Lance Henriksen: Capo della Polizia Steve Kimbrough
Ricky G. Paull: Chris Kimbrough
Ted Richert: Raoul, Hotel Manager
Leslie Graves: Allison Dumont
Carole Davis: Jai
Connie Lynn Hadden: Loretta
Arnie Ross: Mal il cuoco
Tracy Berg: Beverly
Albert Sanders: Leo Bell, D.D.S.
Anne Pollack: Mrs. Wilson
Hildy Magnasun: Myrna Benotti
Phil Colby: Ralph Benotti
Lee Krug: Ron
Sally Ricca: Cindy
Ward White: Sig. Dumont
Ancil Gloudon: Gabby
Paul Drummond: Frank
Dorothy Cunningham: April
Doppiatori italiani
Livia Giampalmo: Anne Kimbrough
Oreste Rizzini: Tyler Sherman
Giancarlo Maestri: Capo della Polizia Steve Kimbrough
Fabrizio Manfredi: Chris Kimbrough
Pietro Biondi: Raoul, Hotel Manager
Giorgia Lepore: Allison Dumont
Maria Teresa Martino: Jai
Sergio Di Giulio: Mal il cuoco
Carlo Reali: Leo Bell, D.D.S.
Mino Caprio: Ralph Benotti
Claudio Capone: Ron
Carlo Baccarini: Sig. Dumont
Marcello Tusco: Gabby
Solvejg D'Assunta: April
Trama
In un'isola dei Caraibi vengono rinvenuti cadaveri orrendamente mutilati e sbranati da esseri misteriosi. Un'istruttrice subacquea scopre che gli artefici di questi delitti sono dei pericolosissimi piraña, mutati geneticamente.
Produzione
Assonitis, inizialmente, doveva dirigere la pellicola. Successivamente, a causa di una clausola stabilita con la Warner Bros., venne deciso di assoldare un cineasta americano. Il produttore si consultò con Roger Corman il quale consigliò al finanziatore di far esordire James Cameron, all'epoca suo effettista di fiducia.
Stando alle parole del futuro Premio Oscar, il set fu molto difficile. In particolare, l'autore di Titanic ebbe numerosi scontri con Assonitis. Dopo pochi giorni, Cameron venne licenziato e il lungometraggio fu portato a termine dal produttore egiziano.[1]
Distribuzione
Il film venne distribuito in Italia a partire dal 14 agosto 1982. Successivamente, fu esportato all'estero, col titolo internazionale Piranha II: The Spawning.
Versioni alternative
Alla fine degli anni Ottanta venne pubblicata una versione laserdisc ri-montata dallo stesso Cameron. In seguito, tutte le edizioni sul mercato furono omologate allo standard cinematografico voluto da Assonitis.[2]
Accoglienza
La critica ha generalmente recensito negativamente il film.
La rivista FilmTv considera il lungometraggio «anonimo e godibile solo per i fan del genere». Dello stesso avviso anche Morando Morandini che giudica l'esordio di Cameron una «regia efficace» ma con una trama «insensata e ridicola».[3]
Note
Tina Porcelli, James Cameron, Il Castoro, Roma, 2000
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