The Bourne Identity è un film del 2002 diretto da Doug Liman.
The Bourne Identity | |
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Lingua originale | inglese, francese, tedesco, italiano, olandese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 2002 |
Durata | 119 min |
Rapporto | 2,35:1 |
Genere | azione, spionaggio, thriller |
Regia | Doug Liman |
Soggetto | Robert Ludlum (romanzo) |
Sceneggiatura | Tony Gilroy, Wiliam Blake Herron |
Produttore | Doug Liman, Patrick Crowley, Richard N. Gladstein |
Produttore esecutivo | Robert Ludlum, Frank Marshall |
Casa di produzione | Hypnotic, The Kennedy/Marshall Company |
Distribuzione in italiano | Universal Pictures |
Fotografia | Oliver Wood |
Montaggio | Saar Klein |
Effetti speciali | Peter Donen |
Musiche | John Powell |
Scenografia | Dan Weil |
Costumi | Pierre-Yves Gayraud |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Liberamente tratto dal romanzo Un nome senza volto di Robert Ludlum del 1980, racconta la storia di un uomo misterioso (Matt Damon), che non ricorda nulla del proprio passato, ma che è oggetto di una caccia inesorabile per eliminarlo; nel cast anche Franka Potente, Chris Cooper, Clive Owen, Brian Cox, Adewale Akinnuoye-Agbaje e Julia Stiles.
Primo della serie di Bourne, il film ha avuto tre seguiti: The Bourne Supremacy (2004), The Bourne Ultimatum - Il ritorno dello sciacallo (2007) e Jason Bourne (2016), e uno spin-off, The Bourne Legacy (2012), diretto da Tony Gilroy, con protagonista Jeremy Renner.
Al largo del mar Mediterraneo, un peschereccio italiano recupera un giovane uomo in stato d'incoscienza. Giancarlo, pescatore, nel soccorrerlo gli rinviene addosso alcuni proiettili nella schiena, nonché un impianto sottocutaneo che nasconde un piccolo proiettore laser riportante un numero di conto bancario: è l'unico indizio sull'identità dello sconosciuto, per il resto privo di memoria.
Una volta sbarcato sulla terraferma in Liguria, l'uomo inizia la ricerca della propria identità dirigendosi a Zurigo. Qui, uno scontro con due agenti che volevano arrestarlo per vagabondaggio, e di cui con sorpresa ha facilmente la meglio, fa capire al giovane di possedere delle grandi abilità di combattimento. Frattanto, il conto bancario che nascondeva sottopelle lo porta a una cassetta di sicurezza a lui intestata dove trova un'ingente somma di denaro, alcuni passaporti di varie nazionalità, tutti recanti la propria foto e intestati a nomi diversi, oltre a una pistola semiautomatica; una patente francese, che è intestata a Jason Bourne e reca l'indirizzo di Parigi. Nel frattempo, ricercato dalla polizia svizzera per l'incidente con i due agenti, Bourne si rifugia nell'ambasciata statunitense: all'apparenza in trappola, riesce ad avere la meglio e a fuggire, palesando delle innate capacità tattiche e di spionaggio.
Sulla strada incontra una giovane e sbandata ragazza tedesca, che aveva poc'anzi visto all'interno dell'ambasciata, Marie, la quale in cambio di denaro lo aiuta a raggiungere in auto la residenza parigina, dove s'imbatte nel primo di una serie di sicari incaricati di ucciderlo: Alexander Conklin, il direttore di una segreta squadra di assassini della CIA chiamata Treadstone —, della quale Bourne ha fatto parte — considera Bourne "bruciato" e, temendo che possa compromettere le attività della sua squadra segreta, è deciso a impedire tale possibilità eliminandolo. Conklin fa così convergere nella capitale francese tutti gli agenti europei a sua disposizione, mettendosi d'accordo con la giovane Nicky, agente che gestisce la sede parigina di Treadstone.
Il primo sicario, "Castel", proviene da Roma e si getta nell'appartamento parigino di Bourne. Dopo una dura lotta, Castel, capendo di aver perso, per non rivelare informazioni si suicida buttandosi dal balcone. Bourne e Marie sono costretti a lasciare l'appartamento non più sicuro, tanto più che i servizi statunitensi hanno diramato le foto dei due fuggitivi e la targa dell'auto alla polizia francese: ne nasce un caotico inseguimento, finché Bourne e Marie riescono a seminare gli agenti e a nascondersi, rifugiandosi poi in un albergo di periferia.
Sempre a Parigi, intanto, Conklin decide di portare a termine l'assassinio di Nykwana Wombosi, un ex dittatore africano in esilio in Francia, il quale minaccia di rivelare le connessioni della CIA negli affari interni del suo Paese, e che in cambio del proprio silenzio chiede di essere aiutato a ritornare al potere. Conklin incarica della cosa un sicario proveniente da Barcellona, il "Professore", che elimina Wombosi senza farsi tanti scrupoli.
