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Karel Heida è un personaggio letterario creato dalla scrittrice italoamericana Ben Pastor.
Giovane aristocratico nato a Praga, tenente di cavalleria, insieme al medico ebreo Solomon Meisl è il protagonista di due romanzi di genere giallo-storico ambientati in coincidenza con lo scoppio della prima guerra mondiale.

Karel Heida
UniversoImpero austro ungarico
Prima guerra mondiale
Lingua orig.Inglese
AutoreBen Pastor
EditoreRomanzi inediti negli USA
1ª app.2002
Editore it.Hobby & Work
1ª app. it.2002
SessoMaschio
Luogo di nascitaPraga
Data di nascitamaggio del 1890
ProfessioneUfficiale di carriera nell'imperial-regio esercito austro ungarico

La famiglia


Karel (in tedesco Karl) Otakar conte Czernin von Heida, nasce a Praga nel maggio del 1890.
In origine la famiglia Czernin era protestante, di osservanza ussita; al tempo narrato nei romanzi, e sin dal secolo XVIII, è però tornata ad essere cattolica. Un prozio di Karel, il cardinale Leone Skrbensky, è infatti l'arcivescovo di Praga.
La madre di Karel sin da ragazza era stata in ottimi rapporti d'amicizia con Sophie Chotek, la sposa morganatica dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria, uccisa con lui nell'attentato di Sarajevo.
Karel ha una sorella maggiore di un anno, Drahomira detta Didi, che gli somiglia molto, anche se ha gli occhi castani e non celesti; non è bellissima in senso classico, però possiede ugualmente un certo fascino. È una ragazza moderna e sportiva, fuma di nascosto, ama il tennis e si interessa di moda.
Il personaggio notevole della famiglia è in ogni caso Klementina Laurentia, principessa Lobkowicz, la nonna materna di Heida. L'anziana signora è stata temprata da numerosi lutti famigliari: nel 1859 a San Martino, nel corso della guerra contro l'Italia, ha perduto due fratelli, e nel 1866, durante la guerra contro la Prussia, il marito Franz Jaromir è perito nella battaglia di Sadowa, lasciandola vedova in giovanissima età. Malgrado l'intelligenza e la forza d'animo di cui è dotata, tutti – sottovalutandola - si sentono in dovere di proteggerla, nascondendole gli aspetti più spiacevoli della realtà.


Descrizione psicofisica


Al tempo narrato nei romanzi Karel Heida non ha ancora venticinque anni. Alto, biondo, pallido, con gli occhi celesti, fisicamente è il ritratto vivente del nonno materno – il principe Lobkowicz – morto circa cinquant'anni prima più o meno alla sua stessa età.
Non gioca d'azzardo, non fuma, non eccede con l'alcol, cavalca divinamente. Ha ricevuto un'ottima educazione, è un perfetto soldato e possiede evidenti attitudini al comando; le sue esperienze di vita però sono ancora molto limitate. Ha viaggiato pochissimo in Patria e ancora meno all'estero: da piccolo è stato a Venezia ma del viaggio non ricorda quasi nulla. I suoi rapporti con le donne sono ispirati da alti ideali romantici che si mescolano senza fatica agli impeti e alle curiosità proprie della sua giovane età.
Anche per ciò che riguarda l'evento bellico, sono gli ideali e le illusioni a prendere il sopravvento su considerazioni di tipo più pragmatico: Heida è propenso ad identificare la sua partecipazione alla guerra con la via più diretta per raggiungere la gloria. Inizialmente, prima di arrivare a sospettare che combattere significhi anche rischiare di morire, è soprattutto preoccupato che la guerra possa concludersi troppo rapidamente, impedendogli di mettersi alla prova.
Malgrado le sue numerose doti, essere ufficiale di etnia ceca in un Impero di lingua e tradizione tedesca spesso gli rende le cose più difficili. Come appartenente ad una minoranza etnica ha persino ricevuto volantini e minacce da parte dell'organizzazione terroristica “Mano Nera” (Ujedinjenje ili Smirt), costantemente desiderosa di attrarre nuovi simpatizzanti verso la causa serba.
Karel Heida è un ammiratore dell'opera di Conan Doyle; egli stesso si trova spesso coinvolto – in maniera più o meno ufficiale – nelle indagini su eventi criminosi: indagini alle quali, pur non essendo un investigatore professionista, applica comunque la propria curiosità e un cocciuto amore per la verità.
Di nascosto legge anche Der Kunstwart, un giornale d'avanguardia letteraria, assieme alle poesie di Holderlin e Kleist. Da lui molto apprezzati anche gli autori francesi: Flaubert, Balzac, Zola.


