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I quattrocento colpi (Les Quatre Cents Coups) è un film del 1959 diretto da François Truffaut, al suo primo lungometraggio. Il titolo italiano, traduzione letterale dal francese, fa perdere il senso che ha nella lingua originale, in cui si riferisce all'espressione faire les quatre cents coups, corrispondente più o meno al modo di dire italiano "fare il diavolo a quattro"[1], o meglio ancora, in questo caso, "combinarne di tutti i colori", "esser turbolento, ribelle".

I quattrocento colpi
Jean-Pierre Léaud in una scena del film
Titolo originaleLes Quatre Cents Coups
Lingua originalefrancese
Paese di produzioneFrancia
Anno1959
Durata99 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 2,35:1
Generedrammatico
RegiaFrançois Truffaut
SoggettoFrançois Truffaut
SceneggiaturaFrançois Truffaut, Marcel Moussy
ProduttoreFrançois Truffaut (non accreditato)
Casa di produzioneLes Films du Carrosse, S.E.D.I.F.
Distribuzione in italianoCineriz
FotografiaHenri Decaë
MontaggioMarie-Josèphe Yoyotte
MusicheJean Constantin
ScenografiaBernard Evein
Interpreti e personaggi
  • Jean-Pierre Léaud: Antoine Doinel
  • Albert Rémy: il signor Doinel
  • Claire Maurier: la signora Doinel
  • Patrick Auffay: René Bigey
  • Georges Flamant: il signor Bigey
  • Yvonne Claudie: la signora Bigey
  • Robert Beauvais: il direttore della scuola
  • Pierre Repp: il professore d'inglese
  • Guy Decomble: il professore
  • Claude Mansard: il giudice
  • Jacques Monod: il commissario
  • Henri Virlojeux: il guardiano notturno
  • Richard Kanayan: Abbou
  • Daniel Couturier: ragazzo
  • François Nocher: ragazzo
  • Renaud Fontanarosa: ragazzo
  • Michel Girard: ragazzo
  • Henry Moati: ragazzo
  • Bernard Abbou: ragazzo
  • Jean-François Bergouignan: ragazzo
  • Michel Lesignor: ragazzo
  • Jeanne Moreau: la donna del cane
  • Jean-Claude Brialy: l'uomo della strada
  • Jacques Demy: poliziotto
  • Jean Douchet: l'amante
Doppiatori italiani
  • Manlio Busoni: signor Doinel
  • Rosetta Calavetta: signora Doinel
  • Gino Baghetti: il professore
  • Amilcare Pettinelli: il direttore della scuola
  • Giulio Panicali: il professore d'inglese
  • Gualtiero De Angelis: il commissario
  • Pino Locchi: il giudice
  • Flaminia Jandolo: la donna del cane
  • Dhia Cristiani: la psicologa del riformatorio

Venne proiettato in pubblico la prima volta il 4 maggio 1959 al 12º Festival di Cannes, dove vinse il Premio per la migliore regia e il premio dell'OCIC (Office Catholique International du Cinéma).[2]

È il primo di una serie con protagonista Antoine Doinel, alter ego del regista, interpretato da Jean-Pierre Léaud, ripreso in diverse fasi della vita, dall'adolescenza alla maturità. I film successivi del "ciclo di Doinel" [3] sono: Antoine e Colette (1962, episodio del film collettivo L'amore a vent'anni (1962), Baci rubati (1968), Non drammatizziamo... è solo questione di corna (1970), L'amore fugge (1978).

Il 25 settembre 2014[4] è uscita nelle sale cinematografiche italiane la versione restaurata da Mk2 e distribuita dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con BIM. Viene così ricordato, a trent'anni dalla morte del regista, uno dei manifesti e dei pilastri della Nouvelle Vague.[5]


Trama


I fatti si svolgono a Parigi alla fine degli anni cinquanta. Antoine Doinel è un ragazzino di dodici anni. I genitori non ne capiscono il bisogno affettivo e le inquietudini proprie dell'adolescenza. La madre è una donna non attenta al figlio, molto spesso lo tratta male. Il padre (tale solo sotto il profilo legale) è un uomo abbastanza bonario, ma superficiale e interessato solo alle gare di rally. La famiglia vive in un piccolo appartamento, dove Antoine non possiede una propria camera da letto: dorme infatti nell'ingresso, vicino alla porta di casa, in un sacco a pelo perché la madre non ha avuto ancora tempo di comprargli le lenzuola.

