Leopold Bloom è il protagonista di Ulysses di James Joyce, nel quale ha una funzione parallela a quella di Ulisse nell'Odissea omerica. Il personaggio di Bloom è basato per alcuni tratti su Italo Svevo, che fu allievo e amico di Joyce[1]. Come l'eroe greco nell'Odissea, anche Leopold Bloom non è presente all'inizio della vicenda e appare solo nel capitolo quarto, il primo della seconda parte, corrispondente all'episodio di Calipso dell'Odissea. Joyce introduce Bloom con queste famose parole:
«Mr Leopold Bloom mangiava con gran gusto le interiora di animali e volatili. Gli piaceva la spessa minestra di rigaglie, gozzi piccanti, un cuore ripieno di arrosto, fette di fegato impanate e fritte, uova di merluzzo fritte. Più di tutto gli piacevano i rognoni di castrato alla griglia che gli lasciavano nel palato un fine gusto d'urina leggermente aromatica.[2]» |
Nato nel 1866, Bloom è l'unico figlio di Rudolph Bloom, un ebreo ungherese nato a Szombathely con il nome di Rudolf Virág, emigrato in Irlanda (ove cambiò nome) e convertitosi al protestantesimo (in seguito suicida), e di Ellen Higgins, un'irlandese di religione protestante. Ha sposato la cantante Marion "Molly" Tweedy l'8 ottobre 1888, e da lei ha avuto una figlia, Millicent (Milly), nata nel 1889; un altro figlio, Rudolph (Rudy), nato nel dicembre 1893, è vissuto solo undici giorni. Vive con la famiglia al numero sette di Eccles Street a Dublino.
In Ulisse l'attenzione è focalizzata principalmente su Bloom e sulla sua odissea moderna attraverso le strade di Dublino durante un'unica giornata, il 16 giugno del 1904, e sulle persone che incontra.[3] Il 16 giugno è festeggiato annualmente dagli appassionati di Joyce come Bloomsday, con letture, convegni, mostre eccetera.
Nel girovagare per la città, i pensieri che preoccupano di più Bloom sono la relazione tra Molly e il suo impresario Hugh "Blazes" Boylan, e, dopo aver partecipato al funerale dell'amico Paddy Dignam, la morte del figlio Rudy. L'assenza di un figlio porta Leopold-Ulisse a prendere in simpatia Stephen-Telemaco, e a proteggere il giovane nell'ultimo episodio della seconda parte del romanzo, portandolo fuori da un bordello, accompagnandolo a casa propria e infine offrendogli un posto dove studiare e lavorare. Bloom si confronta anche con le tendenze scioviniste di molti concittadini, e rivela la sua inclinazione al voyeurismo e al masochismo. Con lo pseudonimo Henry Flower, tiene una relazione epistolare con Marta Clofford, una donna che non ha mai incontrato conosciuta tramite un'inserzione sul giornale. Bloom detesta la violenza e la sua relativa indifferenza verso il nazionalismo irlandese lo porta ad essere sempre in disaccordo con molti connazionali.
L'influenza del personaggio joyciano è tale da essere rilevante anche al di fuori della letteratura:
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