Rurōni Kenshin (るろうに剣心?) è un film giapponese uscito il 25 agosto del 2012, live action liberamente adattato dal manga Kenshin - Samurai vagabondo di Nobuhiro Watsuki e dal relativo anime.
Rurōni Kenshin | |
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Titolo originale | るろうに剣心 |
Lingua originale | giapponese |
Paese di produzione | Giappone |
Anno | 2012 |
Durata | 135 min. |
Genere | azione |
Regia | Keishi Ōtomo |
Soggetto | Nobuhiro Watsuki |
Sceneggiatura | Kiyomi Fujii, Keishi Ōtomo |
Produttore | Osamu Kubota |
Fotografia | Takuro Ishizaka |
Musiche | Naoki Satō |
Interpreti e personaggi | |
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Il film segue abbastanza fedelmente le avventure dei primi capitoli del manga, condensandole in un'unica vicenda organica. Sono presenti quasi tutti i personaggi principali, caratterizzati in maniera fedele.
Siamo a Tokyo, nell'undicesimo anno dell'era Meiji (1878), epoca che vede la modernizzazione e l'apertura all'occidente del Giappone.
Kenshin Himura, reduce delle rivolte che dieci anni prima avevano segnato l'inizio della nuova epoca, durante le quali si era distinto per la sua straordinaria abilità e la sua ferocia, è ora uno spadaccino errante senza casa né lavoro, che ha vietato a se stesso di uccidere ancora. Durante il suo girovagare, egli arriva nella capitale e qui scopre che qualcuno sta utilizzando il suo vecchio nome di battaglia (Battōsai) per perpetrare crimini e omicidi.
Si tratta di un assassino al soldo di Kanryū Takeda, ricco mercante invischiato nel contrabbando di oppio e armi da fuoco, che ha in progetto di acquisire un intero quartiere popolare della capitale per farne una base per i propri traffici. Le mire di Kanryū sono soprattutto concentrate su una palestra di scherma del quartiere, per diffamare la quale (e convincere così la proprietaria a vendere) egli non esita a commissionare omicidi al proprio sicario, imponendogli di dichiararsi un membro di tale scuola e di usare lo pseudonimo di Battōsai, rimasto nella leggenda come esempio di forza imbattibile e spietata.
Armato solo della propria agilità e di una katana a lama invertita (ovvero col taglio al posto del dorso), Kenshin difende da solo la palestra e la sua proprietaria, Kaoru Kamiya, dall'attacco degli uomini di Kanryū, ma questo fatto lo costringe a uscire allo scoperto, rivelando la sua vera identità. Piena di gratitudine e per nulla spaventata dal suo passato, Kaoru lo ospita nella propria palestra.
Ora che il leggendario assassino è ricomparso, però, sono in molti a venire a cercarlo, chi per sfidarlo, chi per offrirgli un posto nell'esercito, chi per riprendere antichi duelli. Persino Kanryū cerca di assoldarlo come propria guardia del corpo.
Rifiutata ogni offerta e ogni provocazione in nome della propria scelta di non uccidere, Kenshin si vedrà suo malgrado costretto a intervenire per fermare Kanryū, che per raggiungere i propri scopi non si fa scrupolo ad avvelenare l'acqua dei pozzi dell'intero quartiere. Con la collaborazione dell'attaccabrighe Sanosuke Sagara e del poliziotto Hajime Saito, Kenshin fa irruzione nella villa di Kanryū, sgominando la sua intera guardia personale. Ottiene così l'arresto del mercante e la liberazione di Megumi Takani, giovane e avvenente medico che Kanryū costringeva da anni a raffinare l'oppio per il proprio tornaconto.
Terminata la battaglia, Kenshin scopre che durante la sua assenza Kaoru è stata rapita dal falso Battōsai, al puro scopo di attirare lui in un duello all'ultimo sangue. Colmo di rabbia e deciso a tutto pur di salvare la ragazza, nello scontro finale il vagabondo è ormai pronto a trasformarsi di nuovo in assassino. Ma la voce accorata della giovane Kaoru lo costringerà a fermarsi poco prima di sferrare il colpo letale, e a rinsaldare la propria decisione di proteggere la gente che lo circonda senza arrivare mai ad uccidere.
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