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Medea è un film del 1969, diretto da Pier Paolo Pasolini.

Medea
Titoli di testa del film
Titolo originaleMedea
Paese di produzioneItalia, Francia, Germania Ovest
Anno1969
Durata110 min
Genereepico, drammatico, fantastico
RegiaPier Paolo Pasolini
SoggettoMedea di Euripide
SceneggiaturaPier Paolo Pasolini
ProduttoreFranco Rossellini
FotografiaEnnio Guarnieri
MontaggioNino Baragli
Musicheselezionate da Pier Paolo Pasolini e Elsa Morante
ScenografiaDante Ferretti
CostumiPiero Tosi
Interpreti e personaggi
  • Maria Callas: Medea
  • Luigi Barbini: Argonauta
  • Giuseppe Gentile: Giasone
  • Annamaria Chio: nutrice
  • Margareth Clementi: Glauce
  • Massimo Girotti: Creonte
  • Laurent Terzieff: Chirone
  • Sergio Tramonti: Apsirto
  • Maria Cumani Quasimodo: una sacerdotessa
  • Piera Degli Esposti: donna
  • Paul Jabara: Pelia
Doppiatori italiani
  • Maria Callas / Rita Savagnone: Medea
  • Pino Colizzi: Giasone
  • Enrico Maria Salerno: Chirone

Il soggetto è basato sull'omonima tragedia di Euripide e la protagonista principale è Maria Callas. Il film, i cui esterni furono girati in Cappadocia (Turchia), ad Aleppo (Siria), a Pisa e a Grado, ebbe un'accoglienza positiva da parte della critica, ma non riscosse il successo commerciale sperato.


Trama


«Tutto è santo e l'intera Natura appare innaturale ai nostri occhi. Quando tutto ti sembrerà normale della natura, tutto allora sarà finito!»

(Frase di Chirone pronunciata al piccolo Giasone)

In Grecia a Iolco il re Esone è stato spodestato dal fratellastro Pelia, il quale governa con crudeltà e spietatezza, cercando in tutti i modi di uccidere l'erede al trono Giasone, mandato presso il suo mentore Chirone. In Scizia è stata raccolta una potente reliquia chiamata Vello d'oro, che in passato era appartenuta a Frisso. La pelle d'oro apparteneva al caprone sacro, inviato dagli dei per salvare il fanciullo e la sorella Elle da morte certa, ed aveva attraversato in volo tutto l'Ellesponto, mare che prenderà questo nome dalla sorella Elle che vi cadrà affondandovi. Giunto nella Colchide, Frisso viene accolto dal re Eeta. Il sovrano sacrifica a Zeus il caprone, il cui vello viene portato nel tempio del quale Medea, la figlia di Eeta, è somma sacerdotessa.

Nel prologo il centauro Chirone spiega al giovane Giasone in maniera filosofica l'armonia e l'equilibrio della natura e viene presentata la superba figura di Medea, sovrana della Colchide, una terra dall'altra parte del mondo, brutale e piena di usanze grottesche, che ospita la reliquia del Vello d'oro. Giasone, divenuto grande, ha ora la possibilità di sfidare suo zio e recuperare il suo regno. Quest'ultimo però gli chiede in cambio la preziosa pelliccia di capra, così inizia il viaggio alla ricerca della reliquia. Mentre Medea sta pregando nel tempio, ha una visione in cui vede per la prima volta l'eroe greco e se ne innamora perdutamente, così tanto da chiedere aiuto al fratello per rubare il Vello d'oro e partire con Giasone per la Grecia.

Il re suo padre lo viene a sapere e si getta all'inseguimento della figlia la quale al fine di rallentarlo, uccide il fratello lasciando pezzi del suo corpo lungo il cammino per costringere l'uomo a fermarsi. Dopo aver raccolto tutti i pezzi del corpo di suo figlio, il sovrano torna nel suo villaggio a restituirli alla madre piangente affinché abbiano una degna sepoltura. Intanto, lontana dalla sua terra e dalle sue tradizioni, Medea ha una crisi spirituale in cui le sensazioni di tormento si acuiscono quando capisce che Giasone e i suoi compagni hanno usanze totalmente opposte alle sue.

