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Jeeg robot d'acciaio (鋼鉄ジーグ Kōtetsu Jiigu?) è un manga giapponese di genere mecha esordito su una rivista edita dalla Kōdansha nell'aprile 1975. Venne ideato da Gō Nagai e dal disegnatore Tatsuya Yasuda. Dal manga venne tratta nello stesso anno una serie televisiva anime di 46 episodi, prodotta dalla Toei Animation. La storia tratta del risveglio dal sonno millenario dell'antico popolo Yamatai che vorrebbe conquistare il mondo ma viene contrastato dal robot Jeeg.

Jeeg robot d'acciaio
鋼鉄ジーグ
(Kōtetsu Jiigu)
Copertina del secondo volume dell'edizione italiana
Generefantascienza, mecha
Manga
TestiGō Nagai
DisegniTatsuya Yasuda
EditoreKōdansha
RivistaDynamic Manga
Targetshōnen
1ª edizioneaprile 1975
Tankōbon2 (completa)
Editore it.Dynamic Italia
Collana ed. it.Dynamic Manga
1ª edizione it.marzo/aprile giugno/luglio 2002
Periodicità it.bimestrale
Volumi it.2 (completa)
Testi it.Yuka
Serie TV anime
Jeeg robot d'acciaio
AutoreGō Nagai
RegiaYoshio Nitta, Kazuja Miyazaki, Masayuki Akehi, Yugo Serikawa, Tomoharu Katsumata, Masamune Ochiai
SceneggiaturaToyohiro Andou, Hiroyasu Yamaura, Keisuke Fujikawa
Char. designKazuo Nakamura
Dir. artisticaGeki Katsumata
MusicheChūmei Watanabe
StudioToei Animation, Dynamic Planning
ReteTV Asahi
1ª TV5 ottobre 1975 29 agosto 1976
Episodi46 (completa)
Durata ep.30 min
Rete it.Televisioni locali
1ª TV it.1979
Episodi it.46 (completa)
Durata ep. it.22 min
Seguito daShin Jeeg Robot d'acciaio

Trama


Il professor Shiba, noto scienziato giapponese, durante una ricerca archeologica nel Kyūshū, scopre una vecchia campana di bronzo. Decifrate le antiche iscrizioni che l'adornavano, viene a conoscenza dell'esistenza di un popolo tecnologicamente avanzatissimo: l'antico regno Yamatai, governato dalla malvagia regina Himika. Il regno Yamatai non si era estinto, si era ibernato nella roccia in attesa di ritornare in vita: solo la magica campana di bronzo gli avrebbe permesso di conquistare il mondo. Per questo il professore decide di nascondere la campana e durante un grave incidente di laboratorio viene disgraziatamente coinvolto suo figlio Hiroshi, al quale salva la vita trasformandolo in cyborg e miniaturizzandogli nel petto la campana, rendendolo invulnerabile. Hiroshi cresce senza essere a conoscenza di tutto ciò; diventa un grande campione di Formula 1. Nel primo episodio Il risveglio dei mostri, durante una corsa automobilistica, Hiroshi è vittima di un grave incidente, dal quale esce incredibilmente illeso: ma nulla gli lascia intuire la sua invulnerabilità. In quegli stessi istanti rinascono dalle rocce i guerrieri Haniwa che insieme a uno dei tre ministri della Regina, Himika, aggrediscono il professore ferendolo gravemente, per ottenere la campana di bronzo. Miwa Uzuki, la sua giovane e dolce assistente, lo ritrova e lo riporta morente a casa della sua famiglia, dove morirà fra le braccia del figlio Hiroshi, ma non prima di avergli consegnato una strana collanina con la testa di un robot e un paio di misteriosi guanti. È il segreto di Jeeg! Il professor Shiba ha però creato, prima di morire, un computer dove ha riversato tutta la sua conoscenza: ed è questa che rivela al figlio di potersi trasformare in Jeeg, il robot d'acciaio, destinato a difendere l'umanità dai terribili mostri Haniwa. Hiroshi, unendo i guanti, sfrutta l'energia derivatagli dalla campana di bronzo e trasforma il suo corpo nella testa di Jeeg, poi per completare il robot ha bisogno della collaborazione di Miwa, che gli lancia il resto dei componenti dal Big Shooter. Comincia così la lunga guerra che vede il giovane Hiroshi, ribelle e presuntuoso ma sicuramente coraggioso, combattere contro i mostri Haniwa, creati della perfida regina Himika e comandati dai suoi tre ministri: Ikima, Mimashi ed Amaso. Inizialmente Hiroshi, inconsapevole del segreto che porta nel suo petto, lotterà senza grande senso di umanità, ma poi, poco alla volta, prenderà coscienza della sua responsabilità e maturerà nello spirito e nel carattere. Nelle battaglie il padre gli sarà sempre vicino, consigliandolo e aiutandolo direttamente o tramite la sua assistente Miwa (alla quale è stata affidata la guida del Big Shooter), o attraverso i suoi scienziati, collaboratori della Base Antiatomica, il laboratorio di ricerca da lui diretto in vita e ora gestito dal suo diretto aiutante, il prof. Dairi. Dopo vari tentativi falliti, la regina Himika scopre il segreto della campana di bronzo riuscendo a radiografarla dal petto di Hiroshi. Così ne interpreta le iscrizioni ed invoca il malvagio Imperatore del Drago (noto anche come il Signore del Drago), ma quest'ultimo, anziché venirle in aiuto, la ucciderà per sostituirsi a lei sul trono.

