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Ultimatum alla Terra (The Day the Earth Stood Still) è un film del 1951 diretto da Robert Wise.

Disambiguazione – Se stai cercando il remake, vedi Ultimatum alla Terra (film 2008).
Ultimatum alla Terra
La partenza di Klaatu e Gort
Titolo originaleThe Day the Earth Stood Still
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1951
Durata92 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generefantascienza
RegiaRobert Wise
Soggettodal racconto Farewell to the Master di Harry Bates
SceneggiaturaEdmund H. North
ProduttoreJulian Blaustein
Casa di produzioneTwentieth Century Fox
Distribuzione in italianoFox
FotografiaLeo Tover
MontaggioWilliam Reynolds
Effetti specialiFred Sersen
MusicheBernard Herrmann
ScenografiaAddison Hehr, Lyle Wheeler
CostumiPerkins Bailey
TruccoBen Nye
Interpreti e personaggi
  • Michael Rennie: Klaatu/Carpenter
  • Patricia Neal: Helen Benson
  • Hugh Marlowe: Tom Stevens
  • Sam Jaffe: professor Jacob Barnhardt
  • Billy Gray: Bobby Benson
  • Frances Bavier: signora Barley
  • Lock Martin: Gort
  • Frank Conroy: Harley
  • Olan Soulé: signor Kurll
  • Edith Evanson: signora Crockett
  • Elmer Davis: sé stesso
  • Drew Pearson: sé stesso
Doppiatori italiani
  • Emilio Cigoli: Klaatu/Carpenter
  • Giovanna Scotto: Helen Benson
  • Adolfo Geri: Tom Stevens
  • Lauro Gazzolo: professor Jacob Barnhardt
  • Enrico Olivieri: Bobby Benson
  • Wanda Tettoni: signora Barley
  • Mario Besesti: Harley
  • Giovanni Saccenti: signor Kurll
  • Amilcare Pettinelli: Elmer Davis
  • Gaetano Verna: Drew Pearson

È un film di fantascienza liberamente tratto dal racconto Addio al padrone (Farewell to the Master, 1940) di Harry Bates.[1] Considerato un classico del cinema di fantascienza, nel 1995 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[2] Ne è stato realizzato un remake nel 2008.


Trama


Klaatu
Klaatu

Washington. Un disco volante atterra in un parco e della folla, seppure spaventata, si accalca intorno, mentre sopraggiungono dei militari con mezzi corazzati. Dal disco esce un extraterrestre con sembianze umane di nome Klaatu, salutando e recando un piccolo dono ma un soldato, preso dal panico, gli spara. Sopraggiunge un gigantesco robot, di nome Gort, facendo sparire con il suo raggio laser tutte le armi nelle vicinanze. Klaatu, dopo essere stato portato in un ospedale, elude la sorveglianza e, fingendosi un comune cittadino di nome Carpenter, si rifugia presso un'affittacamere, facendo la conoscenza di Helen, vedova di guerra, e di suo figlio Bobby.

Il giorno dopo, Klaatu si offre di girare per la città con il ragazzo recandosi a casa dell'anziano professor Barnhardt; l'extraterrestre confida al luminare che la Terra verrà distrutta dalla Confederazione Galattica, un ente per la tutela della pace, per mezzo di un esercito di automi, qualora le potenze mondiali intendessero estendere la "guerra" agli altri pianeti. Barnhardt, grazie alle sue conoscenze, concede un'udienza per Klaatu al cospetto di personalità terrestri. Onde convincere le autorità della gravità della situazione l'extraterrestre dà una dimostrazione preventiva dei suoi poteri interrompendo, per un breve periodo, l'energia elettrica in tutto il mondo.

Il fidanzato di Helen, insospettito dallo strano inquilino e da un diamante di provenienza sconosciuta trovato nella sua camera, lo denuncia alla polizia: segue una fuga, al termine della quale Klaatu resta ferito a morte. Gort, il robot, percepita la morte del compagno, entra in modalità "distruzione" ma Helen, avvisata da Klaatu, riesce appena in tempo a pronunciare la storica frase «Klaatu, Barada, Nikto!» per impedire la rappresaglia.

Recuperato il corpo del padrone, Gort riesce a ridargli la vita per mezzo delle apparecchiature presenti sul disco volante. Klaatu ripresosi congeda Helen e rivolge il suo ultimatum alla Terra alle autorità prima di salire sul suo disco volante e sparire per sempre nello spazio infinito.


