Mustang è un film drammatico del 2015 diretto da Deniz Gamze Ergüven.
Mustang | |
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Titolo originale | Mustang |
Lingua originale | Turco |
Paese di produzione | Turchia, Francia, Germania, Qatar |
Anno | 2015 |
Durata | 97 min |
Rapporto | 2,35:1 |
Genere | drammatico |
Regia | Deniz Gamze Ergüven |
Sceneggiatura | Deniz Gamze Ergüven, Alice Winocour |
Distribuzione in italiano | Lucky Red |
Musiche | Warren Ellis |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il film, che è stato presentato a Cannes 2015 e scelto per rappresentare la Francia ai Premi Oscar 2016, racconta la storia di cinque giovani sorelle turche che lottano per la loro libertà contro un potere religioso e patriarcale soffocante.
Inizio dell'estate, in un remoto villaggio turco. Lale, la più giovane di cinque sorelle, dà un commovente addio alla sua insegnante, che si sta trasferendo a Istanbul. Lale e le sorelle, su idea della sorella maggiore Sonay, decidono di andare in spiaggia invece di tornare a casa, per godersi la giornata di sole. Lungo la strada, giocano in acqua con alcuni dei loro compagni di classe, sedendosi per gioco sulle spalle dei ragazzi e schiamazzando.
Quando tornano a casa, la nonna le rimprovera con violenza per avere permesso quel tipo di contatto fisico con i ragazzi e picchia le tre sorelle più grandi, Sonay, Selma e Ece. Anche lo zio Erol, figlio della nonna, è furioso e, per affermare il potere patriarcale, le conduce ad una visita ginecologica che attesti la loro illibatezza. Da allora in poi, a tutte e cinque ragazze è proibito uscire di casa, anche per andare a scuola, dalla quale vengono ritirate.
Le sorelle cominciano a sentirsi soffocate poiché la nonna, ormai incapace di ribellarsi al potere patriarcale per le cui donne sono sempre sottomesse agli uomini, cerca di preparare le nipoti al matrimonio raccontando loro di aver conosciuto il marito solo al momento del matrimonio ma di essersi poi affezionata molto a lui: quando escono in pubblico devono vestirsi di grigio, un abbigliamento conservatore; invece di andare a scuola, devono stare a casa, imparare a cucinare, pulire e cucire. Nonostante ciò, Sonay sguscia fuori di tanto in tanto per incontrare il suo amante, e Lale cerca vari modi per andarsene.
A Lale, che ama il calcio, è vietato andare a vedere le partite, ma decide di approfittare del fatto che a una certa partita gli uomini sono stati estromessi a causa della violenza negli stadi. Le cinque sorelle riescono a uscire di nascosto; tuttavia una loro zia le intravede durante la trasmissione della partita in televisione, proprio nel momento in cui lo zio Erol e altri uomini del villaggio stanno per accendere il televisore. Per evitare che gli uomini le scoprano, vengono tagliati i fili, così l'elettricità viene a mancare in tutto il villaggio.
Quando le ragazze tornano, la nonna decide di iniziare a organizzare i loro matrimoni. Vengono portate in città con la scusa di prendere della limonata, ma col solo fine di mostrarle a dei potenziali "pretendenti". Ben presto un corteggiatore e la sua famiglia arrivano a casa loro. Sonay promette di sposarsi solo con il suo amante e si rifiuta di incontrare il futuro pretendente e la sua famiglia. Selma, invece, si fidanza con il corteggiatore. Al matrimonio congiunto delle due sorelle, Sonay (unica sposatasi per amore) è chiaramente felice di sposare il suo amante, mentre Selma non sembra davvero innamorata del corteggiatore che sta per sposare (infatti passa tutta la serata a rubare bicchieri di vino dai tavoli e ad ubriacarsi).
Durante la notte del suo matrimonio, i suoceri di Selma (uccidendo completamente l'intimità dei due giovanissimi sposi ed umiliandoli) vengono a controllare le lenzuola secondo un rituale tradizionale per verificare la verginità della sposa fino al momento della prima notte di nozze. Ma, non trovando sangue sul lenzuolo, i suoceri portano Selma da un medico per avere rassicurazioni circa la sua verginità.
La prossima in linea per il matrimonio è la 17enne Ece, e viene rivelato che lo zio Erol, oltre ad essere misogino e violento specialmente contro le donne, è anche un maniaco pedofilo, poiché abusa sessualmente di lei di notte. Ece comincia ad agire pericolosamente: quando lei e due sorelle minori, Lale e Nur, si fermano con lo zio nei pressi di una banca, Ece permette a un ragazzo di avere rapporti sessuali con lei nella loro auto; fa battute al tavolo a pranzo, incitando le sorelle a ridere ad alta voce, cosa "inaccettabile" per lo zio, che la manda a letto senza cena; qui, infine, chiude la porta a chiave e si suicida sparandosi perché crede sia l'unico modo per liberarsi dello zio e delle catene che da sempre la limitano e soffocano solo perché femmina.