Da allora, la guerra con Jeeg e gli umani si inasprisce: ma nello stesso tempo, lo stato d'animo dei ministri di Himika, ancora fedeli alla loro regina, crea malessere all'interno dell'impero Yamatai. Mimashi, il più fedele dei tre rivive i momenti cui l'usurpatore uccide la sua Regina ed aizza il suo popolo contro il Signore del Drago, convincendo anche Ikima ed Amaso. Avvalendosi del mostro Haniwa Genko sferra la rivolta ma fallisce miseramente e viene ucciso senza pietà dall'Imperatore. Ikima e Amaso si assoggettano al Signore del Drago ma saranno sempre bistrattati da quest'ultimo, il quale affiderà la battaglia sempre di più a Flora. Evocata in precedenza dall'Imperatore, la giovane guerriera umana si trova molto vicina al Signore del Drago, il quale ha avuto il pregio di ridarle la vita sin da piccola, quando era stata inavvertitamente uccisa durante una battaglia (nella quale i suoi genitori erano morti) mentre cercava di salvare un cucciolo di lupo.

Flora ha sangue umano nelle vene e non riesce a dimenticare il suo cuore umano. Inizialmente si mostra ostile verso Hiroshi, colpendolo nei suoi punti più deboli come la famiglia e l'onore. Tuttavia il giovane Shiba si accorge dell 'animo buono di Flora, al punto da cercare di convincerla a tornare sui suoi passi. Il Signore del Drago riesce sempre ad averla vinta sui sentimenti di Flora, in nome di quell'antica gratitudine. Nell'episodio Preso in ostaggio Hiroshi viene rapito e portato nel regno Yamatai per essere giustiziato: in quell'occasione Flora capisce i suoi errori e tradisce il suo Imperatore liberando Hiroshi, del quale forse si è anche innamorata. Dopodiché la giovane guerriera si schianta eroicamente contro l'Astronave di Himika nel tentativo di fermarla.

La guerra non ha limiti ma l'impero Yamatai, dopo le varie sconfitte, va sempre più indebolendosi: solo un attacco in massa può portare alla vittoria. Jeeg si difende strenuamente al punto di rischiare la disfatta. Il computer della base, con all'interno professor Shiba virtuale, viene sganciato attraverso la Navicella Spaziale per dar manforte a Jeeg. Questi si schianta, sacrificandosi, contro l'astronave di Himika uccidendone gli occupanti (compreso Ikima). Desideroso di vendicare il padre, Hiroshi riprende fiducia in sé, trovandosi faccia a faccia con il perfido Signore del Drago. Un duro scontro lo porta a vincere contro il suo potente nemico.

La guerra è finita, Hiroshi è maturato e ha acquistato una grande sicurezza di sé, sarà sempre disposto a difendere la sua famiglia e il suo popolo, in nome della pace.


Personaggi



Eroi



Nemici



Altri personaggi



Armamenti e mecha



Riferimenti storici


Il robot Jeeg è stato ideato con criteri commerciali, ma la trama è stata pensata riferendosi alla storia antica del Giappone come in molti anime di genere fantascientifico e come, in generale, in molte delle produzioni di Go Nagai. Se in Mazinga Z il punto di partenza era la leggenda degli automi dell'isola di Micene, e i nemici del Grande Mazinger sono gli abitanti stessi, redivivi, dell'antica Micene, trasformati in cyborg o mostri guerrieri, in Jeeg è invece il periodo della storia del Giappone che va dal III secolo a.C. al III secolo d.C. noto come periodo Yayoi e immediatamente precedente al periodo Yamato con il quale avvenne la nascita dell'impero giapponese.

