Amore tossico è un film del 1983 diretto da Claudio Caligari. Tema centrale della pellicola è la dipendenza dall'eroina che afflisse molti giovani negli anni ottanta. Particolarità del film è quella di avere come attori protagonisti persone realmente eroinomani o che comunque avevano avuto un passato di tossicodipendenza.
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Trama
Un gruppo di tossicodipendenti romani, tra cui Cesare, Enzo, Roberto detto Ciopper, Massimo, Capellone, Michela, Loredana, Debora e Teresa, trascorre la propria drammatica routine tra la spiaggia di Ostia e Roma (nel quartiere Centocelle) attraverso il consumo degli stupefacenti, i piccoli litigi, le rapine e i furti commessi per procurarsi la dose quotidiana (e i relativi guai con la polizia e la giustizia) uniti alla fioca speranza di poter cambiare vita e di disintossicarsi. La loro vita prosegue ripetitiva, senza un futuro apparente o un evento che possa porre termine, nel bene o nel male, alla loro drammatica situazione.
Produzione
Come da tradizione neorealista, il cast è composto da attori non professionisti, di cui i componenti principali erano stati o erano allora tossicodipendenti. Questa situazione ha creato diversi problemi logistici riguardo alla reperibilità degli interpreti, visto che molti di loro durante la notte venivano arrestati per reati derivanti dalla loro situazione, e alle interpretazioni in sé, dato che talvolta venivano colti da improvvise crisi di astinenza proprio durante le riprese. Nelle ultime scene, ad esempio, la parte di Loredana viene interpretata da un'attrice diversa, come spiega lo stesso Caligari in un'intervista. La maggior parte dei personaggi del film hanno lo stesso nome degli attori che li interpretano, per avere maggiore spontaneità e naturalezza da parte degli interpreti.
Per le scene raffiguranti l'assunzione per via endovenosa delle sostanze, venivano usate o dell'acqua distillata (per simulare l'eroina bianca, come ad esempio nella scena dell'iniezione sul collo) o un farmaco epatoprotettore che aveva effetti benefici e depurativi sul sangue (per simulare il brown sugar), ma che ha causato anche alcune difficoltà interpretative.
Per la scena dell'iniezione sul collo di Loredana fu usato un grosso specchio fuori campo, poiché lo specchietto che si vede nella scena è a favore di cinepresa e quindi non realmente utilizzabile dall'interprete.
Le inquadrature ravvicinate degli occhi subito dopo le iniezioni di eroina sono una citazione del film L'uomo dal braccio d'oro (di Otto Preminger, 1955) nel quale si trovano sequenze identiche con protagonista un tossicomane che cerca di recuperare la sua vita, Frankie Machine, interpretato da Frank Sinatra. Lo sceneggiatore Guido Blumir è un sociologo considerato tra i massimi esperti italiani del problema degli stupefacenti, su cui ha scritto numerosi volumi. La scena della morte di Michela è stata girata davanti al monumento dedicato a Pier Paolo Pasolini, situato nel luogo in cui venne rinvenuto il cadavere del celebre regista, poeta e scrittore.
Il realismo di questo film è evidente anche nel linguaggio che è spesso volgare e molto diretto sfociando anche in termini blasfemi come nella scena della rapina o in quella del pestaggio dell'uomo sulla cabriolet.[1]
Cast
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Uno dei protagonisti, Cesare Ferretti, riuscì a disintossicarsi dall'eroina, ma morì di AIDS il 17 marzo 1989.
Anche un'altra attrice del film è morta a causa dell'AIDS nel 1991: Patrizia Vicinelli, che nel film interpreta una pittrice e che era in realtà una poetessa che aveva fatto parte del Gruppo 63.
Michela Mioni (figlia dello stuntman Sergio Mioni), la protagonista femminile, ebbe dei guai giudiziari pochi mesi dopo l'uscita del film. Contrariamente a numerose voci che la dichiarano morta, è tuttora vivente.[2]
Loredana Ferrara, una delle interpreti principali del film, è morta il 22 settembre 1991, fu trovata impiccata in carcere.
L'attore che interpreta Ciopper, Roberto Stani, in seguito collaborò a progetti teatrali con il CETEC (Centro Europeo Teatro e Carcere) durante il Roma Edge Festival. Fu attore anche nel progetto audiovisivo La Terra vista dalle nuvole: Sguardi su Pasolini, diretto da Francesco Crispino e Donatella Massimilla, che il CETEC realizzò con Cinema Avvenire. È morto il 15 luglio del 2011 per malaria (si trovava in Africa per sposarsi).
L'attore Faliero Ballarin (interprete del personaggio di Capellone) era il padre del rapper Inoki (nome d'arte di Fabiano Ballarin) ed è morto nell'estate del 2014.
L'attore Enzo Di Benedetto è morto il 21 febbraio 2019 a causa di un'influenza trasformatasi in broncopolmonite.
Distribuzione
Il film fu presentato al Festival di Venezia dal regista Marco Ferreri.
Citazioni in altre opere
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Una scena del film è citata nella canzone Olla di man dei Villa Ada Posse.
Nella canzone I provinciali dei Baustelle un verso ("Si vende amore tossico") richiama esplicitamente al film.
Nel video della canzone Corpus Christii del TruceKlan viene ripresa una scena del film.
Il film e il personaggio di Mariuccio sono citati dal TruceKlan anche nel brano Deadly Combination contenuto nell'album In the Panchine.
La band crustcore Ebola utilizza più volte spezzoni del film come introduzioni alle canzoni dell'album Il vero degrado è l'abitudine al vivere.
La band Metropolitan Ratto Sweet racconta la scena della rapina fatta da Cesare e Massimo nel brano Na Bella Svorta.
La band post-hardcore Marnero ha campionato una battuta del film nel brano Trebisonda.
La band torinese Fucktotum ha preso spunto dalla pellicola per la composizione del brano intitolato Tossici così dell'album Cerebroleser. Nella traccia sono presenti campionamenti delle battute del film.
La band porngrind Ultimo Mondo Cannibale ha inserito un campionamento di una scena del film nel brano Katoey: My Lady Is A Boy.
La prima inquadratura del terzo ed ultimo lungometraggio di Caligari è un omaggio alla prima scena di Amore tossico. I due protagonisti attraversano il pontile di Ostia.
Il gruppo di cinematic prog La Batteria ha riarrangiato la colonna sonora del film in un ep intitolato Tossico amore.
Il rapper Jake La Furia intitola una canzone contenuta nel suo disco 17 in collaborazione con Emis KillaAmore tossico, in chiaro riferimento alla pellicola.
I the pills fanno un chiaro riferimento della pellicola in uno dei loro cortometraggi chiamandolo appunto “amore tossico”
Nella serie Netflix Strappare lungo i bordi di Zerocalcare il personaggio di "Secco" ripete in continuazione "Annamose a pijà er gelato" in chiaro riferimento alla pellicola[3].
Riconoscimenti
1983 - Premio speciale al Festival di Venezia - Sezione De Sica
1983 - Festival di Valencia - Premio selezione speciale
1983 - Festival di San Sebastian - Migliore interprete femminile a Michela Mioni
Note
Un approfondito studio della lingua del film Amore tossico è stato condotto da Maurizio Trifone in Aspetti linguistici della marginalità nella periferia romana, Guerra, Perugia, 1993.
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