punto di vista della criminalità organizzata, la storia di un decennio d'Italia dal sequestro Moro in poi.


Trama


Nella Roma degli anni settanta una banda di criminali prende il potere in città con strategie di stampo mafioso. Tutti sembrano sottoposti al ricatto della droga e le forze dell'ordine sembrano troppo impegnate a combattere il terrorismo per occuparsi della malavita organizzata, senza accorgersi di quanto la città stia diventando preda di una organizzazione intelligente e spietata.

Il Libanese, il Freddo, il Dandi e Bufalo, accompagnati da altri personaggi più o meno di rilievo, prendono il potere sulla delinquenza comune e su quella malavita che fino ad allora si era limitata alla supremazia di quartiere. La conquista del territorio inizia con un sequestro di persona e soprattutto con la decisione di non spartirsi i soldi accumulati, ma di reinvestirli nell'acquisto di una partita di droga. Con poche efferate ma ben delineate mosse riescono così a ottenere il controllo su tutta la città e devono fermarsi solo a Centocelle e al Tuscolano, dove la banda locale riesce a mantenere le proprie posizioni.

L'organizzazione è capillare, parte dalla droga, ma riguarda anche altro, dallo strozzinaggio alla prostituzione e al gioco attraverso la gestione del Seven Climax, quello che sarà uno dei locali più in della città. La gestione organizzativa è a tutto tondo della banda; ci sono per esempio un addetto a “fare girare i soldi”, il Secco, e i “cavalli”, i piccoli spacciatori.


Prima parte


La banda nasce quando il Libanese e i suoi soci incontrano il Freddo e i suoi in seguito a un furto: l'auto del Libanese è stata rubata da un drogato detto Sorcio e rivenduta al Freddo. Dopo qualche momento di tensione, i due si accordano e danno origine a una associazione criminale. Il loro progetto è di costituire un'associazione simile alla mafia siciliana, superando i piccoli interessi in vista di obiettivi più ambiziosi.

Il primo colpo è il rapimento del barone Rosellini: il prigioniero viene affidato a un'altra banda. Uno dei guardiani inavvertitamente si fa vedere in volto, costringendoli a uccidere il barone; ciononostante il riscatto viene pagato. La banda, su suggerimento di Libanese e Freddo, decide di reinvestire la maggior parte del ricavato in traffico di droga.

A tale fine concludono un patto con la camorra di Raffaele Cutolo. Uno solo di loro, soprannominato Satana, non sta all'accordo e abbandona l'associazione.

A indagare sul rapimento sono il commissario Nicola Scialoja e il sostituto procuratore Fernando Borgia. Scialoja, seguendo il filo di alcune banconote segnate facenti parti del ricatto, risale a Patrizia, una prostituta legata al Dandi, uno dei capi della banda, ma non riesce a trovare prove concrete.

L'espandersi delle attività criminali del gruppo entra in conflitto con gli interessi del Terribile, un altro piccolo criminale di Roma. Egli, per disfarsi dei nemici, fa una soffiata alla polizia, facendo arrivare sotto la porta di casa del commissario Scialoja un foglietto dove è scritto il luogo dove è sepolto il corpo del barone Rosellini. Tutti i componenti della banda, a eccezione di Bufalo, finiscono in prigione ma, per mancanza di prove, vengono rilasciati poco dopo. In realtà una prova schiacciante c'era tramite un confronto dei nastri delle registrazioni degli interrogatori e la telefonata fatta alla famiglia del barone per dare informazioni su come pagare il riscatto di due miliardi richiesto. Dal confronto effettuato viene riconosciuta la voce di Scrocchiazzeppi ma un agente dei servizi segreti sostituisce il nastro con la voce registrata con uno altro vuoto. Scialoja e Borgia non hanno in mano più nessuna prova, quindi i membri della banda tornano presto a piede libero. Al suo rientro a casa il Libanese trova sul comodino il nastro sottratto alle prove con dentro un foglietto in cui è scritto "a buon rendere".

Nello stesso periodo Aldo Moro è rapito dalle Brigate Rosse. La banda viene inizialmente contattata per la liberazione, ma in seguito appare chiaro che a nessuno interessa salvare la vita del politico democristiano. Moro è giustiziato dai brigatisti un mese e mezzo dopo il rapimento.

Si decide finalmente di affrontare direttamente il Terribile. Viene ucciso una notte a colpi di pistola da un commando composto da quasi tutta la banda e dal Sardo. All'omicidio non partecipa il Libanese, che ha un motivo personale d'odio verso il Terribile e sarebbe il primo sospettato. Subito dopo il Freddo viene arrestato per una denuncia risalente a prima della formazione della banda. Il Libanese ammazza il denunciante per ripagare il Freddo dell'eliminazione del Terribile.

L'attività di reinvestimento del denaro sporco si espande. A Patrizia viene comperato un bordello di gran lusso e la banda apre una bisca clandestina di alto livello. Nel gruppo si infiltrano un rappresentante della mafia siciliana detto Nembo Kid, due agenti segreti soprannominati Zeta e Pi greco, e un esponente dell'estrema destra chiamato il Nero.

Zeta e Pi greco cercano di confondere le indagini e ricattano il commissario Scialoja, reo di avere fatto fuggire in Francia una attivista di sinistra sospettata di terrorismo e lo costringono a farsi trasferire a Modena.

Il Nero, su richiesta delle due spie e con il supporto di un esponente della mafia, ammazza il Pidocchio, un giornalista scandalistico. L'evento corrisponde, nella storia reale, all'assassinio di Mino Pecorelli. Un personaggio politico detto il Vecchio tira le fila di Zeta e Pi greco. Usa la pressione della forza pubblica per costringere la banda a collaborare con i suoi progetti: fa arrestare alcuni di loro, tra cui il Libanese, per un breve periodo; fa chiudere la bisca e il bordello.