Della civiltà Yayoi, civiltà stanziale frutto dell'incontro tra l'antica cultura Jōmon locale e nuovi apporti continentali, sono numerosi i ritrovamenti di bronzo, come spade e campane. Ancora negli anni settanta devono aver avuto luogo molti ritrovamenti archeologici, e questi devono aver ispirato Nagai. In particolare, nel tardo periodo Yayoi, tra il I e il III secolo, si ebbe in Giappone il cosiddetto potentato Yamatai, un'antica forma statale, un'organizzazione feudale sulla quale abbiamo pochissime informazioni pervenuteci dalla storiografia cinese. La serie di Jeeg diventa in tal modo un tuffo in un passato localizzato essenzialmente nelle isole nipponiche, così come le vicende sembrano essere rivolte ad un pubblico fortemente connotato nella provenienza e nell'estrazione culturale. Gli stessi nomi dei "ministri" della regina Himika (identificata con una Himiko, o Pimiko vissuta probabilmente tra il II e il III secolo), vengono mutuati dai nomi di antiche province giapponesi. Infine anche la "campana di bronzo" è un riferimento ai manufatti del periodo Yajoi, in cui le dōtaku erano campane rituali, utilizzate con finalità religiose. Tuttavia questi elementi non sono immediatamente riconoscibili dagli spettatori non giapponesi.


La regina Himika


Il personaggio sembra basato sulla figura della regina Himiko o Pimiko (il nome originale della regina, in kanji (卑弥呼?)), che si ritiene realmente esistita tra il 175 e il 248. Il suo nome (nella forma cinese Beimihu) compare difatti nelle cronache cinesi della dinastia Wei (Wei Zhi), dove è descritta come la sovrana del popolo di Yamatai (in kanji (邪馬台国 Yamataikoku?, "Regno Yamatai")) che, grazie alle sue arti magiche, si trovava costantemente «in diretto contatto con gli Dei».
Viveva - sempre secondo questa descrizione - in una grande abitazione separata dal popolo, attorniata da un elevato numero di servitori, che poi l'avrebbero (secondo le usanze dell'epoca) seguita nella tomba.

Si sarebbe pertanto trattato di una regina sciamana, forse identificabile con una monarca protostorica della linea imperiale dello stato di Yamato (vissuta forse nel terzo secolo dopo Cristo), che diventerà in seguito l'Impero del Giappone. Numerosi reperti sono stati rinvenuti in kofun di illustri famiglie, quale quella degli Iwai che rivaleggiò con Yamato.

Il nome dell'impero della regina Himika è stato cambiato nel cartone animato, al pari di quello della sua regina, in Impero Jamatai (邪魔大王国 Jamatai Ōkoku?), sfruttando un gioco di omofonie per renderne più sinistro il nome.
Curiosamente nella versione italiana è ritornato ad essere Yamatai. Non ci è dato sapere se l'adattatore abbia svolto un buon lavoro di ricerca enciclopedica o se semplicemente abbia errato nel trascrivere la pronuncia della "J" secondo le regole della lingua italiana, invece che quelle della traslitterazione corretta, che si basa sull'inglese.

Questo è un fatto che si è ripetuto molte volte nel corso dell'adattamento di serie animate giapponesi, come nel caso di Koichi (il protagonista di Babil Junior) e di Chibiusa della saga Sailor Moon, pronunciati con la "C" dura, nonché Sakuragi, dal manga e anime Slam Dunk, che dovrebbe essere pronunciato "sacuraghi". Anche la j è stata a volte pronunciata all'italiana: ad esempio, in alcuni episodi di Moon Mask Rider, ninja è diventato "ninia", mentre nella serie animata UFO Baby il cognome di Kanata Saionji è diventato "Saionii". Il personaggio è apparso e nominato anche nel reboot della serie Tomb Raider, sia nel videogioco del 2013 che nel suo adattamento cinematografico del 2018.


