I nuovi mostri è un film collettivo a episodi italiano del 1977, diretto da Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola, a quindici anni dal precedente film a episodi I mostri diretto da Risi.
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I nuovi mostri | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 1977 |
Durata | 108 min (versione integrale) 102 min (versione francese) 87 min (versione ridotta dalla censura per la RAI) |
Genere | commedia, drammatico, grottesco |
Regia | Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola |
Soggetto | Age, Scarpelli, Bernardino Zapponi, Ruggero Maccari |
Sceneggiatura | Age, Scarpelli, Bernardino Zapponi, Ruggero Maccari |
Produttore | Pio Angeletti, Adriano De Micheli |
Casa di produzione | Dean Film |
Distribuzione in italiano | Titanus |
Fotografia | Tonino Delli Colli |
Montaggio | Alberto Gallitti |
Musiche | Armando Trovajoli |
Scenografia | Luciano Ricceri |
Costumi | Vittoria Guaita |
Trucco | Maurizio Giustini, Franco Rufini |
Interpreti e personaggi | |
episodio L'uccellino della Val Padana:
episodio Con i saluti degli amici:
episodio Tantum Ergo:
episodio Autostop:
episodio Il sospetto:
episodio First Aid (Pronto soccorso):
episodio Hostaria!:
episodio Pornodiva:
episodio Come una regina:
episodio Cittadino esemplare:
episodio Mammina e mammone:
episodio Sequestro di persona cara:
episodio Senza parole:
episodio L'elogio funebre:
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Doppiatori italiani | |
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Episodi | |
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Come il film precedente, anche il seguito si compone di una sequenza di 14 episodi (al posto di 20) del tutto disgiunti tra di loro, per una durata complessiva di 108 minuti; ogni episodio è di durata e struttura assai diversa dagli altri, e stavolta il riferimento geografico è riferibile alla Roma degli anni settanta, ad esclusione del primo episodio, ambientato in Emilia-Romagna.
Tutti gli episodi ruotano intorno a personaggi esemplari, in genere caricaturali, impersonati sempre da Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman, che compaiono sia alternativamente, sia insieme (in un episodio), al quale si aggiunge Alberto Sordi e altri attori e attrici (Eros Pagni, Ornella Muti, Nerina Montagnani e la cantante Orietta Berti). Alcuni episodi sono assai più brevi e hanno la durata e la struttura di uno sketch, altri invece presentano le costruzioni più elaborate di un racconto. Rispetto al film precedente i toni grotteschi e violenti, da commedia nera, sono più accentuati.[1]
L'ordine che si segue nella descrizione degli episodi è quello originale, come dal documento censorio.[2]
Adriano, un meschino e cinico impresario, sfrutta oltre ogni limite la cantante, nonché consorte, Fiorella. Quando la donna, a causa del superlavoro, manifesta dei dolori alla gola, lui la induce a una rischiosa quanto inutile operazione alle corde vocali, col risultato che Fiorella perde completamente la voce. Pur di non rinunciare a far esibire la compagna, le provoca, facendola cadere dalle scale, una frattura alle gambe. La moglie, da cantante, è ora proposta al pubblico come caso umano, in modo che la sua mancanza di voce passi in secondo piano. Come se non bastasse Adriano fornisce alla stampa una versione "eroica" dell'incidente, sostenendo che Fiorella si è infortunata salvando un bimbo che stava per essere investito da un'auto.
Il mafioso Salvatore, elegante e in piena forma, è ossequiato dagli avventori del bar del borgo siciliano, quando viene ferito gravemente nella piazza del paese da una banda di sicari. Gli avventori si allontanano alla chetichella mentre l'uomo viene soccorso da un carabiniere. Alle domande del militare, Salvatore nega omertosamente la stessa aggressione.
Bloccato davanti a una parrocchia di borgata a causa di un guasto alla propria vettura, un cardinale entra in chiesa e si accorge che è in corso una riunione del "collettivo parrocchiale". Dopo aver ascoltato, il cardinale improvvisa un sermone, acquietando le focose rimostranze dei parrocchiani, a rischio sfratto da parte del Comune, e del loro prete operaio.
Un rappresentante di commercio offre un passaggio a una giovane e attraente autostoppista la quale, pur di resistere alle sue avance sempre più insistenti, al limite della molestia, si finge una criminale, spacciando il suo asciugacapelli per un'arma. Spaventato, l'uomo estrae una pistola dal cruscotto uccidendo la donna. All'arrivo dei carabinieri, resosi conto che la ragazza era disarmata, non esprime alcun rimorso e cerca di giustificare il suo gesto.[3]
Un brigadiere si infiltra in un gruppo di giovani contestatori sui quali sta indagando. Arrestati e condotti in commissariato, il sottoposto infiltrato gli fa una pernacchia di nascosto. Il commissario se ne accorge e, dopo avergli fatto una ramanzina in privato nel proprio ufficio, lo congeda con una semplice pacca sulla spalla.
Un affettatissimo e logorroico esponente della nobiltà nera romana, girando la sera con la sua Rolls-Royce per partecipare a una riunione familiare sullo scisma di Lefebvre[4], soccorre un uomo investito da un'automobile, gravemente ferito. Dopo aver provato in tre ospedali, senza trovare un pronto soccorso disponibile, il nobile lo abbandona esattamente dove l'aveva trovato, ai piedi del monumento a Mazzini (che scambia per Mussolini), non senza provarvi un certo divertimento e non vedendo l'ora di raccontarlo ai suoi amici[5].