A scuola Antoine manifesta la sua irrequietezza. Per questa ragione, lo scarso rendimento e gli scherzi, diventa, in diverse occasioni, il capro espiatorio di marachelle di altri. Antoine, anche se non consapevole, tenta di attirare l'attenzione degli adulti. Il solo conforto alla sua solitudine sono la lettura e l'amicizia con il suo compagno di scuola René. È con lui che marina la scuola per andare al cinema, nei parchi parigini e al Luna park.

Il comportamento di Antoine peggiora dopo che il ragazzo ha visto la madre baciare un uomo per strada. Per giustificare l'ennesima assenza a scuola, Antoine si inventa la morte della madre. Umiliato davanti a tutti dopo che la menzogna viene scoperta, fugge di casa. Si rifugia nella stamperia dello zio di René, vagando poi di notte per le strade di Parigi. Tornato a scuola, viene perdonato dalla madre, che gli promette un regalo se riuscirà a migliorare i suoi voti. Antoine, che ama leggere, svolge così un tema in cui riscrive una pagina del romanzo La ricerca dell'assoluto di Balzac dove è descritta la morte del nonno.

Il professore l'accusa di avere copiato e lo punisce. Deluso e disperato, Antoine fugge e va a vivere in casa di René. Escogita di rubare una macchina per scrivere nell'ufficio del padre, per pagare, per sé e per l'amico, una gita al mare che non ha mai visto. Una volta realizzato il furto i due ragazzi cercano, senza successo, di venderla a un ricettatore. Antoine decide di riportarla di nascosto nell'ufficio, ma viene scoperto dal custode. Il padre lo denuncia e il ragazzo passa, così, una notte in cella con un delinquente e alcune prostitute.

La madre, per liberarsene, acconsente con durezza, "per dargli una lezione", a che venga rinchiuso in un riformatorio lontano da Parigi, possibilmente vicino al mare. La disciplina è molto rigida, tanto che Antoine viene punito fisicamente con un sonoro ceffone per aver consumato anzitempo il suo pane. Viene poi interrogato da una psicologa sulla sua vita intima e sui difficili rapporti con i genitori, e alla quale Antoine risponde con sconcertante franchezza. René va a trovarlo, ma le regole dell'istituto gli proibiscono di parlargli. La madre gli comunica in modo brusco che lo abbandonerà a se stesso e che il padre non vuole più incontrarlo.

Durante una partita di pallone Antoine approfitta della disattenzione dei sorveglianti e fugge, facendo una lunga corsa fino al mare, proprio quel mare che non aveva mai visto prima. Si spinge fino alla battigia e poi si volta, dopo essere entrato con le scarpe nell'acqua. La scena finale inquadra in un fermo immagine lo sguardo del giovane Antoine verso lo spettatore. Uno sguardo di dolore, ma privo di retorica, con il rumore delle onde del mare che si apre davanti al ragazzo, come l'età adulta.


Produzione


Il film è dedicato alla memoria di André Bazin, morto la sera del giorno di inizio delle riprese e figura fondamentale per il Truffaut uomo e regista.

L'idea iniziale del regista era un cortometraggio di venti minuti ambientato durante l'occupazione nazista di Parigi, da intitolare "La fugue d'Antoine". Sarebbe stata la storia di un ragazzo che marina la scuola e non trovando il coraggio di tornare a casa passa la notte per le strade di Parigi. Poi il progetto si modificò e divenne, come il regista lo definì, "una specie di cronaca dei tredici anni" (Gillain 56). Venne abbandonata l'idea di ambientarlo durante l'occupazione, per motivi economici e non solo: lo stesso regista ha a suo tempo dichiarato ".. anche estetici, perché si cade facilmente nel ridicolo rievocando la moda di quei tempi" (Gillain 57). Dovettero passare ventun anni perché un suo film, L'ultimo metrò, fosse ambientato nella Parigi occupata.

La sceneggiatura fu scritta dal regista con Marcel Moussy. Il film fu girato dal 10 novembre 1958 al 3 gennaio 1959 a Parigi, con un budget di 35 milioni di vecchi franchi.


