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Penelope (in greco antico: Πηνελόπεια, -ας, Pēnelópeia, -as, poi Πηνελόπη, -ης; in latino: Pēnĕlŏpe, -es) è una figura della mitologia greca, figlia di Icario e di Policaste (o di Peribea), moglie di Ulisse, regina di Itaca, madre di Telemaco, Poliporte e Arcesilao. Discendeva da parte di padre dal grande eroe Perseo (Icario era suo nipote) ed era cugina di Elena. Prende il nome da un mito riguardante la sua infanzia: quando nacque fu gettata in mare per ordine del padre e fu salvata da alcune anatre che, tenendola a galla, la portarono verso la spiaggia più vicina. Dopo questo evento, i genitori la ripresero con loro e le diedero il nome di Penelope (che significa appunto "anatra").[1] Tuttavia per alcuni il nome è connesso all'evento della tela che la vide protagonista nell'Odissea (dal gr. pēné, tela).

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Penelope (disambigua).
Penelope
SagaCiclo Troiano
Nome orig.Πηνελόπεια, Πηνελόπη (Pēnĕlŏpe)
Lingua orig.Greco antico
AutoreOmero
Specieumano
SessoFemmina
ProfessioneRegina di Itaca
Penelope ed Ulisse nel talamo nuziale, 1563 ca, dipinto di Francesco Primaticcio, New York, Sammlung Wildenstein
Penelope ed Ulisse nel talamo nuziale, 1563 ca, dipinto di Francesco Primaticcio, New York, Sammlung Wildenstein
Illustrazione dell'Odissea: Atena, nelle sembianze della sorella Iftime annuncia il ritorno di Telemaco a Penelope
Illustrazione dell'Odissea: Atena, nelle sembianze della sorella Iftime annuncia il ritorno di Telemaco a Penelope

Attese per vent'anni il ritorno di Ulisse, partito per la guerra di Troia, crescendo da sola il piccolo Telemaco e evitando di scegliere uno tra i proci, nobili pretendenti alla sua mano, anche grazie al famoso stratagemma della tela: di giorno tesseva il sudario per Laerte, padre di Ulisse, mentre di notte lo disfaceva. Avendo promesso ai proci che avrebbe scelto il futuro marito al termine del lavoro, rimandava all'infinito il momento della scelta. L'astuzia di Penelope, tuttavia, durò meno di quattro anni a causa di un'ancella traditrice che riferì ai proci l'inganno della regina. Alla fine, Ulisse tornò, uccise i proci e si ricongiunse con la moglie. Penelope è il simbolo per antonomasia della fedeltà coniugale femminile. Tornato nuovamente a casa dopo l'estremo viaggio, Ulisse poté nuovamente godere della moglie e secondo una versione la rese incinta di altri due figli: Poliporte e Arcesilao.

Nella Telegonia, opera che concludeva il ciclo troiano di cui sono rimasti pochissimi versi ed il riassunto in Proclo, Penelope, dopo la morte di Odisseo per mano di Telegono (figlio di Odisseo e Circe, che non lo aveva riconosciuto), sposa Telegono, mentre Telemaco sposa Circe.[2]


La tela di Penelope


La tela di Penelope fu un celebre stratagemma, narrato nell'Odissea, creato da Penelope, che per non addivenire a nuove nozze, stante la prolungata assenza da Itaca del marito Ulisse, aveva subordinato la scelta del pretendente all'ultimazione di quello che avrebbe dovuto essere il sudario di Laerte, padre di Ulisse. Per impedire che ciò accadesse la notte disfaceva ciò che tesseva durante il giorno. Tutt'oggi si cita la tela di Penelope per riferirsi ad un lavoro buono nelle intenzioni ma "impossibile", che non potrà mai avere termine perché ogni volta ricomincia dall'inizio.


Pareri secondari


Non tutte le versioni sostengono la castità e la fedeltà di Penelope verso il marito; secondo alcune leggende la donna amò il dio Ermes, con il quale condivise il suo letto e dal quale fu addirittura resa incinta, concependo il dio Pan; un'altra versione sostiene invece che cedette al proco Anfinomo. Nella stessa Odissea, infatti, Penelope ha un comportamento ambiguo nei confronti dei proci: secondo un'interpretazione, desiderosa di risposarsi non prende questa decisione perché teme il giudizio del popolo. Nell'epitome della Biblioteca di Apollodoro è riportato che Ulisse, tornato in possesso di Itaca, rispedisce la moglie dal padre Icario perché si era fatta sedurre da Antinoo, uno dei proci[3].