Le statuette Haniwa


A partire dal 250 si sviluppa in Giappone l'usanza delle Kofun (古墳?), le cosiddette tombe a tumulo, pratica che continuò anche nel periodo Yamato, e fino al VI secolo.

Gli Haniwa (埴輪? ; letteralmente "cilindri d'argilla") erano statuette in argilla raffiguranti genericamente oggetti (entō haniwa) o animali e poi persone (keishō haniwa). I secondi dovevano svolgere una qualche funzione religiosa, seppure non chiarissima: forse testimoniavano la credenza in una reincarnazione o resurrezione, o forse avevano la funzione di proteggere il defunto presso cui erano poste. O, piuttosto, sostituivano simbolicamente - secondo l'usanza cinese - la famiglia di servitori che avrebbero dovuto aver l'obbligo di seguire il sovrano nel regno dei morti. Con il progredire della civiltà, infatti, erano queste ad essere seppellite insieme ai signori alla loro morte, al posto dei loro servitori reali.

Molte di queste statuette si ritrovano, in tutto e per tutto uguali, nel cartone animato. Tra queste, i più importanti nel cartone animato sono però gli Haniwa in forma di guerrieri, che costituiscono i guerrieri della regina nella prima parte dell'anime (nella seconda puntata dell'anime si vede l'origine di questi dalle antiche statuine).

A partire dal V secolo si trovano anche Haniwa composti da cavallo e cavaliere (sekijin sekiba). Secondo alcune teorie il cavallo sarebbe arrivato in Giappone proprio in questo periodo, ad opera di invasori stranieri. Difficile non leggervi un richiamo a questo nel momento in cui Jeeg (puntata n. 28) si unisce al cavallo magnetico Antares e assume le sembianze di un centauro.

Queste ultime, derivanti da un modello culturale cinese, erano infatti una stilizzazione dei soldati e dei servitori, e li rappresentavano.


Le campane di bronzo


Sono numerosi i ritrovamenti di antiche campane di bronzo (in giapponese dōtaku (銅鐸?) di quel periodo storico, nel complesso se ne sono ritrovate più di 400: la campana di bronzo del prof. Shiba sarebbe una di queste, ma con alcune specifiche caratteristiche prodigiose.

C'è da dire che mentre in Europa tutte le campane sono in bronzo, in Corea invalse poi l'usanza cinese di farle in ferro. Le più antiche e sacre erano quindi in bronzo, ma solo fino al VII secolo. In Giappone i metalli per produrle erano scarsi, ed il bronzo era dunque tanto prezioso da assumere i connotati della sacralità.

Queste campane avevano un'importanza rituale e c'è chi ritiene fossero collegate ai riti sciamanici di invocazione di divinità. La loro funzione religiosa si deduce dal loro progressivo crescere di dimensioni. Non necessariamente venivano suonate e venivano istoriate con animali sacri o - probabilmente - antenati divinizzati.


Yamata no Orochi


Un riferimento all'antica mitologia giapponese è poi l'astronave dell'impero Yamatai.

Questa è infatti la versione fantascientifica di Orochi (八岐の大蛇 Yamata no Orochi?), mostro della tradizione nipponica dalle otto teste di drago (simile all'Idra della mitologia greca).

La leggenda lo riporta come un mostro sanguinario che dominava la provincia di Izumo e richiedeva vergini in sacrificio. Con lui si scontra addirittura il dio Susanō appena giunto sulla Terra. Altre incarnazioni di Yamata no Orochi si ritrovano spesso nella cultura popolare giapponese.


Takeru, il guerriero prediletto di Himika


Era un principe giapponese semileggendario, forse realmente esistito: era figlio dell'Imperatore del Giappone e visse combattendo in modo eroico, sia contro gli uomini che contro i demoni, nel periodo Kofun (circa dal 200 al 500 d.C.). In quel tempo, all'inizio, vi era l'anarchia e la lotta tra i vari regni tribali, e solo successivamente avvenne l'unificazione del paese che diede così origine al Regno Yamatai.

Il nome completo dell'eroe è Takeru Yamato e rappresenta l'equivalente giapponese del "cavaliere senza macchia e senza paura" del medioevo europeo. Il suo nome significa, letteralmente, "Eroe del Giappone". Come dire, l'Eroe per eccellenza. Infatti, "Yamato" era il nome con cui veniva definito il Giappone classico, mentre "Takeru" è un verbo che esprime il concetto di "eccellere, essere superiore", e, per estensione, indica l'eroe. Gli eventi narrati nella leggenda di Takeru Yamato sono contenuti nei poemi epici giapponesi dell'VIII secolo, chiamati Kojiki e Nihonshoki.


