Io sono l'amore è un film del 2009 diretto da Luca Guadagnino, tratto da un suo soggetto. La sceneggiatura è stata scritta con la collaborazione di Ivan Cotroneo, Barbara Alberti e Walter Fasano. È il primo film della "trilogia del desiderio" di Guadagnino.
Giangaleazzo Visconti di Modrone: Andrea Tavecchia
Gabriele Ferzetti: Edoardo Recchi Senior
Marisa Berenson: Allegra Recchi
Claudia Monicelli Bagnarelli: Sig.ra Gralieni
Doppiatori originali
Giacomo Rossetto: libraio
Il film è prodotto da First Sun e Mikado Film con il supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La scrittura del film è iniziata 7 anni prima della distribuzione nelle sale cinematografiche, avvenuta il 19 marzo 2010.
È stato presentato nella sezione "Orizzonti" della 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia[1] e successivamente presentato, come unico film italiano, al Sundance Film Festival 2010.[2].
Trama
La ricca famiglia lombarda dei Recchi è composta da Emma e Tancredi e dai loro figli Elisabetta, Edoardo e Gianluca. Tra riti borghesi e convenzioni sociali nel cuore di Milano, si consumano le storie dei vari membri della famiglia, alle prese con gli affari dell'azienda familiare e ruoli che la loro posizione gli impone. L'algida Emma trova conforto e amore tra le braccia del giovane cuoco, Antonio. Emma gli rivela il suo passato e come Tancredi sia stato il suo pigmalione, prendendola sotto la sua ala protettiva e cambiandole addirittura nome. La passione che scoppia tra due anime totalmente differenti sopra le montagne di Sanremo, come sono Emma e Antonio, rompe invece legami e convenzioni ben radicate, portando i due ad entrare in contatto con la loro vera natura. La stessa azienda di famiglia, che all'inizio del film viene trasmessa nelle mani di Tancredi e del figlio Edoardo, subisce una radicale trasformazione. La vita di Emma prende una svolta decisiva con la tragica fine di Edoardo.
Produzione
Le riprese in esterni del film sono state realizzate a Milano, Sanremo, Dolceacqua, Castel Vittorio, Buggio e Londra. La dimora della famiglia Recchi è Villa Necchi Campiglio, conservata e gestita dal FAI.[3] Sebbene in Italia abbia incassato solo 240.000 euro[4], negli USA ha ricevuto buone recensioni ottenendo globalmente un discreto successo di pubblico con circa $10M di ricavi lordi.[5]
I piatti realizzati dal personaggio interpretato da Edoardo Gabbriellini sono creati dallo chef Carlo Cracco.[6]
Tra i realizzatori dei costumi del film, candidati all'Oscar, figurano diversi nomi noti: gli abiti indossati da Tilda Swinton sono disegnati da Raf Simons per Jil Sander, i personaggi maschili vestono Fendi e Alba Rohrwacher porta gioielli di Delfina Delettrez.[7]
Riconoscimenti
2011 - Premio Oscar
Nomination Migliori costumi a Antonella Cannarozzi
2011 - Golden Globe
Nomination Miglior film straniero (Italia)
2011 - British Academy Film Awards
Nomination Miglior film straniero (Italia)
2011 - Dorian Awards
Film dell'anno
2010 - Nastro d'argento
Nastro d'argento europeo a Tilda Swinton
Nomination Miglior soggetto a Luca Guadagnino
Nomination Migliori costumi a Antonella Cannarozzi
2010 - Alabarda d'oro
Miglior regia a Luca Guadagnino
Nomination Miglior film a Luca Guadagnino
Nomination Migliore sceneggiatura a Luca Guadagnino
2010 - Satellite Award
Nomination Migliore attrice in un film drammatico a Tilda Swinton
Nomination Migliore fotografia a Yorick Le Saux
Nomination Migliore scenografia a Francesca Balestra Di Mottola
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