Il giovane e spocchioso Tyler porta la nuova fidanzata Margot in un ristorante di altissimo livello situato su un'isola senza copertura di rete. Lo chef del locale, Julian Slowik, è specializzato in gastronomia molecolare e ha preparato un menù in svariate, minuscole porzioni. Il suo dichiarato obiettivo è quello di cercare la perfezione.
Ben presto Margot comincia a manifestare disagio verso un'alimentazione che proprio non riesce ad apprezzare, e Julian realizza che la presenza della giovane non era prevista per l'evento: difatti la ragazza per cui Tyler aveva inizialmente prenotato lo aveva lasciato e lui aveva "dirottato" la prenotazione alla sua nuova compagna. Nei piani dello chef, gli ospiti di questa sera dovevano rivestire un determinato ruolo, e questa modifica dell'ultima ora lo disturba assai. Chiede pertanto alla ragazza da che parte voglia stare: per gli avventori o per i cuochi? In ogni caso, rivela, questa sera tutti moriranno.
Nel corso dell'evento, infatti, Julian avvia un gioco al massacro: un aspirante chef viene da lui invitato a uccidersi e questi esegue; un avventore vuole andarsene e i camerieri lo puniscono mozzandogli un dito; lo stesso Tyler, fissato con la cucina e i cibi al punto da risultare logorroico, viene invitato a cucinare qualcosa e il risultato è disastroso, così Julian lo umilia davanti ai commensali e lo spinge a impiccarsi. Nel terrore generale, Julian invita Margot ad andare a cercare un bidone; lei, setacciando i locali del ristorante, trova una radio ma il poliziotto che risponde alla richiesta di aiuto è un amico dello chef e scopre quanto sta succedendo.
La ragazza, però, tramite alcune foto scopre che Julian era inizialmente portato a cucinare cose più basilari, come gli hamburger, e quando torna in sala richiama la sua attenzione insultandone la cucina e invitandolo a cucinarle un cheeseburger. Questi esegue, lei lo paga e se ne va. Julian la lascia andare perché scopre che è diversa dagli altri avventori della serata, un cumulo di mostri della società borghese che spazia da attori in declino e giovani informatici a cuochi incapaci di reagire ai soprusi, mariti infedeli e critici culinari che masticano paroloni senza senso.
Come ultima portata, Julian usa il suo staff e i suoi ospiti come condimento di un gigantesco dolce e dà fuoco al ristorante uccidendosi. Fuggita su una barca finita in avaria, in mare aperto Margot mangia il resto del suo cheeseburger guardando il locale divorato dalle fiamme.
Produzione
Sviluppo
Il 9 aprile 2019 è stato annunciato che Emma Stone e Ralph Fiennes avrebbero recitato in The Menu, con Alexander Payne alla regia.[2] A maggio 2020 la Searchlight Pictures ha acquisito i diritti di distribuzione della pellicola, dopo che Payne e Stone avevano lasciato il progetto perché impegnati con altri film. Nello stesso mese Mark Mylod ha preso il posto di Payne come regista.[3][4]
Cast
Nel giugno 2021 Fiennes si è unito al cast,[5] così come Anya Taylor-Joy il mese successivo, oltre a Hong Chau e Nicholas Hoult.[6][7] A settembre John Leguizamo,[8] Janet McTeer,[9] Judith Light,[10] Reed Birney,[11]Rob Yang,[12] e Aimee Carrero sono entrati a far parte del cast.[13] A ottobre, Paul Adelstein, Arturo Castro, Mark St. Cyr, Rebecca Koon e Peter Grosz sono stati confermati come parte del cast.[14]
Il primo trailer è stato distribuito il 1º giugno 2022,[1] mentre il secondo il 10 agosto successivo.[16]
Distribuzione
Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane dal 17 novembre 2022,[1] mentre in quelle statunitensi il giorno successivo.[17]
Accoglienza
Critica
Il film è stato accolto positivamente dalla critica specializzata. Secondo l'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes, ha ottenuto un indice di apprezzamento dell'89% e un voto di 7,60 su 10 sulla base di 206 recensioni. Il consenso critico del sito recita: «Mentre la sua critica sociale si basa su ingredienti basilari, The Menu propone una comicità nera molto saporita».[18] Su Metacritic, il film ha ottenuto un voto di 71 su 100 sulla base di 44 recensioni, indicando valutaizioni «generalmente favorevoli».[19]
Scrivendo per The Guardian, Benjamin Lee assegna al film tre stelle su cinque, aggiungendo che la «strategia di sopravvivenza del personaggio principale non ha mai senso» e che «The Menu potrebbe non fare un ottimo lavoro con le portate più sostanziose, ma funziona come uno spuntino leggero».[20] Christy Lemire gli assegna tre stelle su quattro, ritenendo debole la critica sociale, asserendo che «come negli altri film recenti che accusano gli ultra-ricchi, The Menu alla fine non ci dice nulla che non sappiamo già»; ne elogia però la fotografia «da sogno», il design della produzione e la colonna sonora.[21]
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