Caratteristiche di Penelope


Penelope rappresenta, all'interno dell'Odissea, l'ideale di donna del mondo omerico, un vero e proprio modello di comportamento. Ella è la sintesi di bellezza, regalità, intelligenza, pudore, fedeltà e astuzia. Una donna capace di aspettare l'uomo che ama anche se tradita durante il viaggio di ritorno del marito, senza mai dubitare del suo amore. Infatti, viene definita alter ego di Odisseo Ulisse, come per il figlio Telemaco.


Influenza culturale


Per Dante Alighieri neppure l'amore di Penelope trattenne Ulisse dal folle viaggio oltre le colonne d'Ercole, descritto nel famoso canto dell'Inferno nella Divina Commedia. Boccaccio non crede alle sue infedeltà e la inserisce tra le donne famose nel suo De mulieribus claris. A Penelope è intitolato il cratere Penelope su Teti[4].


Note


  1. Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, III, 10 6 e 9, Pausania, Geografia, III 12 2
  2. https://www.treccani.it/enciclopedia/telegono/
  3. Eva Cantarella, Itaca, Milano, Feltrinelli, 2002.
  4. (EN) Penelope, su Gazetteer of Planetary Nomenclature. URL consultato l'8 gennaio 2016.

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Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 47558096 · CERL cnp00588978 · LCCN (EN) n2018071028 · GND (DE) 118790277 · BNE (ES) XX546519 (data) · BNF (FR) cb124806442 (data) · J9U (EN, HE) 987011425240305171 · WorldCat Identities (EN) viaf-47558096
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На других языках


[fr] Pénélope

Dans la mythologie grecque, Pénélope (chez Homère Πηνελόπεια / Pênelópeia, chez les auteurs postérieurs Πηνελόπη / Pênelópê), fille d'Icarios, est l'épouse fidèle d'Ulysse dont elle a un fils, Télémaque. Elle apparaît pour la première fois dans l’Odyssée, où elle est présentée comme l'épouse fidèle par excellence. Elle tient tête aux prétendants qui veulent qu'elle se remarie avec l'un d'eux et elle protège la vie de son fils. Après le retour d'Ulysse, Pénélope, prudente, ruse afin de s'assurer qu'il s'agit bien de son véritable mari. Cette vision du personnage reste la plus influente des versions du mythe présentes chez les auteurs antiques, grecs puis romains.
- [it] Penelope

[ru] Пенелопа

Пенело́па (др.-греч. Πηνελόπη, лат. Penelope) — персонаж греческой мифологии, супруга царя Итаки Одиссея и мать Телемаха, один из центральных образов поэмы Гомера «Одиссея». Пенелопа принадлежала, по разным данным, к спартанскому или мессенскому царскому роду. Одиссею она досталась либо в качестве выигрыша в состязании по бегу, либо в результате сделки с её дядей Тиндареем, связанной с замужеством Елены Прекрасной. Вскоре после рождения сына Одиссей уехал под Трою, и Пенелопа на двадцать лет осталась одна. Согласно классической версии мифа, она хранила верность мужу, хотя большинство итакийцев не верило в его возвращение. Руки Пенелопы настойчиво добивались больше сотни молодых аристократов с Итаки и соседних островов. Чтобы выиграть время, она пошла на уловку — добилась отсрочки до тех пор, пока не соткёт саван для свёкра, а сама по ночам распускала сделанное за день. Вскоре после того, как эта хитрость была раскрыта, на Итаку вернулся Одиссей и перебил женихов. Однако ему пришлось уйти в изгнание, а Пенелопа осталась на Итаке, которой теперь правил её сын. Позже Одиссей снова смог вернуться. После гибели мужа Пенелопа стала женой его убийцы — сына Одиссея от Кирки Телегона. Её жизнь закончилась на Островах Блаженных.



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