La banda del gobbo è un film poliziottesco del 1977, diretto da Umberto Lenzi ed è il terzo ed ultimo capitolo della saga di Sergio Marazzi (detto er Monnezza) interpretata da Tomas Milian[1][2].
Disambiguazione – Se stai cercando l'organizzazione romana guidata dal Gobbo del Quarticciolo, vedi Giuseppe Albano.
Tomas Milian: Vincenzo Marazzi (Il Gobbo); Sergio Marazzi (Er Monnezza)
Pino Colizzi: Commissario Sarti
Mario Piave: Commissario Valenzi
Isa Danieli: Maria
Sal Borgese: Milo Dragovic (l'Albanese)
Luciano Catenacci: Adalberto Maria Perrone
Guido Leontini: Mario Di Gennaro (Er Sogliola)
Pierangelo Civera: agente Romeo Esposito
Nello Pazzafini: Carmine Ciacci
Massimo Bonetti: Calogero Ciacci
Solvi Stübing: Marika Engver
Carlo Gaddi: Faina
Rosario Borelli: Romolo
Franco Odoardi: psichiatra
Livio Galassi: Giggi
Francesco D'Adda: aiutante psichiatra
Cesare Di Vito: psichiatra con la lente sulla fronte
Fulvio Mingozzi: maresciallo Mingozzi
Jimmy il Fenomeno: matto nel manicomio
Fortunato Arena: infermiere
Salvatore Billa: sicario
Ennio Antonelli: Osvaldo Albanese
Doppiatori originali
Ferruccio Amendola: Vincenzo Marazzi, detto il Gobbo; Sergio Marazzi, detto Er Monnezza
Luciano De Ambrosis: Perrone
Renato Mori: Milo Dragovic, detto "l'Albanese"
Sergio Fiorentini: Carmine Ciacci
Manlio De Angelis: commissario Valenzi
Angelo Nicotra: Calogero Ciacci
Gianfranco Bellini: psichiatra con la lente sulla fronte
Roberto Del Giudice: Poliziotto, Uomo con gli occhiali da sole
Tomas Milian in questo film interpreta anche la parte di Vincenzo Marazzi, fratello di Sergio detto il Gobbo[1] e di entrambi i personaggi scrisse i dialoghi.
Tra le ragioni alla base della fine del sodalizio tra Milian ed il regista Lenzi vi fu il monologo moralistico sulle classi agiate, scena che il regista avrebbe voluto eliminare in sede di montaggio ma che l'attore pretese, avendone facoltà da contratto[2].
Trama
Il Gobbo nel Night Club "Scarabocchio"
Vincenzo Marazzi, detto "Il Gobbo", un famigerato criminale romano, torna dopo una lunga latitanza in Corsica. Suo fratello Sergio, detto "Er Monnezza", meccanico e piccolo ladruncolo, lo idolatra perché non ne è all'altezza.
"Il Gobbo" contatta dei suoi vecchi compari ed organizza una rapina ad un furgone portavalori ma viene da questi tradito rischiando di restare ucciso in una sparatoria. Inizia la terribile vendetta del protagonista, ostacolata solo in parte dal commissario Sarti, il quale tenta di usare "Er Monnezza" come esca, facendolo rinchiudere in un ospedale psichiatrico, espediente beffardamente sbugiardato.
Consapevole del suo inesorabile declino "Il Gobbo" e la sua fidanzata si recano in un locale esclusivo suscitando il dileggio del personale e degli avventori i quali a sua volta umilia costringendoli ad assumere lassativi.
La vicenda termina tra inseguimenti e sparatorie con la Polizia e la caduta del "Gobbo" in un fiume. Sergio, ricevuta successivamente una cospicua somma di denaro da suo fratello, ne dubita la morte.
Colonna Sonora
Nella pellicola si possono ascoltare due brani di Antonello Venditti: Sora Rosa e Roma capoccia, più volte citate anche nei dialoghi. Il Gobbo è un fan di Venditti, da lui definito "un cantautore che nun se batte", citandolo in alcuni versi di Sora Rosa.[3]
Riprese
L'edificio della fabbrica Freddindustria è ancora visibile ad Aprilia.
L'ospedale psichiatrico dove viene internato il "Monnezza" è l'ex orfanotrofio della Marcigliana, attualmente in stato di totale abbandono. Nel film viene indicato come lo storico ospedale psichiatrico "S. Maria della Pietà" (anch'esso oggi chiuso), nel quartiere Monte Mario.
Nella scena della tentata rapina alla moglie di un commissario, nella centralissima Via Bissolati a Roma, si intravede la programmazione del film con Alberto Sordi Un borghese piccolo piccolo presso l'allora Cinema "Fiamma".
Distribuzione
Distribuito nei cinema italiani il 18 agosto 1977, La banda del gobbo ha incassato complessivamente 1.523.844.720 lire dell'epoca.[4]
Collegamenti ad altre pellicole
Attore e regista riprendono il personaggio del Gobbo, visto precedentemente in Roma a mano armata, promuovendolo al ruolo di protagonista. Esso potrebbe ispirarsi al celebre criminale romano del dopoguerra, noto come il gobbo del Quarticciolo e che fu trasposto nel film Il gobbo del 1960.
Nel primo film (Roma a mano armata) il nome del Gobbo era Vincenzo Moretto, qui Vincenzo Marazzi.
Note
Antonio Bruschini, Antonio Tentori, Città violente: il cinema poliziesco italiano, Tarab, 1998, p.78.
Manlio Momarasca, Giorgio Navarro e Davide Pulici, Monnezza e i suoi fratelli, Nocturno Dossier n.39, Cinemabis Comm..
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