La casa


Il palazzo degli Czernin, così come quello dei Lobkowicz, sorge ai piedi della Collina del Castello (Hràdchany), nel quartiere praghese di Mala Strana (il Piccolo Quartiere, in tedesco detto Kleinseite).
L'edificio originario è opera dell'architetto italiano Aliprandi; la famiglia – un tempo protestante - lo aveva perduto nel corso delle guerre civili e di religione approdate alla battaglia della Montagna Bianca (8 novembre 1620), recuperandolo soltanto in seguito alla riconversione al cattolicesimo, nel 1702. Nel corso del tempo sono stati realizzati numerosi restauri, ma il palazzo in sostanza è rimasto quello originario; al tempo narrato nei romanzi sono state apportate solo due modifiche importanti: l'introduzione di bagni moderni e l'installazione del telefono.
Il palazzo è costituito da molte sale (compresa quella da musica), ha una ricca biblioteca ed una cappella privata.


La carriera militare


Unico figlio maschio della famiglia, Karel Heida è stato destinato quasi naturalmente alla carriera militare: da parte sua, in ogni caso, non ci sono mai state obiezioni.
Per quattro anni ha studiato a Wiener Neustadt, nell'omonima accademia riservata ai rampolli dell'aristocrazia. Al tempo narrato nei romanzi ha raggiunto il grado di Primo Tenente dei Lanceri nel IX Reggimento Principe Lobkowicz che prende il nome dal suo defunto ed eroico nonno materno[1] ed è inquadrato nell'VIII Corpo d'Armata, di stanza nella caserma della Loreta.[2]
Il comandante di Heida è il colonnello Johann Leopold von Trott, burbero e tradizionalista.


La guerra



Le armi


Al di là della dotazione d'ordinanza, Heida – in virtù delle sue ottime qualità come tiratore – è autorizzato a portare una pistola Steyr M.12


Il cavallo


Il cavallo di Heida è un grigio pomellato, lipizzano, chiamato Zhizhka in onore dell'omonimo e leggendario patriota ceco, vissuto nel secolo XV.


Le donne



Collegamento letterario


Karel conte Czernin von Heida, insieme al dottore ebreo Solomon Meisl, che nell'imminenza della guerra diventa suo buon amico e che con lui condivide numerose esperienze investigative, viene ricordato anche in un'altra parte dell'universo narrativo di Ben Pastor: nel racconto La finestra sui tetti, ambientato nel 1943 ed appartenente al ciclo con Martin Bora, il protagonista si trova momentaneamente a Praga e cerca – senza però trovarli – i due uomini, che avevano avuto rapporti personali e professionali con il suo patrigno Edwin von Sickingen.

«Prese l'elenco telefonico [...]. Bora passò alla lettera M e cercò “Meisl, Solomon”, inutilmente. Si rammentò poi che l'esatta grafia in ceco era “Maisel”, e guardò sotto MA. Trovò parecchie persone ma non la vecchia conoscenza del suo patrigno generale, un medico con cui certo aveva solo chiacchierato di quel che lo affascinava della cultura ebraica: il sionismo e la Palestina. Parlava di Meisl alla stregua di un ebreo che sapeva “annusare il vento come un bravo esploratore a cavallo”, al contrario di tanti altri. Chissà: se pure ancora viveva, forse Meisl era davvero emigrato in Palestina ben prima del '38.
Bora girò le pagine a ritroso, cercando sotto CZ il nome “Czernin”, che trovò - ma non Karel Otakar Czernin von Heida. Allora tenente praghese, il suo patrigno lo aveva voluto nel suo reggimento prussiano dopo che l'esercito austroungarico aveva rischiato la rotta sul fronte orientale. Il generale ne aveva perso le tracce quando il giovane era stato trasferito sul fronte italiano. Questo pomeriggio Bora lo immaginava sopravvivere alla guerra, tornare, raggiungere la mezza età (oggi avrebbe avuto una cinquantina d'anni, da qualche parte in quel che era stata la Cecoslovacchia o altrove.); o forse era morto nella Grande Guerra, restando per sempre così come il suo patrigno l'aveva conosciuto, più giovane dei ventinove anni di Bora e ignaro di come il mondo sarebbe mutato, anche per gli slavi germanizzati. Praga, d'oro o meno, sopravviveva.»

(Ben Pastor, La finestra sui tetti, traduzione di Judy Faellini e Paola Bonini)

Bibliografia



Romanzi



Note


  1. In precedenza la denominazione era diversa: XI Reggimento Ulano Nicola II Zar di Russia.
  2. Così detta perché fa parte di un complesso di edifici che comprende anche la chiesa di Nostra Signora di Loreto.

Voci correlate


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