Il mondo alla rovescia (in latino mundus inversus) è un tòpos dell'immaginario collettivo e della creazione artistica e narrativa, ricorrente in ambito letterario e iconografico, nel quale si propone un radicale rovesciamento di ruoli e relazioni sociali, il sovvertimento dei valori correnti e accettati, delle norme e delle gerarchie sociali, dei rapporti di forza tra soggetti diversi. La trasgressione insita nel capovolgimento dell'ordine sociale e simbolico può essere immaginata realizzarsi all'interno di una sfera circoscritta (ad esempio, nel mondo umano) o avvenire nell'interazione tra sfere e mondi diversi (ad esempio, nei rapporti tra regno animale e uomini).
Il tema del capovolgimento ricorre in opere letterarie fin dall'antichità, ma è molto frequentato anche in ambito figurativo, in quest'ultimo caso con scelte iconografiche delle più varie: a volte, la metafora del mondo rovesciato si sostanzia semplicemente in una rappresentazione artistica di un vero e proprio ribaltamento dell'ordine fisico o posturale, con uomini che camminano sulla testa e i piedi rivolti all'insù, pesci che volano, o altre iconografie.
Il tema di un mondo contro-natura è presente già in testi della letteratura greca e latina, ma anche in testi egizi e appare con immagini di particolare forza narrativa anche nell'arte e nell'iconografia occidentale in epoca medievale e moderna.
La sua attualizzazione dà corpo alle aspettative di un cambiamento epocale nei rapporti di forza, che migliori la società riscrivendone le regole e l'ordinamento, in modo così drastico da prefigurare una vera e propria rivoluzione sociale.
Il rovesciamento del mondo si sostanzia spesso nelle forme di rappresentazioni con inversioni di ruoli e relazioni tra bestie ed esseri umani (lepri che cacciano uomini, animali che cavalcano esseri umani, pecore che tosano il pastore, ecc.).
In altri casi, si assiste all'inversione simbolica di relazioni gerarchiche, con figure subordinate che assumono un ruolo sovraordinato rispetto al consueto tenore dei rapporti di forza e potere con le loro controparti (servo/padrone, ricco/mendicante, maestro/allievo, genitori/figli, sacerdote/fedele, marito/moglie, femmine/maschi ecc.), con travolgimento del consueto ordine sociale.
Immagini di tal sorta sono ricorrenti nell'arte medievale, in sculture e manoscritti miniati, a partire dal risveglio del XII secolo[1], fino agli incunaboli e alle incisioni delle cinquecentine.
In varie culture e tradizioni popolari esistono momenti istituzionalizzati in cui sono ammesse, o tollerate, riproduzioni o messe in atto di situazioni che comportano un temporaneo ribaltamento di ruoli e gerarchie, inammissibili in contesti usuali: un esempio è il Carnevale della tradizione occidentale, durante il quale il travestimento e l'allentamento dei vincoli nelle relazioni sociali consentono, ad esempio, alla persona umile di atteggiarsi a ricco o a prendersi beffe del vero ricco con giochi e lazzi che possono trascendere fino alla grave offesa.
Il Carnevale, a sua volta, trae origine da un'antica istituzione della civiltà romana, i festeggiamenti dei saturnalia, durante i quali, ad esempio, era tradizione che per un giorno si invertissero i consueti ruoli gerarchici tra padrone e schiavo, con i primi a cucinare e servire il pasto ai secondi.
Nel Medioevo, soprattutto a nord delle Alpi, era costume che un rovesciamento dei ruoli tra bambini e adulti (come insegnanti e sacerdoti) accompagnasse la giornata del 28 dicembre, dedicata alla commemorazione della strage degli innocenti secondo il calendario cattolico, con l'elezione, il giorno di San Nicola di Bari (6 dicembre), dell'episcopello, un "bambino vescovo" che rimaneva in carica fino all'Epifania, periodo durante il quale veniva chiamato a presiedere qualche funzione religiosa[2][3] Anche questa costumanza potrebbe essere un riflesso della ricorrenza annuale dei Saturnali romani, in una versione "cristianizzata".
La sovversione dei ruoli è uno dei tòpoi della letteratura antica (greca, romana ed egizia), ma ricorre spesso nel teatro e il suo uso si è conservato in età contemporanea anche attraverso il cinema: l'effetto di spaesamento e trasgressione può portare con sé anche una notevole vis comica, motivo per cui l'espediente è adottato di frequente in opere con intento comico e satirico.
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