Sogni d'oro è un film del 1981 scritto, diretto e interpretato da Nanni Moretti.
Sogni d'oro | |
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Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1981 |
Durata | 105 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | commedia, drammatico |
Regia | Nanni Moretti |
Soggetto | Nanni Moretti |
Sceneggiatura | Nanni Moretti |
Produttore | Renzo Rossellini |
Produttore esecutivo | Manolo Bolognini |
Casa di produzione | Opera Film Produzione, Rai |
Fotografia | Franco Di Giacomo |
Montaggio | Roberto Perpignani |
Musiche | Franco Piersanti |
Scenografia | Gianni Sbarra |
Costumi | Lia Francesca Morandini |
Trucco | Gloria Fava |
Interpreti e personaggi | |
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Michele Apicella è un giovane regista romano frustrato dall'incomprensione cui va incontro il suo lavoro; sta ultimando le riprese del suo terzo film, un'opera su Sigmund Freud. Apicella è seguito da due fratelli arrivati a Roma dalla provincia, che si offrono di fare da assistenti volontari per imparare il mestiere. Mentre Apicella prosegue faticosamente le riprese del suo film, la sua insicurezza lo porta ad avere dei terribili incubi, nei quali insegue una bella ragazza di nome Silvia e, sempre più roso dal tarlo della gelosia, si trasforma alla fine in un lupo mannaro.
Il film venne premiato con il Leone d'argento alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1981. Il riconoscimento venne accolto nell'ambiente del Cinema con qualche dissenso. Al film veniva rimproverata la presunzione esasperata del personaggio autobiografico di Moretti e il pericoloso accostarsi al modello 8½ di Fellini. Sull'Europeo dello stesso anno si attribuisce a Sergio Leone la seguente dichiarazione: «Fellini 8 1/2 m'interessa, Moretti 1 1/4 no».[1]
Vani furono i ripetuti tentativi di Moretti di smentire la rilettura del suo film come un'opera sui tormenti di un artista in crisi creativa o sul Cinema stesso. Scrisse Paolo Mereghetti: «Un film sul film nel film»... autobiografia surreale... un'intelligenza nevrotica e dissacrante... regia discontinua, spesso inadeguata e ossessivamente narcisista... [vedendo il film] viene il dubbio che [Moretti] in realtà sia un grande critico mancato.[2]
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