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La tenda rossa (Красная палатка / Krasnaja palatka) è un film del 1969 diretto da Mikheil Kalatozishvili, liberamente ispirato alle vicende della spedizione polare del dirigibile Italia comandata dal generale Umberto Nobile. Il film ricevette la nomination al Golden Globe nel 1972 come Miglior film straniero in lingua inglese.

Disambiguazione – Se stai cercando la miniserie, vedi La tenda rossa (miniserie televisiva).
La tenda rossa
Peter Finch in una scena del film
Titolo originaleКрасная палатка
Krasnaja palatka
Paese di produzioneUnione Sovietica, Italia
Anno1969
Durata121 min (versione internazionale)
158 min (versione russa)
Rapporto1,66:1
Genereavventura, drammatico, storico
RegiaMikheil Kalatozishvili
SoggettoRichard L. Adams, Ennio De Concini
SceneggiaturaRichard L. Adams, Ennio De Concini
ProduttoreFranco Cristaldi
FotografiaLeonid Kalashnikov
MontaggioJohn Shirley Peter Zinner
MusicheEnnio Morricone (dirette da Bruno Nicolai) (international version)
Aleksandr Zatsepin
ScenografiaGiancarlo Bartolini Salimbeni David Vinitskij
CostumiNatalya Meshkova
TruccoMaksim Alautdinov
Interpreti e personaggi
  • Sean Connery: Roald Amundsen
  • Claudia Cardinale: infermiera Valeria
  • Hardy Krüger: tenente Einar Lundborg
  • Peter Finch: generale Umberto Nobile
  • Massimo Girotti: capitano di fregata Giuseppe Romagna Manoja
  • Luigi Vannucchi: capitano Filippo Zappi
  • Mario Adorf: marconista Giuseppe Biagi
  • Eduard Martsevich: meteorologo Finn Malmgren
  • Grigori Gaj: prof. Samoilovich, comandante del Krasin
  • Nikita Mikhalkov: pilota Chuknovsky
  • Nikolai Ivanov: radioamatore russo Nikolai Schimdt
  • Boris Khmelnitsky: Alfredo Viglieri
  • Yuri Solomin: Felice Trojani
  • Yuri Vizbor: dottor Frantisek Behounek
  • Donatas Banionis: Adalberto Mariano
  • Otar Koberidze: Natale Cecioni
Doppiatori italiani
  • Carlo D'Angelo: Roald Admunsen
  • Rita Savagnone: Valeria
  • Sergio Graziani: Lundborg
  • Giuseppe Rinaldi: generale Umberto Nobile
  • Pino Locchi: Biagi
  • Gino La Monica: meteorologo Finn
  • Bruno Persa: prof. Samoilovich
  • Pino Colizzi: pilota Chuknosky
  • Manlio De Angelis: Felice Trojani
  • Roberto Bertea: dottor Frantisek Behounek
  • Ferruccio Amendola: Adalberto Mariano
  • Alessandro Sperlì: giornalista
  • Ennio Balbo: giornalista
  • Arturo Dominici: giornalista
  • Luciano De Ambrosis: giornalista
  • Gianni Bonagura: voce narrante

Trama


Il generale Umberto Nobile è l'ex comandante della sfortunata spedizione esplorativa del 1928 conclusasi con lo schianto del dirigibile Italia sulla banchisa polare e con il salvataggio dei superstiti, dopo sette settimane di permanenza sul pack, da parte del rompighiaccio sovietico Krassin.

Vittima dei ricordi e oppresso dai rimorsi, Nobile sta trascorrendo l'ennesima notte insonne nella sua abitazione nel centro di Roma. Questa notte, tuttavia, si presenta differente dalle altre: egli infatti indossa la sua divisa e "chiama" gli spiriti delle persone che sono state protagoniste nella drammatica vicenda che lo ha coinvolto, con l'intenzione di farsi "processare" e di rispondere direttamente a coloro che in più di un'occasione, durante le tante notti trascorse a ricordare gli eventi passati, lo hanno già condannato.

La vicenda si snoda tra realtà e fantasia, in un continuo rincorrersi di flashback che di volta in volta fanno apparire i protagonisti dei fatti in discussione: l'accusa è rappresentata dal fantasma del pilota svedese Einar Lundborg, suo salvatore, il quale avverte Nobile che questa notte lui "andrà fino in fondo", sviscerando tutte le sue debolezze e le sue responsabilità; il generale ed il suo accusatore chiamano di volta in volta i vari fantasmi dei partecipanti alla spedizione ed anche di chi ha provveduto ai soccorsi, tra i quali l'amico Roald Amundsen, scomparso in quei giorni tra i ghiacci nel tentativo di avvistare i superstiti a bordo del suo aeroplano.

Luigi Vannucchi e Peter Finch in una scena
Luigi Vannucchi e Peter Finch in una scena

Il disagio di Nobile risiede non solo nell disastro seguito alla missione, della missione e nella conseguente perdita di vite umane, ma anche nelle polemiche seguite al suo salvataggio: egli infatti fu accusato di avere abbandonato gli uomini per essere trasportato per primo, insieme alla sua cagnetta Titina, a Ny-Ålesund, da dove la spedizione era partita. Uno dei sopravvissuti all'incidente, il sottufficiale marconista Giuseppe Biagi, con l'imbarazzo che deriva dal giudicare un suo superiore, insiste proprio su questo argomento, mentre l'infermiera Valeria lo considera responsabile della morte dell'uomo che amava, ossia Finn Malmgren, responsabilità che deriva dal non avergli impedito in qualità di comandante della spedizione il tentativo, insieme al capitano Filippo Zappi e ad Adalberto Mariano, di raggiungere a piedi un'isola che si intravedeva durante la deriva dei ghiacci. Il tenente Lundborg accusa a sua volta Nobile di debolezza per non avere resistito alla forma di ricatto da lui stesso perpetratogli nel momento in cui l'aveva persuaso a partire, convincendolo della necessità di "prendere le redini" al fine di migliorare l'organizzazione dei soccorsi.