Produzione


Aiuto
Trailer del film (info file)

Nel 1949 Julian Baustein, produttore della 20th Century Fox, aveva appena terminato la realizzazione de L'amante indiana, film sul conflitto fra la cultura anglosassone e quella dei nativi americani. Nella storia narrata da Bates in Farewell to the Master egli vede un potente veicolo di denuncia dell'ottusità del genere umano nel rifiutare prospettive di pace. Siamo a pochi anni dalla fine del conflitto mondiale e all'inizio della guerra fredda e la paura di un conflitto atomico era molto forte.

A elaborare la sceneggiatura viene incaricato Edmund H. North, proprio nel periodo in cui a Hollywood comincia a prendere piede il maccartismo. L'atmosfera di sospetto e di diffidenza della caccia alle streghe filtra in qualche modo anche nelle pagine del copione. La fantascienza era un genere cinematografico emergente, nella primavera 1950 c'era stato il successo di Uomini sulla luna, rispetto al quale questo soggetto aveva il vantaggio di essere tutto ambientato sul pianeta Terra e di prevedere poche scene di effetti speciali, particolare importante per i minori costi di realizzazione[3].

La navicella a forma di disco volante fu progettata da Lyle R. Wheeler e Addison Hehr. Le sue linee purissime e asettiche e la superficie argentata dovevano dare l'idea di una civiltà equilibrata e tecnologicamente molto avanzata. Nella realtà si trattava di una leggerissima intelaiatura di legno, vuota all'interno, rivestita di gesso, stucco e vernice argentata, che costò comunque circa 100.000 dollari, su un budget totale di 960.000[3]. Gli effetti speciali furono ridotti al minimo: il raggio letale dei robot, realizzato con sequenze animate, la disintegrazione di un carro armato e alcuni soldati in una serie di dissolvenze dipinte.

Gort, il robot senza volto, fu interpretato da Lock Martin, allora maschera del teatro Grauman's Chinese Theatre di Hollywood (sede di numerose premiazioni Oscar), ingaggiato solo per la sua alta statura. Nonostante l'altezza, non aveva grande prestanza fisica e anche a causa dello scomodo costume indossato per ore, non riusciva a sostenere Patricia Neal fra le braccia. Pertanto fu necessario ricorrere a una gru per tenere sollevata l'attrice nei primi piani, mentre nei campi lunghi vennero usati dei leggerissimi manichini con le sembianze di Rennie e della Neal[3].


Critica


«Nobile esempio della fantascienza degli anni '50, Ultimatum alla Terra è un film ricco di suggestioni e tematiche ancora attuali. La purezza e la razionalità dei visitatori sembrano ben esemplificate dalle linee essenziali, chiare e pulite del disco volante [...]»

(Fantafilm[4])

Qualche anno dopo l'uscita del film, alcuni critici vollero vedere nel film un'allegoria cristiana facendo notare che Klaatu arriva dal cielo a parlare di pace; dà una dimostrazione dei suoi poteri sovrannaturali provocando un black out mondiale; si confonde fra la gente comune assumendo il nome di Carpenter (in inglese: "falegname"); viene tradito; viene ucciso dai soldati; impedisce al robot "Gort" di punire i suoi assassini; poi resuscita grazie all'intervento del robot Gort, il cui nome ha una certa assonanza col termine "God" (in inglese: "Dio") e ascende al cielo dopo aver ammaestrato alcuni terrestri a portare un messaggio di pace al mondo intero. Il regista Wise e il produttore ribadirono l'assoluta casualità di queste analogie, ma lo sceneggiatore dovette ammettere che esse erano volute, aggiungendo che comunque «per più di dieci anni non se ne era accorto nessuno»[3].


Klaatu, Barada, Nikto!


Gort
Gort

La famosa frase di una ipotetica lingua aliena è entrata nell'immaginario collettivo, tant'è che molti altri artisti l'hanno citata in svariate opere. Ne L'armata delle tenebre viene usata dal protagonista come formula magica. George Lucas padre di Guerre stellari, ne Il ritorno dello Jedi del 1983, utilizza le singole parole per dare il nome a tre alieni della corte del signore del crimine Jabba the Hutt. La frase è anche pronunciata dal generale cattivo di Toys - Giocattoli per bloccare i giocattoli.

Ma vi sono anche citazioni in svariati film (Tron, L'armata delle tenebre, Scary Movie 5), telefilm (X-Files, Genitori in blue jeans, I Simpson, Farscape, Johnny Bravo, Due uomini e mezzo, Star Trek: Enterprise), in alcuni romanzi (The Armageddon Rag di George R. R. Martin e Mucho Mojo di Joe R. Lansdale) e anche nel mondo dei videogiochi (SimCity 2000, Duke Nukem: Time to Kill, Grand Prix 2, Sam & Max Hit the Road, Sacrifice, World of Warcraft, I Simpson: Springfield, Borderlands 2, Spider-Man 2), nonché del software (digitando "about:robots" nella barra degli indirizzi di Mozilla Firefox la linguetta della "pagina nascosta" risultante ha come titolo questa citazione).