Consegnato il Vello a Pelia, quest'ultimo vien meno alla parola data negando il trono al nipote, il quale accetta sprezzante la decisione e rifiuta con sdegno di battersi oltre per il regno di suo padre. Prima di lasciare il palazzo, le ancelle preparano Medea per le nozze spogliandola dei suoi abiti barbari per vestirla come donna greca. Giasone congeda i suoi compagni di avventura e, consumata la prima notte d'amore con la sua amata, si avvia verso Corinto. Qui ritrova Chirone, il centauro che lo ha allevato da piccolo. I due hanno un dialogo filosofico nel quale il centauro fa presente a Giasone la situazione di Medea, che continua a vivere un conflitto interiore tra l'attuale realtà e la vita spirituale scandita dai rituali del suo passato nella Colchide. Giasone diviene sempre più distante dalla sua amata, nonostante i figli che questa gli dà, finché non decide di abbandonarla per sposare Glauce, figlia del re Creonte. Costui vorrebbe esiliare Medea, perché costituisce un monito e un fardello troppo grande da sopportare per sua figlia, che non ha colpe del comportamento di Giasone.

Sospinta dalle parole delle sue ancelle, che la vedono come una maga capace di tutto, Medea diventa consapevole della perdita del contatto con gli dei e del suo tragico destino, arrivando a meditare vendetta. Fa chiamare Giasone, verso il quale finge perdono, e chiede ai loro figli di portare il suo dono di nozze a Glauce: gli abiti regali con cui fuggì dalla Colchide chiedendo a Giasone solo che i suoi figli non vengano esiliati. A questo punto è inserita un'anticipazione in cui la principessa indossa gli abiti appena ricevuti in dono, dunque prende fuoco con essi insieme al padre. È la vigilia della nozze e Creonte vedendo sua figlia turbata, ingiunge Medea di abbandonare Corinto insieme ai suoi due figli. La donna ottiene comunque un altro giorno e manda a chiamare Giasone col quale si concede l'ultima notte d'amore. L'indomani gli lascia dunque il dono per la sua nuova sposa. Non appena ricevutolo, l'innocente Glauce lo indossa e rivede nello specchio tutto il dolore di Medea. Glauce fugge e si lancia dalle mura e il padre la segue, preso dalla disperazione.

Questo non basta e la furia di Medea è ormai incontrollabile. Dopo aver ucciso i suoi figli, incendia la propria dimora, in una torre isolata appena fuori le mura della città. Il film si chiude con l'impossibile tentativo di Giasone di riportarla alla ragione, cui risponde solo una ultima rabbiosa invettiva di Medea ormai perduta tra le fiamme.


Note



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    [de] Medea (1969)

    Medea ist ein Film des italienischen Regisseurs Pier Paolo Pasolini mit Maria Callas in der Hauptrolle. Er entstand 1969 und ist eine freie Bearbeitung eines altgriechischen Mythos. Die Handlung beruht auf der literarischen Vorlage des Euripides aus dem Jahre 431 v. Chr.

    [en] Medea (1969 film)

    Medea is a 1969 Italian film directed by Pier Paolo Pasolini, based on the ancient myth of Medea. Filmed in Göreme Open Air Museum's early Christian churches, Pisa, and the Citadel of Aleppo, it stars opera singer Maria Callas in her only film role. She does not sing in the movie.

    [es] Medea (película)

    Medea es una película italiana de 1969 basada en la tragedia Medea, de Eurípides, y dirigida por Pier Paolo Pasolini. Se rodó en Turquía y en Siria —Capadocia y Aleppo—, así como en Viterbo, Pisa y Cinecittà.
    - [it] Medea (film 1969)

    [ru] Медея (фильм, 1969)

    «Меде́я» (итал. «Medea») — фильм Пьера Паоло Пазолини 1969 года по мотивам одноименной трагедии Еврипида.



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