Quando il verdetto di colpevolezza è pronunciato, Amundsen, correndo di nuovo in soccorso all'amico, lo contesta, facendo notare a tutti gli accusatori che in ognuno di loro vi è una parte di responsabilità e che tutti sono in qualche modo colpevoli: al capitano Zappi vengono riconosciuti coraggio ed iniziativa, ma l'esploratore norvegese gli dice chiaramente che non lo vorrebbe mai come "secondo" in quanto ha trasgredito l'ordine di Nobile di non allontanarsi; al capitano di fregata Giuseppe Romagna Manoja, comandante della nave Città di Milano, viene invece contestato il peccato opposto, ossia l'avere atteso per troppo tempo ordini da Roma senza prendere iniziative concrete per il salvataggio e per questo viene definito "il comandante che non comanda", mentre al tenente Lundborg viene mossa la critica all'opportunismo della sua decisione.

Dopo i rilievi mossi a tutti gli accusatori, questi scompaiono e, una volta che i due amici/rivali sono rimasti soli, Amundsen fa notare a Nobile che, nel momento in cui era di fronte alla fatidica decisione, aveva altrettanti validissimi motivi sia per restare sui ghiacci, obbedendo all'etica militare, che per tornare alla base, per poter organizzare meglio i soccorsi. Ricordandogli comunque l'eroismo e la bellezza delle avventure condivise nelle regioni artiche, il monologo finale del norvegese si conclude ricordando che forse, tra i vari fattori che hanno fatto poi prendere la decisione così contestata, vi era probabilmente anche in piccola parte quello umanissimo di mettersi in salvo e di un bagno caldo a Ny-Ålesund, distante a quel punto pochi minuti di aereo.


Produzione


Le riprese in esterno furono realizzate in territorio russo.


Attinenza coi fatti reali


Il film, basato su vicende reali, è realizzato con grande cura dal punto di vista della ricostruzione ambientale.[1] Dal punto di vista storico e narrativo vi sono invece diverse concessioni alla fantasia, tra le quali la storia d'amore tra l'infermiera Valeria ed il meteorologo Malmgren, così come le circostanze della morte di Amundsen, che si ipotizza sia stato in grado di individuare il relitto della parte mai trovata del dirigibile, atterrare e - a differenza del pilota - sopravvivere all'atterraggio, morendo da solo leggendo un libro trovato tra i rottami. È da rilevare una strana inspiegabile dimenticanza: il pilota che trova la tenda rossa non è l'aviatore Lundborg ma l'italiano, ufficiale dell'Aeronautica e futuro trasvolatore atlantico, Umberto Maddalena che però essendo giunto con un idrovolante Savoia-Marchetti S.55 non può atterrare sul pack ma sarà il primo a fare più voli per portare alimenti e munizioni ai sopravvissuti della tenda rossa. Solo in un secondo tempo il pilota svedese Lundborg avendo pattini da neve può atterrare sul pack e porterà alla Baia del Re Nobile con la cagnetta Tittina.


Note


  1. La tenda rossa, su mymovies.it. URL consultato il 28 gennaio 2017.

Voci correlate



Collegamenti esterni


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[de] Das rote Zelt

Das rote Zelt (Originaltitel: russisch Красная палатка .mw-parser-output .Latn{font-family:"Akzidenz Grotesk","Arial","Avant Garde Gothic","Calibri","Futura","Geneva","Gill Sans","Helvetica","Lucida Grande","Lucida Sans Unicode","Lucida Grande","Stone Sans","Tahoma","Trebuchet","Univers","Verdana"}Krasnaja palatka und italienisch La tenda rossa) ist ein sowjetisch-italienisches Dokudrama des Regisseurs Michail Kalatosow aus dem Jahr 1969. In den Hauptrollen sind Sean Connery, Claudia Cardinale, Hardy Krüger und Peter Finch zu sehen. Der Film startete am 30. Juli 1971 in Kinos in der DDR in der 158 Minuten langen sowjetischen Schnittfassung; die deutlich kürzere italienische (121 Minuten) lief ab 15. Oktober in eigener Synchronisation in bundesdeutschen Kinos.

[en] The Red Tent (film)

The Red Tent (Russian: Красная палатка, translit. Krasnaya palatka; Italian: La tenda rossa; Spanish: La tienda roja) is a joint Soviet/Italian 1969 film directed by Mikhail Kalatozov.

[es] La tienda roja

La tienda roja (en ruso Красная палатка, transliterado Krásnaya palatka, y en italiano La tenda rossa) es una coproducción entre la Unión Soviética e Italia, dirigida en 1971 por Mijaíl Kalatózov. Es un impresionante relato de supervivencia en los hielos del Ártico, basada en un hecho real: la trágica expedición del dirigible de la clase N Italia al mando de Umberto Nobile y el rescate de los supervivientes semanas más tarde.
- [it] La tenda rossa

[ru] Красная палатка (фильм)

«Кра́сная пала́тка» (итал. La tenda rossa, англ. The Red Tent) — совместный советско-британско-итальянский цветной широкоформатный художественный фильм 1969 года. Последняя режиссёрская работа Михаила Константиновича Калатозова. Основан на реальных событиях — истории спасения итальянских аэронавтов в Арктике в 1928 году.



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