In un'umile e rustica osteria romana, il cameriere e il cuoco litigano forsennatamente in cucina per questioni di gelosia omosessuale, arrivando, tra sberle, sputi, lancio di cibo e tanto altro, a rovinare e insudiciare le pietanze in cottura. La cena risulterà comunque gradita a un gruppo di commensali capitolini d'alto rango.
Una coppia di coniugi colloquia con un produttore di film pornografici, il quale, in cambio di un lauto compenso, propone una scena forte tra la loro figlia giovanissima e una scimmia. Il marito non solo accetta il compenso, ma pretende di presenziare alle riprese del film.[6]
Pur di liberarsene durante le vacanze estive, su pressioni di sua moglie Patrizia, Franchino accompagna sua madre, attempata ma ancora lucida e autosufficiente, in un ospizio dove è noto che gli anziani sono abbandonati dai familiari e bistrattati dal personale.
Un impiegato, rientrato dal lavoro, assiste sgomento all'aggressione e all'accoltellamento in strada di un individuo ad opera di una banda di teppisti. L'uomo rientra tempestivamente in casa, abbandonando l'aggredito agonizzante. Saluta moglie e figlio e, come se nulla fosse, si abbuffa su un piatto di spaghetti all'amatriciana guardando uno spettacolo televisivo.
Due barboni, madre e figlio, vanno in giro per Roma: si sfamano come possono, prendono in giro i poliziotti, assistono a uno spettacolo di burattini e alla fine della giornata tornano nella loro desolante baracca, in mezzo a un immondezzaio, chiudendo accuratamente la finestra per non farsi notare dai vicini.
Un pover'uomo rivolge un appello televisivo ai rapitori di sua moglie affinché chiamino a casa per comunicare l'entità del riscatto. Appena la troupe televisiva lascia l'abitazione, si scopre che l'uomo aveva tagliato i fili del telefono.
Una hostess viene sedotta da un affascinante giovane mediorientale. L'uomo non conosce alcuna lingua a lei nota, ma tra i due nasce un'intensa relazione, senza dialogo, sulle note di Ti amo di Umberto Tozzi e All by Myself, di Eric Carmen, successi di allora. I due si rincontrano per l'ultima volta in un aeroporto e lei riceve in regalo un mangiadischi con la romantica canzone di Carmen. Successivamente, l'uomo segue impassibile un telegiornale che riporta la notizia di un attentato terroristico aereo dove non vi sono superstiti. L'ordigno era celato nel mangiadischi.[7]
I membri oramai anziani di una ex compagnia di avanspettacolo presenziano alle esequie del capocomico. La sua storica spalla inizia con un classico elogio per presto cedere il passo a una rievocazione del loro repertorio, con la partecipazione di tutti gli attori, fra musica, balli, risa e doppi sensi, riscuotendo consensi tra gli altri presenti nel cimitero, con tanto di applauso finale.
I tre registi del film (Monicelli, Risi e Scola) non vollero firmare i singoli episodi come gesto di solidarietà nei confronti dello sceneggiatore Ugo Guerra, a suo tempo rimasto paralizzato da diversi anni. Il film è stato scritto da Age & Scarpelli, Bernardino Zapponi e Ruggero Maccari e fatto per aiutare lo sceneggiatore Ugo Guerra[non chiaro], gravemente malato.
Ettore Scola dirige sette episodi, Dino Risi ne dirige cinque e Mario Monicelli due.
La versione integrale è composta da 14 episodi, per una durata totale di 108 minuti, e nelle sale ottenne il visto di censura n. 71.288 del 15 dicembre 1977, per una lunghezza di 3.294 metri; la commissione espresse parere favorevole alla proiezione in pubblico senza limiti di età.[8] Quella più nota tuttavia, è la cosiddetta "versione televisiva", trasmessa dalla Rai intorno agli anni ottanta, che consta di soli 9 episodi per la durata di circa 87 minuti, posizionati in ordine diverso rispetto all'originale (Tantum Ergo, Autostop, tagliato nella scena finale, Con i saluti degli amici, Hostaria!, First Aid - Pronto soccorso, L'uccellino della Val Padana, tagliato nella scena dell'incidente, Come una regina, Senza parole e L'elogio funebre) nella quale sono stati rimossi Mammina e mammone, Cittadino esemplare, Il sospetto, Sequestro di persona cara e Pornodiva.
In tre occasioni, a partire dal 13 luglio 2015 su Rai Movie, la Rai ha trasmesso una versione con i nove episodi citati più tre episodi, per un totale di 12 su 14, con il reintegro di Mammina e mammone, Cittadino esemplare e Pornodiva quest'ultimo tagliato nella parte finale quando entra in scena la bambina. Continuano a mancare all'appello in televisione in Italia gli episodi Sequestro di persona cara e Il sospetto. L'ultima occasione in cui il film è stato trasmesso in televisione è il 27 agosto 2022, su Rai 3.
In home video viene distribuito la prima edizione in VHS dalla Panarecord. In DVD viene distribuito da 01 Distribution la prima volta nel 2006 come tredicesima uscita nella collana Il cinema di Ettore Scola; la seconda nell'ottobre 2007 in versione tagliata, e la terza nel giugno 2016, in due dischi.
Dal 1º marzo 2020 il film è disponibile su Netflix nella cosiddetta versione televisiva (9 episodi su 14).
Nella colonna sonora, oltre ai brani di Umberto Tozzi ed Eric Carmen citati in precedenza, Orietta Berti canta i brani La nostalgia, Fin che la barca va e Teresina imbriaguna, quest'ultimo però tagliato nella versione televisiva.
Nel 2009 esce l'ultimo capitolo della trilogia: I mostri oggi diretto da Enrico Oldoini.
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