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Melanzio (in greco antico: Μελανθεύς, -ύ, Melanthéus[1], in latino: Melanthius, -i) è un personaggio dell'Odissea. È il capraio del palazzo di Odisseo.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Melanzio (disambigua).
Melanzio
SagaOdissea
Nome orig.Μελανθεύς
Epitetomal capraio
1ª app. inOdissea di Omero, IX secolo a.C. circa
SessoMaschio
Professionecapraio

Il personaggio


Melanzio è un servo di Odisseo che tradisce il suo antico padrone per mettersi dalla parte dei Proci. Figlio di Dolio e fratello della giovane ancella Melanto, vive sull'isola di Itaca e si contrappone per contegno ed etica ad Eumeo, il servo fedele.

Il capraio ha una personalità tracotante e viscida. Cerca d'affiliarsi al pretendente Eurimaco, al quale non fa mancare alcuna premura.


Melanzio nell'Odissea


Melanzio compare nel Libro XVII dell'Odissea. Odisseo ed Eumeo lo incontrano mentre conduce il fior delle greggi di Itaca alla reggia perché finiscano sulle tavole dei Proci. Melanzio apostrofa e insolentisce i due, insultando Odisseo - che è sotto le spoglie di un povero viandante mercé un prodigio compiuto da Atena - e perfino osa allentargli un calcio. Solo la prudenza trattiene Odisseo dall'ammazzarlo all'istante con un colpo di bastone.

Quando incontra di nuovo Odisseo nella reggia, lo minaccia e solo l'arrivo dell'altro servo fedele dell'eroe - Filezio - separa i due.

Nel Libro XXI i Proci incaricano Melanzio di accendere il fuoco con cui scaldare l'arco della contesa per Penelope e di ungerlo con il grasso.

Durante la strage dei pretendenti (Libro XXII) il capraio si prodiga per andare nei piani superiori a prendere armi per i Proci: una prima volta ci riesce, ma poi viene intercettato da Eumeo. Per ordine di Odisseo, tuttavia, Melanzio non viene ucciso immediatamente: Eumeo lo prende prigioniero, incatenandolo in una posizione dolorosa. Alla fine della strage Melanzio paga il fio del suo tradimento in maniera atroce: Telemaco con al suo seguito i fidi Eumeo e Filezio gli mozzano naso e orecchi, lo evirano, gettando quindi i testicoli del capraio ai cani, e per concludere l'opera gli amputano le mani, facendolo morire per dissanguamento. Eva Cantarella definisce la fine cui Odisseo destina - a sangue freddo - Melanzio "la morte di un infame"[2].


Influenza culturale


A Melanzio è intitolato il cratere Melanzio su Teti[3].


Note


  1. Anche Μελάνθιος, da non confondersi con l'omonimo Troiano ucciso da Euripilo
  2. "Itaca: eroi, donne, potere tra vendetta e diritto" di Eva Cantarella, pag. 171
  3. (EN) Melanthius, su Gazetteer of Planetary Nomenclature. URL consultato l'8 gennaio 2016.

Bibliografia



Voci correlate


Portale Letteratura
Portale Mitologia greca

На других языках


- [it] Melanzio

[ru] Меланфий (сын Долия)

Мела́нфий (др.-греч. Μελάνθιος), сын Долия — второстепенный персонаж «Одиссеи» Гомера[1][2]. Раб Одиссея, козопас[3]; в отличие от других пастухов (Евмея и Филетия), оставшихся верными хозяину, оскорбил Одиссея, когда тот был в образе нищего. Позже убит им[4]. Схвачен, связан и подвешен к потолку[5], затем разрезан на части и скормлен собакам[6] (этот эпизод упоминает Феокрит[7]). Гигин ошибочно называет его одним из женихов[8].



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