Manga



Anime


Lo stesso argomento in dettaglio: Episodi di Jeeg robot d'acciaio e Shin Jeeg Robot d'acciaio.

Edizione italiana


La serie televisiva è stata trasmessa per la prima volta in Italia nel 1979[2][3] col titolo Jeeg Robot - Uomo d'acciaio, riscuotendo molto successo come molte altre serie del genere. Per la successiva pubblicazione in DVD la serie è stata invece intitolata Jeeg robot d'acciaio.

Logo originale della serie
Logo originale della serie

Sequel


Nel 2006 è stato prodotto un sequel, Shin Jeeg Robot d'acciaio, che presenta una versione rinnovata sia nello stile che nei colori: attraverso l'energia delle campane convogliata nei guanti, una moto di colore rosso, guidata dallo studente Kenji Kusanagi, si trasforma nella testa del robot. La serie si colloca in una nuova continuity presentando notevoli differenze con la storia originale, per esempio la presenza in vita del padre di Hiroshi, Senjiro Shiba, e il ritorno di Himika, che non è morta come narrato nella prima serie; a tal proposito, la nuova serie ignora l'esistenza del Signore del Drago.


Doppiaggio


Nome originale Nome italianoVoce originaleVoce italiana
Shiba Hiroshi (司馬 宙?) Hiroshi ShibaFuruya Tōru (古谷 徹?)Romano Malaspina
Uzuki Miwa (卯月 美和?) Miwa UzukiYoshida Rihoko (吉田 理保子?)Emanuela Rossi
Shiba Senjirō (司馬 遷次郎?) Prof. Senjiro ShibaMurase Masahiko (村瀬 正彦?)Elio Zamuto
Dairi Shochō (ダイリ 所長?) Prof. Hiroshi DairiTanonaka Isamu (田の中 勇?)Guido De Salvi
Shiba Mayumi (司馬 まゆみ?) Mayumi ShibaTakahashi Kazue (高橋 和枝?)Francesca Guadagno
Chibi (チビ?) ShortyYamada "Keaton" Shunji (山田 俊司?)Riccardo Rossi
Kurowashi no Don (黒鷲のドン?)
(lett. Don dell'Aquila Nera)
Don MyosekiOgata Kenichi (緒方 賢一?)Enzo Consoli
Pancho (パンチョ?) PanchoKatō Osamu (加藤 修?)Vittorio Stagni
Shiba Kikue (司馬 菊江?) Kikue ShibaYamaguchi Nana (山口 奈々?)Liliana Jovino
Joō Himika (女王 ヒミカ?) Regina HimikaTakahashi Kazue (高橋 和枝?)Anna Teresa Eugeni
Ikima (イキマ?) IkimaOgata Kenichi (緒方 賢一?)Aldo Barberito
Mario Milita
Mimashi (ミマシ?) MimashiKatō Osamu (加藤 修?)Diego Reggente
Amaso (アマソ?) AmasoYamada "Keaton" Shunji (山田 俊司?)Renzo Stacchi
Ryūma Teiō (竜魔 帝王?) Signore del Drago
Imperatore del Drago
Katō Osamu (加藤 修?)Andrea Lala
Flora Shōgun (フローラ 将軍?) Generale FloraYamaguchi Nana (山口 奈々?)Alba Cardilli

(Fonti: Pagine su Jeeg robot d'acciaio dal sito encirobot[4] e scheda dei doppiatori dal sito "Il mondo dei doppiatori" di Antonio Genna[5])


Sigla italiana


La sigla italiana Jeeg Robot, fu cantata sulla base originale giapponese scritta da Michiaki Watanabe. L'uso del minimoog, è stato ideato e sovrapposto sulla base originale dal musicista Carlo Maria Cordio. All'epoca della registrazione (1979), la Meeting Music non esisteva ancora e l'etichetta discografica che mise in commercio la versione originale italiana fu la CLS Records di Detto Mariano. Roberto Fogu, in arte Fogus, fu scelto quale interprete da Giuseppe Giacchi amministratore delegato della CAM. Fogu era un pianista romano che prestò la sua voce sia per questa sigla che per Ryu il ragazzo delle caverne. I cori della sigla furono affidati ai Fratelli Balestra.