Influenze


Si può notare quella di Zero in condotta di Jean Vigo per la tematica, e quella di Monica e il desiderio di Ingmar Bergman per la scena finale della camera sul volto di Monika, e qui di Antoine.[6]


Critica


Così è stato definito da Morando Morandini: «Uno dei film più teneri e lucidi sull'infanzia incompresa».[7]

Va notato come nel film «la critica alla famiglia, alla scuola assente, alle istituzioni preposte alla rieducazione dei ragazzi è incisiva, anarchica, feroce seppur irriverente. In quegli anni il mondo, a livello culturale, politico ed economico è in fermento, ma ad Antoine sembra essere escluso qualsiasi inserimento».[8]


Curiosità



Distribuzione


25 settembre 2014 in Italia, edizione restaurata, a trent'anni dalla morte del regista.


Riconoscimenti



Note


  1. Raoul Boch, (con la collaborazione di Carla Salvioni), La boîte à images - Dizionario fraseologico delle locuzioni francesi, Bologna, Zanichelli, 1990. ISBN 88-08-07154-5, p. 130. Esso trae origine da un episodio leggendario dell'assedio di Montauban dell'estate del 1621
  2. (EN) Awards 1959, su festival-cannes.fr. URL consultato il 10 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2013).
  3. Il ciclo di Doinel, su ilcinemaritrovato.it, Cineteca di Bologna. URL consultato il 23 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  4. I 400 colpi, su ilcinemaritrovato.it, Cineteca di Bologna. URL consultato il 23 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2014).
  5. Chiara Ugolini, "I 400 colpi" torna in sala, così nacque il capolavoro di Truffaut, in repubblica.it, 24 settembre 2014.
  6. Les quatre cents coups, su allocine.fr. URL consultato il 20 settembre 2014.
  7. I quattrocento colpi di François Truffaut, su cinefile.biz. URL consultato il 20 settembre 2014.
  8. I 400 colpi, su cinetecadibologna.it. URL consultato il 20 settembre 2014.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 316753497 · LCCN (EN) n2009058305 · GND (DE) 4809499-7 · BNE (ES) XX4106566 (data) · BNF (FR) cb123889032 (data) · J9U (EN, HE) 987009050181205171 (topic)
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На других языках


[de] Sie küßten und sie schlugen ihn

Sie küßten und sie schlugen ihn in der BRD, Streiche und Schläge in der DDR, (französischer Originaltitel Les Quatre Cents Coups, dt. etwa: Vierhundert Streiche), ist ein Filmdrama des Regisseurs François Truffaut.

[en] The 400 Blows

The 400 Blows (French: Les Quatre Cents Coups) is a 1959 French coming-of-age drama film,[3] and the directorial debut of François Truffaut. The film, shot in DyaliScope, stars Jean-Pierre Léaud, Albert Rémy, and Claire Maurier. One of the defining films of the French New Wave,[4] it displays many of the characteristic traits of the movement. Written by Truffaut and Marcel Moussy, the film is about Antoine Doinel, a misunderstood adolescent in Paris who struggles with his parents and teachers due to his rebellious behavior. Filmed on location in Paris and Honfleur, it is the first in a series of five films in which Léaud plays the semi-autobiographical character.

[es] Los 400 golpes

Los 400 golpes (título original en francés: Les quatre cents coups) es una película francesa dramática de 1959, rodada en DyaliScope,[2] la ópera prima del director François Truffaut. Protagonizada por Jean-Pierre Léaud, Albert Rémy y Claire Maurier, es una de las películas definitorias de la Nouvelle Vague (la Nueva Ola), y muestra muchos de los rasgos característicos del movimiento. Escrita por Truffaut y Marcel Moussy, es la historia de Antoine Doinel, un adolescente incomprendido en París que lucha con sus padres y maestros debido a su comportamiento rebelde. Rodada en París y Honfleur, es la primera de una serie de cinco películas en las que Léaud interpreta el personaje semiautobiográfico basado en Truffaut.[3]
- [it] I 400 colpi

[ru] Четыреста ударов

«Четыреста ударов» (фр. Les Quatre cents coups) — дебютный полнометражный фильм Франсуа Трюффо, во многом автобиографический. Один из первых и ключевых фильмов французской новой волны; посвящён памяти Андре Базена[2]. В 1959 году получил приз Каннского кинофестиваля за лучшую режиссуру, также была номинация на премию «Оскар» «За лучший оригинальный сценарий». Фильм попадает в список лучших фильмов всех времен по версии издания Sight & Sound[3] и в 250 лучших фильмов по версии IMDb (223 место)[4].



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