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L'ippogrifo è una creatura leggendaria. Il suo nome deriva dalle parole greche ἵππος híppos ("cavallo") e γρύψ grýps ("grifone"). L'ippogrifo è infatti una creatura alata, originata dall'incrocio tra un cavallo ed un grifone, con testa e ali, zampe anteriori di aquila, ed il resto del corpo da cavallo.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Ippogrifo (disambigua).
Illustrazione di un ippogrifo
Illustrazione di un ippogrifo

Descrizione


La prima menzione della parola ippogrifo si deve a Luciano di Samosata nel suo romanzo, La storia vera, risalente al II secolo d.C. La parola non si riferisce tuttavia alla creatura in sé, cui origine è ben più tarda, bensì a uomini cavalcanti "grandi grifi", che catturano i protagonisti per portarli, secondo il racconto, al cospetto del re selenita Endimione.

Nel cinquecentesco Orlando Furioso, Ludovico Ariosto inventa la creatura vera e propria. L'ippogrifo viene cavalcato dal mago Atlante, per poi venire soggiogato da Bradamante e quindi utilizzato da Ruggero. Viene inoltre cavalcato da Astolfo che vola su di esso in Etiopia. Nel Canto IV viene fornita la seguente descrizione:

Ruggero libera Angelica di Jean Auguste Dominique Ingres. Il dipinto raffigura l'episodio dell'Orlando Furioso in cui Ruggero, a cavallo di un ippogrifo, sta salvando Angelica prossima a essere divorata da un mostro marino, l'Orca di Ebuda.
Ruggero libera Angelica di Jean Auguste Dominique Ingres. Il dipinto raffigura l'episodio dell'Orlando Furioso in cui Ruggero, a cavallo di un ippogrifo, sta salvando Angelica prossima a essere divorata da un mostro marino, l'Orca di Ebuda.
18
Non è finto il destrier, ma naturale,
ch'una giumenta generò d'un Grifo:
simile al padre avea la piuma e l'ale,
li piedi anteriori, il capo e il grifo;
in tutte l'altre membra parea quale
era la madre, e chiamasi ippogrifo;
che nei monti Rifei vengon, ma rari,
molto di là dagli aghiacciati mari.
19
Quivi per forza lo tirò d'incanto;
e poi che l'ebbe, ad altro non attese,
e con studio e fatica operò tanto,
ch'a sella e briglia il cavalcò in un mese:
così ch'in terra e in aria e in ogni canto
lo facea volteggiar senza contese.
Non finzion d'incanto, come il resto,
ma vero e natural si vedea questo.

La figura dell'ippogrifo venne ideata dall'Ariosto basandosi sulla metafora latina di Virgilio "incrociare grifoni con cavalli"; secondo il mito, infatti, i due animali sarebbero stati nemici naturali. Negli scenari fantastici in cui sono presenti, infatti, sono bestie molto rare, proprio per questa inimicizia tra grifoni e cavalli, pari a quella tra cani e gatti.

Nelle Leggende di Carlo Magno Thomas Bulfinch lo descrive così:

Come un grifone, ha la testa di un'aquila, zampe dotate di artigli, ali coperte di piume, con il resto del corpo di un cavallo. Questo strano animale è chiamato Ippogrifo.

L'ippogrifo sembra essere più facile da domare rispetto ai grifoni. Nelle leggende e nei racconti in cui questo animale fantastico appare, è di solito l'animale domestico di un cavaliere o un mago. Funge da eccezionale destriero, poiché può volare veloce come un fulmine. Si dice che sia onnivoro, e che quindi mangi sia piante sia carne.

Un ippogrifo di nome Fierobecco appare sia nei romanzi della saga di Harry Potter sia nella loro trasposizione cinematografica.


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[ru] Гиппогриф

Гиппогриф (греч. Ἱππόγρυπας) — мифическое существо: полуконь-полугрифон, при этом грифон сам сочетает в себе черты льва и орла.



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