Intanto Jason Bourne trova un legame tra sé e Wombosi; decide di andare a parlare con l'uomo, ma trova solamente la scena dell'omicidio. Su un giornale legge poi la notizia della morte di Wombosi e scopre che, due settimane prima, questi aveva dichiarato che un tale John Michael Kane (ovvero una delle identità segrete di Bourne) aveva tentato di ucciderlo a bordo del suo panfilo, ma la cosa era fallita grazie alla sua guardia del corpo, la quale aveva sparato al killer prima che quest'ultimo si gettasse in mare: Bourne capisce che quel killer era lui, venendo così a conoscenza della propria identità di sicario del gruppo Treadstone.
Deciso a fuggire dal suo passato di assassino e a rifarsi una vita con Marie — per la quale nel frattempo ha iniziato a maturare dei sentimenti, ricambiato —, insieme a lei ripara nella casa di campagna di Eamon, un vecchio amico della ragazza; l'abitazione dovrebbe essere disabitata, invece a causa delle feste natalizie arriva l'uomo con i suoi figli. Sembra tutto sicuro, ma al mattino l'inusuale assenza del cane fa capire a Jason che in giro c'è un sicario, il Professore. Fa mettere in salvo Marie, Eamon e i bambini nello scantinato, poi trova una doppietta da caccia e parte alla ricerca dell'uomo. Bourne è furbo e abile, disorienta il rivale e lo attrae in aperta campagna: quest'ultimo, ormai braccato, abbandona le sue armi, ma nello scontro Bourne lo elimina. Ritornato a casa, trova Eamon che sta fuggendo in fretta da casa; Jason consiglia a Marie di andare con lui, le dà la maggior parte del suo denaro e le dice di nascondersi nel modo più anonimo.
Bourne, deciso a chiudere i conti con il suo passato, recupera l'attrezzatura del Professore e telefona a Conklin per parlare, dandogli appuntamento da solo a Parigi, sul Pont Neuf. Conklin ci va invece con tutta la sua squadra di agenti; Bourne se ne accorge, non si presenta ma dispone un congegno che traccia il percorso del camioncino sul quale viaggia l'uomo. In questo modo arriva alla sede parigina di Treadstone, e lì oltre a Nicky trova proprio Conklin, il quale gli chiarisce le idee su chi e cosa faceva Bourne in passato. Jason ritorna con la memoria al momento in cui stava per uccidere Wombosi: quando lo scoprì insieme alla sua famiglia, ebbe pietà e non gli sparò. Così la missione venne considerata un fallimento, scatenando l'ira del suo direttore.
Jason risparmia Conklin e Nicky, e riesce a uscire indenne dal palazzo, eliminando gli agenti che lo stavano braccando. Conseguentemente, i piani alti della CIA considerano tutti gli eventi accaduti come il sintomo che Conklin ha perso la testa, facendolo quindi assassinare e chiudendo per sempre l'operazione Treadstone. Bourne, ormai libero, arriva in Grecia, dove si era nascosta Marie, per ricominciare una nuova vita insieme a lei.
Il romanzo Un nome senza volto era già stato precedentemente adattato in una miniserie televisiva del 1988 intitolata Identità bruciata, diretta da Roger Young e con Richard Chamberlain nei panni del protagonista.