Esiste una seconda versione della sigla di Jeeg Robot, interpretata dai Superobots, curata da Olimpio Petrossi e pubblicata dalla RCA Italiana sempre nel 1979 come Lato B del 45 giri de Il Grande Mazinger[6].

Nonostante un arrangiamento assai differente e con un evidente errore nel testo ("...se dallo spazio arriverà una nemica civiltà" è infatti errato, poiché i nemici di Jeeg Robot provengono tutti dalle viscere della Terra, e infatti, nella più corretta versione, il testo, in quel punto, dice "...se dal passato arriverà una nemica civiltà") riscosse un buon successo. Il motivo dell'esistenza di questa cover, uscita sul mercato prima della versione originale, è da cercarsi nella diffidenza di Detto Mariano relativa alla possibilità di successo di Jeeg Robot dato che la serie non veniva trasmessa dalla RAI ma dalle reti private. Per paura di un flop, il proprietario della CLS decise di non realizzare il 45 giri lasciando praticamente alla RCA la possibilità di realizzare la sua versione utilizzandola come retro della sigla del Grande Mazinga. Il 45 giri con la versione originale fu pubblicato successivamente alla versione della RCA in seguito a una telefonata di Mariano ad un suo amico proprietario di un negozio di dischi a Roma che gli fece notare come la sigla originale fosse invece richiestissima proprio perché trasmessa dalle TV private, e anche che doveva in tempi strettissimi produrre ed inviargli numerose copie del disco originale. La stampa fu quindi realizzata in tutta fretta con in copertina la foto di Amaso e non di Jeeg. Lo stesso Detto Mariano dichiarò che non aveva assolutamente idea delle fattezze di Jeeg e che, se non avessero trovato quell'immagine di Amaso[7], forse il disco non sarebbe nemmeno uscito.


Film


Jeeg il "robot d'acciaio" contro i mostri di roccia! - La più grande vittoria di Jeeg Robot è un film di montaggio, della durata di 80 minuti, prodotto in Italia dalla Eole Financiere assemblando alcuni episodi della serie animata. Il film, che presenta la sigla italiana, uscì nei cinema il 17 novembre 1979, distribuito dalla Italian Pictures. Tra i pochi ad aver recensito il film c'è Paolo Mereghetti, che l'ha definito un'operazione "raffazzonata" con un montaggio "pessimo e ripetitivo", dandogli la valutazione minima.[8] Il film venne distribuito anche in VHS dalla CVD nel 1981 e nel 1982. Il 16 dicembre 2003 la Millennium Storm pubblicò la prima edizione DVD, mentre il 3 novembre 2006 la Stormovie pubblicò una nuova "collector's edition" con vari contenuti speciali e un libretto allegato. In DVD il film è stato distribuito col titolo Jeeg Robot contro i mostri di roccia.


Note


  1. N.A.Spinella "Fenomenologia dell'eroe di cartone", Ycp 2013, ISBN 9788891108500, pp. 62 e ss.
  2. Che cosa vedremo in tv nei prossimi 6 giorni - Lunedì, in Stampa Sera, n. 73, 1979, p. 20.
  3. Tv private - Tele Torino Int., in Stampa Sera, n. 75, 1979, p. 23.
  4. Pagine su "Jeeg robot d'acciaio" dal sito encirobot
  5. Scheda su Jeeg robot d'acciaio dal sito "Il mondo dei doppiatori" di Antonio Genna
  6. Cover di Jeeg Robot, su siglandia.net, Siglandia (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  7. Scheda sigla, su encirobot.com, Enciclorobopedia.
  8. Il Mereghetti: Dizionario dei film 2013, p. 2912

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


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Portale Fantascienza

На других языках


- [it] Jeeg robot d'acciaio

[ru] Steel Jeeg

Steel Jeeg (яп. 鋼鉄ジーグ Котэцу Дзигу, букв.«Стальной Джиг») — аниме-сериал, снятый студией Toei Animation[1]. Транслировался по телеканалу NET (ныне TV Asahi) С 5 октября 1975 года по 29 августа 1976 года. Сериал был дублирован на итальянском и испанском языках[2]. На основе оригинала в 2007 году выпущено продолжение — Kotetsushin Jeeg, которое показывалось по телеканалу WOWOW[3][4]. В 2015 году в Италии вышел фильм They Call Me Jeeg, являющийся данью уважения работе Го Нагаи[5].



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