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Kašèj o Koščej l'immortale (in russo: Кощей Бессмертный?, traslitterato: Koščej Bessmertnyj) è un personaggio malvagio della mitologia slava normalmente rappresentato da un uomo anziano, emaciato, dall'aspetto sgradevole, ricchissimo ma molto avaro, che cerca sempre di concupire qualche giovane ragazza.
Nella lingua russa parlata si dice «magro come Koščej» oppure «avaro come Koščej».

Koščej
Koščej - ill. di Ivan Jakovlevič Bilibin (XIX secolo)
Sagamitologia slava
Nome orig.Кощей (Koščej)
Lingua orig.Russo
SessoMaschio

Il passatempo preferito di Koščej è custodire e ammirare il suo oro nei bauli. È detto «l'immortale» perché non può essere ucciso se non viene prima distrutta la sua anima che però tiene separata dal corpo e ben nascosta dentro un ago, all'interno di un uovo, dentro un'anatra che nascosta all'interno di una lepre rinchiusa in una sacca di pelle, che sta dentro una cesta di ferro sepolta ai piedi di una grande quercia nella favolosa isola di Bujan in mezzo al vasto oceano. Può inoltre trasformarsi in un drago ed è l'equivalente maschile della strega Baba Jaga[1].

Si ritiene che la figura di Koščej possa aver avuto origine dalla demonizzazione del khan Konchak, comandante dei Cumani nella seconda metà del XII secolo citato nel Canto della schiera di Igor.


Nella cultura di massa


Nel romanzo Lunedì inizia sabato dei fratelli Strugackij (1965), Koščej è trattenuto nel vivarium dell'Istituto di ricerca su magia e stregoneria di Solovets: «Mi soffermai vicino a Koščei il Senza Morte. Il grande mascalzone abitava in una gabbia separata e confortevole, con tappeti, impianto di condizionamento dell’aria e scaffali per libri. Alle pareti della gabbia erano appesi i ritratti di Gengis Khan, Himmler, Caterina de’ Medici, uno dei Borgia e un altro… probabilmente Goldwater o McCarthy. Koščei in persona, con le gambe incrociate, stava di fronte a un grande leggio con una copia offset del Malleus Maleficarum. Allo stesso tempo faceva degli sgradevoli movimenti con le lunghe dita: come se stesse avvitando, infiggendo e strappando qualcosa. Era trattenuto in carcerazione preventiva infinita fin tanto che erano in corso le infinite indagini sui suoi infiniti crimini (...)»[2].


Note


  1. Johns A (2004), Baba Yaga: The Ambiguous Mother and Witch of the Russian Folktale, Peter Lang, ISBN 0-8204-6769-3.
  2. Arkadij Strugatskij e Boris Strugatskij, Lunedì inizia sabato, Ronzani Editore, 2019, ISBN 978-88-87007-22-0.

Bibliografia



Voci correlate



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[fr] Kochtcheï

Dans les contes merveilleux russes, Kochtcheï (russe : Коще́й, aussi Koschei, Kachtcheï, Kashchey ou Kościej (en polonais) est un personnage négatif, appartenant à la catégorie des adversaires. Sa principale fonction est d'enlever les princesses des contes[1]. Il est qualifié d'« immortel », plus exactement de « Sans mort »[2], sa mort étant extérieure à lui. Il peut être remplacé par un serpent ou un dragon. Son personnage est passé dans la littérature, l'opéra, le cinéma...
- [it] Koščej

[ru] Кощей

Коще́й (Каще́й) Бессме́ртный (вероятно от кость, первоначальное значение — «худой, тощий»[1]) — персонаж восточнославянской мифологии и фольклора (особенно волшебной сказки). Изначально — аналог Аида. В фольклоре — злой чародей и некромант, смерть которого спрятана в нескольких, вложенных друг в друга, волшебных животных и предметах: «На море на океане есть остров, на том острове дуб стоит, под дубом сундук зарыт, в сундуке — заяц, в зайце — утка, в утке — яйцо, в яйце — игла, — смерть Кощея»[2].



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