Nella seconda metà degli anni 1990, mentre la produzione di Swingers stava per terminare, il regista Doug Liman decise di realizzare una nuova trasposizione, stavolta cinematografica, del testo di Robert Ludlum, di cui era fan. Dopo più di due anni di tira-e-molla con la Warner Bros. per i diritti del romanzo, e un anno di scrittura della sceneggiatura da parte di Tony Gilroy, il film entrò in produzione quando la Universal Pictures acquisì i diritti dei romanzi di Ludlum sperando di farne un media franchise[1][2] — quale effettivamente diventerà. William Blake Herron venne assunto per riscrivere la sceneggiatura di Gilroy nel 1999.[3]
Per descrivere i meccanismi interni alla fittizia Treadstone, Liman si è ispirato al lavoro di suo padre presso la National Security Agency sotto la presidenza di Ronald Reagan, in particolare al coinvolgimento di Reagan nell'Irangate; molti aspetti del personaggio di Alexander Conklin sono basati sulle memorie del padre di Liman riguardanti Oliver North.[1]
Liman provinò un gran numero di attori per il ruolo di Bourne, tra cui Brad Pitt,[2] il quale abbandonò per partecipare a Spy Game,[5] Russell Crowe e Sylvester Stallone, prima di scegliere Matt Damon.[6] Damon, che non aveva mai interpretato un ruolo d'azione, insistette per eseguire da sé la maggior parte degli stunt: esercitatosi per tre mesi con il coreografo Nick Powell nell'uso di armi, nel pugilato e nell'escrima, ha finito per eseguire in prima persona una notevole quantità di scene d'azione, tra cui tutti i combattimenti a mani nude del personaggio e l'arrampicarsi sulla facciata della safe house.[7]
Le riprese si sono svolte a Parigi, Praga, Imperia, Roma, Mykonos, e Zurigo.[1]
Alcune discrepanze tra il regista e lo studio rallentarono le riprese del film:[8] la Universal Pictures era insoddisfatta dal ritmo "pacato" del film e delle sue scene d'azione su piccola scala, mentre Liman mal sopportava le intrusioni della major.[9] A causa di un ritardo nella produzione, l'uscita del film venne posticipata dal settembre 2001 al giugno 2002 con un conseguente innalzamento del budget di 8 milioni di dollari dai 60 milioni iniziali; Gilroy riscrisse più volte la sceneggiatura durante il corso delle riprese.[9] Inoltre, Universal propose di sostituire Parigi con Montréal o Praga in modo da contenere i costi. Per via delle poco entusiaste reazioni del pubblico durante alcuni screening test, circa il finale ambientato nella città francese, la produzione ordinò infine di ritornare a Parigi per girare un nuovo finale maggiormente orientato all'azione.[10]
Le scene dell'inseguimento tra Bourne e la polizia parigina sono state dirette per la maggior parte dal regista della seconda unità Alexander Witt; l'unica sequenza diretta da Liman è stata uno scambio di battute tra Jason e Marie in auto.[1] Le varie parti dell'inseguimento sono state girate in luoghi attorno a Parigi, e il tutto è stato poi reso coerente in fase di montaggio.[10]
L'edizione originale statunitense del film ha adottato una locandina con raffigurato il solo Matt Damon, e con l'utilizzo della tagline «He was the perfect weapon. Until he became the target».[11] Questa locandina è stata utilizzata pressoché in tutto il mondo, anche in Italia, dove però è stata eliminata del tutto la presenza della tagline, sostituita da alcune brevi recensioni giornalistiche.[12]
Il film e il romanzo costituiscono un racconto originale perché il protagonista, Jason Bourne, è un sicario che prova pietà[13] per le sue vittime e quindi decide di non uccidere più e di smettere di fare questo lavoro.
L'unità di tempo nello svolgersi dell'unità d'azione, che avviene nel giro di due settimane, non è rispettata, per di più il protagonista non ha memoria del suo passato, perciò tutta la caccia che viene data a Bourne è inframezzata da brevi ricordi[14] che, oltre a riportarci a un tempo passato, sono chiarificatori degli accadimenti contemporanei;[15] ne consegue che è difficile seguire le varie fasi dell'azione e mettere all'istante i flashback al tempo giusto. La trama temporale del film si svolge in due direzioni: in avanti la caccia senza apparente motivo e indietro i ricordi del passato che chiarificano il motivo di una caccia all'uomo così spietata.
Altri particolari notevoli sono i comportamenti dei vari sicari. Sembra che l'Operazione Treadstone abbia prodotto dei robot,[16] più che dei sicari: per esempio Castel non ha nessun motivo di suicidarsi. Poi, c'è la riflessione del "Professore" in punto di morte, dice "guarda quello che ti obbligano a dare", come un impiegato sfruttato della multinazionale dello spionaggio.[16] Alexander Conklin, il capo dei sicari, viene fatto assassinare dal proprio direttore, Ward Abbott, solo perché non è riuscito a far ammazzare Bourne nel giro di 24 ore, un gelo psicologico e mancanza di logica dei sicari. L'Agenzia di spionaggio, più che alla raccolta di informazioni, sembra un'anonima assassini; figura essere un servizio con molti direttori deviati dal loro compito istituzionale, che in realtà è poco verosimile.
La sequenza della fuga di Jason e Marie per le strade di Parigi a bordo della Mini Cooper rossa, inseguiti dalla polizia francese, è giudicata come uno degli inseguimenti automobilistici più belli della storia del cinema.[17][18]
Il film trascende la finzione e diventa metafora kafkiana di un mondo guidato da forze superiori, da grandi burattinai che muovono i fili della nostra esistenza, spesso senza che noi ne siamo minimamente al corrente.[19]
Su Rotten Tomatoes ha una percentuale di gradimento dell'83% basato su 186 recensioni con un voto medio di 7/10.[20]
Con un budget di circa 60 000 000 di dollari, ne ha incassati in tutto il mondo 214 034 224.[21]
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