Ora mancano solo Lale e Nur. Durante un tentativo di raggiungere Istanbul da sola a piedi, Lale incontra Yasin, un camionista che aveva accompagnato le sorelle allo stadio e con cui lei aveva fatto amicizia. Su richiesta di Lale, Yasin le insegna felicemente a guidare, non contando che lei ha 10 anni. Quando la fuga di Lale viene scoperta, al suo ritorno la sorveglianza viene rinforzata, per cercare di rendere impossibile un nuovo tentativo di fuga.
A questo punto diventa evidente il fatto che il perfido zio Erolo sta abusando anche di Nur. La nonna, a conoscenza di questo fatto, non riesce a farle coraggio e denunciare lo zio (poiché anche lei è stata cresciuta secondo la "norma" contro le donne di non parlare mai, neanche di fronte ai comportamenti del tutto, ma solo a dirle che per lei è arrivato il momento di sposarsi, anche se non è abbastanza grande per farlo. Le viene trovato un corteggiatore col quale viene fatta sposare.
Nella notte del matrimonio, Lale convince Nur a resistere, così le ragazzine, raccolto tutto il coraggio che nessun'altra donna in casa ha mai avuto, si barricano all'interno della casa, con grande imbarazzo della famiglia. Come la festa di nozze viene annullata, Erol cerca violentemente di entrare in casa. Lale trova il telefono nascosto in un armadio e lo usa per chiedere aiuto a Yasin. Le ragazze raccolgono dei soldi e un paio di rifornimenti, le chiavi della macchina dello zio e sgattaiolano fuori di casa. La fuga in macchina non dura a lungo perché Lale, presa dalla foga, fa schiantare la macchina vicino alla loro casa; per fortuna, però, riescono a nascondersi e poco dopo arriva Yasin, ragazzo che le raccoglie e le porta alla vicina stazione degli autobus.
Lale e Nur prendono l'autobus per Istanbul, dove ritrovano l'ex-insegnante, che le accoglie calorosamente, simbolo che per loro l'incubo creato da uomini retrogradi e violenti è finito.
«Per le donne, la Turchia è come il Medioevo.[1]» |
(La regista Deniz Gamze Ergüven per The Guardian) |
Delle cinque "sorelle" protagoniste, soltanto Elit İşcan (per cui il ruolo di Ece è stato creato appositamente dalla regista) aveva già avuto esperienze nel cinema, mentre le altre 4 attrici erano completamente dilettanti. Infatti, per scegliere Tuğba Sunguroğlu (scoperta in realtà all'aeroporto di Charles de Gaulle a Parigi), Güneş Şensoy, Doğa Doğuşlu e İlayda Akdoğan, ci sono volute mesi e centinaia di audizioni in giro per tutta la Turchia.
Le riprese del film, compiute interamente in Turchia, si sono svolte soprattutto tra Istanbul, sulle zone del Mar Nero e nel territorio di Kastamonu.[2][3]
La colonna sonora del film è stata affidata all'australiano Warren Ellis, che all'inizio aveva rifiutato, nella sua prima opera da solista.[4]
Il film è stato presentato in anteprima mondiale il 19 maggio 2015 al Festival di Cannes di quell'anno, nonché al Toronto International Film Festival; è poi uscito prima nelle sale cinematografiche francesi e turche, rispettivamente il 17 giugno e 23 ottobre del 2015.[5] In Italia è invece stato distribuito, tramite Lucky Red, a partire dal 29 ottobre dello stesso anno.[6]
Guadagnando solo in Italia oltre 655mila euro (cifra notevole per un film straniero)[7] e 4 milioni di dollari tra Stati Uniti e Canada, il film in totale ha raggiunto un totale di $ 5.274.664 esatti.[8]
Il film è stato generalmente molto apprezzato dalla critica: per esempio, sul sito web Rotten Tomatoes il film riceve l'eccezionale 97% delle recensioni professionali positive, con un voto medio di 8,9/10, basato su 149 recensioni; il consenso critico del sito afferma: "Mustang trasmette un messaggio molto forte - e assolutamente condiviso - il cui potere è ulteriormente rafforzato dalla bravura di un cast non professionale ma stellare".[9]
Anche su Metacritic il film ottiene l'ottimo punteggio medio di 83 su 100, basato su 29 recensioni, indicando il "riconoscimento universale".[10]
Invece Variety, criticandolo, ha giudicato il film "troppo simile" a Il giardino delle vergini suicide;[11] al contrario Daily Telegraph ha assegnato un voto pieno 4 stelle su 4, descrivendolo come "feroce, sicuro di sé e ribelle".[12] Anche The Guardian, accogliendolo al meglio, ha offerto 5 stelle su 5, descrivendolo come "un'eccellente opera prima, che condanna il trattamento delle donne nei villaggi dell'Anatolia e non solo".[13]
Anche nel suo Paese "natale", la Turchia, Mustang è stato apprezzato ed elogiato per la sua "modernità", anche se da alcuni critici è stato anche criticato perché "rappresentante la nostra cultura in maniera stereotipata".[14]
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