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L'innocente è un film del 1976 diretto da Luchino Visconti. Tratto dal romanzo omonimo di Gabriele D'Annunzio, è l'ultimo film diretto dal regista. Fu presentato fuori concorso al Festival di Cannes 1976, due mesi dopo la morte di Visconti.

L'innocente
Giancarlo Giannini e Laura Antonelli in una scena
Lingua originaleItaliano
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1976
Durata125 min
Generedrammatico
RegiaLuchino Visconti
SoggettoGabriele D'Annunzio (romanzo)
SceneggiaturaSuso Cecchi D'Amico,
Enrico Medioli,
Luchino Visconti
ProduttoreGiovanni Bertolucci
Casa di produzioneRizzoli Film (Roma),
Les Films Jacques Leitienne (Parigi),
Societé Imp.Ex.Ci. (Nizza),
Francoriz Production S.A. (Parigi)
Distribuzione in italianoCineriz
FotografiaPasqualino De Santis
MontaggioRuggero Mastroianni
Effetti specialiE. e C. Baciucchi
MusicheFranco Mannino
ScenografiaMario Garbuglia
CostumiPiero Tosi
TruccoGoffredo Rocchetti,
Gilberto Provenghi,
Luigi Esposito
Interpreti e personaggi
  • Giancarlo Giannini: Tullio Hermil
  • Laura Antonelli: Giuliana Hermil
  • Rina Morelli: madre di Tullio
  • Massimo Girotti: conte Stefano Egano
  • Didier Haudepin: Federico Hermil
  • Marie Dubois: principessa
  • Roberta Paladini: miss Elviretta
  • Claude Mann: principe
  • Marc Porel: Filippo d'Arborio
  • Jennifer O'Neill: Teresa Raffo
  • Enzo Musumeci Greco: istruttore di scherma
  • Philippe Hersent
  • Elvira Cortese
  • Siria Betti
  • Alessandra Vazzoler
  • Marina Pierro
  • Vittorio Zarfati
  • Alessandro Consorti
  • Filippo Perego
  • Margherita Horowitz
  • Riccardo Satta
Doppiatori originali
  • Valeria Moriconi: Teresa Raffo
  • Claudio Capone: Federico Hermil
  • Adalberto Maria Merli: Filippo d'Arborio

Trama


Nella Roma umbertina del 1891, l'aristocratico Tullio Hermil non ha remore nell'esibire pubblicamente la relazione extra-coniugale con la contessa Teresa Raffo. La docile moglie Giuliana appare rassegnata a una convivenza limitata a "stima e rispetto" reciproci.

Ma allorché, al ritorno da un viaggio di natura sentimentale a Firenze, apprende di un'amicizia sorta tra la moglie e il letterato d'origini popolari Filippo D'Arborio, Tullio manifesta un rinnovato interesse per Giuliana. Durante un soggiorno alla "Badiola", residenza estiva di famiglia, cerca di riconquistarla, ma ben presto viene a sapere che la moglie è incinta d'un figlio frutto della relazione con D'Arborio, che però muore di lì a poco, a causa d'una grave malattia infettiva contratta in Africa.

La gelosia di Tullio si rivolge al nascituro e, dopo avere invano tentato di convincere Giuliana ad abortire, assiste indifferente ed estraneo alla nascita e ai primi giorni di vita di quell'odiata presenza. Poi, durante la messa natalizia, approfittando della solitudine, espone il neonato al gelo, causandone il decesso, di cui solo la moglie può comprenderne la causa: nel tentativo di proteggere il figlio, Giuliana era giunta a simulare col marito avversione per quella presenza estranea che li divideva, e ciò aveva rafforzato l'insano proposito omicida di Tullio.

In assenza di prove, la giustizia terrena non può nulla contro l'infanticida. Lasciato dalla moglie, mentre la contessa Raffo, alla quale ha narrato i fatti, giace su un divano stordita dallo champagne, Tullio si toglie la vita con un colpo di pistola.


Produzione


Visconti realizzò il film in carrozzella, molto sofferente[1] e morì nel marzo del 1976 di trombosi pochi giorni dopo aver visionato, insieme ai suoi più stretti collaboratori, il primo montaggio del film, del quale rimase insoddisfatto. Avrebbe dovuto far parte del cast anche Claudia Cardinale. Il film fu presentato al pubblico in quella veste, con lievissime modifiche realizzate dalla cosceneggiatrice Suso Cecchi D'Amico secondo indicazioni datele da Visconti stesso durante una conversazione di lavoro.


Critica


Pur nel sostanziale rispetto dei tratti principali della personalità del protagonista - il superomismo, l'ateismo fiero, lo spirito raziocinante, anticonformista[2] - Visconti introdusse nella sceneggiatura significative differenze rispetto al romanzo di D'Annunzio, "...sino ad un ribaltamento del testo di partenza e del suo assunto."[3]


Referenze culturali



Incassi


In Italia nella stagione 1976-1977, L'innocente, considerando le sale di prima visione di 16 città capozona, incassò 1.246.472.000 lire, piazzandosi all'ottavo posto.[4]


Riconoscimenti



Note


  1. Suso Cecchi D'Amico, Storie di Cinema (e d'altro) raccontate a Margherita d'Amico, Garzanti, 1996, p. 65
  2. Alessandro Bencivenni, Luchino Visconti, l'Unità/Il Castoro, Roma, 1995
  3. Luciano De Giusti, Il crepuscolo di Luchino Visconti, in (a cura di) Flavio De Bernardinis, Storia del cinema italiano, vol.XII, Marsilio, Edizioni di Bianco & Nero, Venezia, 2008
  4. Tavole in appendice in (a cura di) Flavio De Bernardinis, Storia del cinema italiano, cit.

Collegamenti esterni


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На других языках


[en] The Innocent (1976 film)

The Innocent (Italian: L'innocente) was the last film made by Italian director Luchino Visconti. Released in 1976, the film is based on the novel The Intruder by Gabriele d'Annunzio.[1] It was distributed in the U.S. by Analysis Film Releasing Corp.
- [it] L'innocente (film 1976)

[ru] Невинный (фильм, 1976)

«Неви́нный» (итал. L'Innocente) — последний фильм итальянского режиссёра Лукино Висконти. Экранизация произведения, автор которого — Габриеле Д’Аннунцио.



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