Il rapporto tra Libanese e Freddo si guasta a causa del rapporto con i servizi segreti, che Freddo non approva, e delle ambizioni grandiose e irrealiste di Libanese. Egli diventa sempre più teso, perde molto al gioco e una sera, dopo avere contratto un grosso debito con uno dei fratelli Gemito, vecchi alleati del Terribile, rifiuta di pagare e li insulta brutalmente. La reazione non si fa attendere: il Libanese viene ucciso per strada la notte stessa.

Nel frattempo Scialoja partecipa alle operazioni di salvataggio dopo la strage alla stazione di Bologna. Si convince a ritornare a Roma e continuare le indagini sulla banda, riuscendo, tramite amicizie del procuratore Borgia e farsi ritrasferire a Roma.


Seconda parte


La banda, ora guidata dal Freddo, cerca di vendicare il Libanese, ma inizialmente con scarso successo. Il Sardo esce dal manicomio criminale e pretende di avere più potere e denaro. Viene eliminato. Finalmente la banda riesce a scovare e assassinare i fratelli Gemito ma, durante l'ultimo agguato, Bufalo e Ricotta sono catturati dalla polizia. Il Dandi, che aveva partecipato all'azione con funzioni di copertura, alla vista della polizia non interviene, abbandonando i compagni. Ciò gli provocherà l'odio di Ricotta e Bufalo, e in particolare quest'ultimo coverà sempre un violento risentimento verso Dandi, che intanto si lega sempre di più alla mafia siciliana e ai servizi segreti. Comincia a fare affari da solo con Trentadenari senza informare gli altri.

Quando Patrizia esce dal carcere, riallaccia la relazione con Scialoja e, prima di lasciarlo definitivamente, gli rivela l'ubicazione delle armi della banda nel sotterraneo del ministero. Il deposito viene svelato e il guardiano rivela il nome di alcuni dei membri della banda alla polizia.

Mentre il Freddo si trova in carcere per strascichi di vecchi crimini, il resto della banda diventa sempre più instabile e violento. Effettuano vendette sanguinarie contro rivali di piccolo calibro. Nembo Kid è incaricato da zio Carlo di assassinare un banchiere a Milano (nella realtà si tratta del tentativo di uccidere Roberto Rosone, vice presidente del Banco Ambrosiano) ma l'operazione va storta e viene ucciso dalla polizia.

Il Freddo sta per uccidere il Sorcio, che aveva venduto dell'eroina al fratello Gigio, quando vengono entrambi arrestati. Il Sorcio si pente e rivela tutta la struttura della banda agli investigatori. Tutti vengono arrestati, tranne il Dandi.


Terza parte


Dandi è comunque catturato in seguito mentre fa visita a Patrizia. Grazie alle dichiarazioni del Sorcio tutti vengono condannati a molti anni di reclusione al di fuori del Dandi, ma non verrà mai riconosciuta in sede legale l'esistenza di una "banda", ovvero di un'organizzazione criminale di stampo mafioso. Il Dandi riesce ad avere l'assoluzione e la pulizia della sua fedina penale grazie alla lista ritrovata in seguito a un furto in una banca della lista segreta della P2. Dandi usa la lista per comprarsi la libertà e inoltre chiede anche che venga lasciato evadere un altro membro della banda, che comincia a nutrire un profondo risentimento nei suoi confronti. A evadere sarà Fierolocchio.

Bufalo cova un odio rabbioso contro Dandi ma accetta di dimenticarsi di lui grazie a un accordo con il Dandi stesso. Un accordo che gli aprirà le porte di un manicomio criminale e non del carcere.

Il Freddo, intanto, ottiene tramite Donatella del sangue infetto da un arabo e viene ricoverato per adenocarcinoma del sistema linfatico in ospedale. Prima della sentenza che lo condannerà ad anni di carcere, riuscirà a scappare con l'aiuto del Nero e fuggirà in America Latina, per fermarsi poi a Managua. Li rimarrà per almeno quattro anni, insieme a Roberta, gestendo un ristorante, fino a quando suo fratello Gigio verrà ritrovato morto una mattina: ucciso da Buffoni per vendicarsi della morte del fratello Sergio, avvenuta per mano del Freddo stesso tempo prima. Il Buffoni agisce in seguito alla falsa notizia, messa in giro dal Secco, che il Dandi, nel frattempo, sia stato assassinato dal Freddo stesso. Il Freddo allora capisce che è il momento di chiudere con la latitanza e riceve la visita di Scialoja, che nel frattempo è riuscito a rintracciarlo e al quale si costituisce, chiedendo di vedere il giudice Borgia.

Il Bufalo, uscito dal manicomio criminale insieme a un suo vecchio compagno di cella, il Pischello, al Conte Ugolino (un toscano) e Fierolocchio, decide di avviare una nuova organizzazione, ma per farlo devono togliere di mezzo il Dandi. Lo uccideranno una mattina davanti all'antiquario di fiducia. A uccidere materialmente il Dandi sarà il Conte Ugolino, anche se dell'omicidio verrà falsamente accusato il Freddo.


Personaggi


Lo stesso argomento in dettaglio: Personaggi di Romanzo criminale.

I membri della banda



Edizioni


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[es] Roma criminal (novela)

Roma criminal o Una novela criminal (Romanzo criminale) es una novela escrita por el juez Giancarlo de Cataldo. Está inspirada en la verdadera historia de la banda de la Magliana, la cual operó en Roma (Italia) desde finales de los años setenta y los años noventa. Esta novela, publicada por la casa editorial Einaudi, inspiró la película homónima de Michele Placido y la serie de televisión dirigida por Stefano Sollima.
- [it] Romanzo criminale (romanzo)



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