Nella miniserie Ultimate Secret della Marvel, ambientata nell'Ultimate Universe, l'alieno Geheneris HalaSon Mahr Vehl pronuncia questa frase per prendere in giro Nick Fury venuto ad interrogarlo; in questa storia, Mahr Vehl è un ufficiale militare kree infiltrato sulla Terra come osservatore per riferire ai suoi comandanti.


Musica


La colonna sonora è firmata dal celebre Bernard Herrmann, compositore di fiducia di Hitchcock e Welles. Bernard Herrmann si permise di sperimentare delle sonorità inedite per il cinema, usando violino, basso elettrico, quattro pianoforti, quattro arpe, una sezione di trenta fiati e soprattutto due theremin, che danno al commento musicale del film un'atmosfera ermetica e angosciosa[3].


Imprecisioni


All'inizio del film Klaatu dichiara di venire da un pianeta distante 400 milioni di chilometri dalla Terra e di aver percorso la distanza in 5 mesi.[5] In termini astronomici equivale a una distanza molto modesta: Proxima Centauri ad esempio, che è la stella più vicina al nostro sistema solare, dista circa 39 milioni di miliardi di chilometri. Perfino il pianeta Giove mantiene, mediamente, una distanza superiore dalla Terra. Inoltre 5 mesi sono un tempo molto lungo per quella distanza, dato che implicano una velocità media di circa 30 chilometri al secondo, ovvero circa 108.000 chilometri orari: la sonda Ulysses, ad esempio, ha raggiunto velocità superiori durante la sua missione.


Differenze con il racconto


La sceneggiatura definitiva divergeva in maniera consistente dal racconto Addio al padrone, tanto che l'autore Bates alla fine sconfessò ogni parentela con il film. Nel libro la navicella spaziale appare immediatamente sul terreno, lasciando il dubbio sulla sua provenienza. Klaatu è ucciso immediatamente appena scende dalla nave, quindi non esistono né Professor Barnhardt, né Helen Benson, né "Klaatu barada nikto". Inoltre, Gort è l'autentico padrone e Klaatu è il suo schiavo: è stata la razza robotica a dare a Klaatu il potere assoluto di diffondere la pace.

Nel libro l'automa Gort risulta immobile da anni in un museo, a vicenda oramai dimenticata, a far da attrazione per i visitatori. Un giornalista in visita si accorge di un movimento impercettibile di questi e, incuriosito, alla chiusura serale del Museo si nasconde, scoprendo l'incredibile.


Opere derivate


La Twentieth Century Fox ha girato il film Ultimatum alla Terra, remake del film con Keanu Reeves nella parte di Klaatu.


Note


  1. Il racconto lungo è stato pubblicato in Italia da De Carlo Editore con il titolo Klaatu, prologo a un'invasione (1973).
  2. (EN) Librarian Names 25 More Films to National Film Registry, su loc.gov, Library of Congress, 18 dicembre 1995. URL consultato il 5 gennaio 2012.
  3. Giovanna Asselle in Ciak anno IX n° 7, luglio 1993
  4. Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), Ultimatum alla Terra, in Fantafilm.
  5. Minuto 12:55 del film

Voci correlate



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[de] Der Tag, an dem die Erde stillstand (1951)

Der Tag, an dem die Erde stillstand (Originaltitel: The Day the Earth Stood Still) ist ein in Schwarzweiß gedrehter Science-Fiction-Film aus dem Jahr 1951. Regie führte Robert Wise. Der Spielfilm, der auf der Erzählung Abschied vom Herrn (Originaltitel: Farewell to the Master) von Harry Bates basiert, zählt heute zu den Klassikern seines Genres.[2]

[en] The Day the Earth Stood Still

The Day the Earth Stood Still (a.k.a. Farewell to the Master and Journey to the World) is a 1951 American science fiction film from 20th Century Fox, produced by Julian Blaustein and directed by Robert Wise. It stars Michael Rennie, Patricia Neal, Hugh Marlowe, Sam Jaffe, Billy Gray, Frances Bavier and Lock Martin. The screenplay was written by Edmund H. North, based on the 1940 science fiction short story "Farewell to the Master" by Harry Bates, and the film score was composed by Bernard Herrmann.[4]

[es] The Day the Earth Stood Still (película de 1951)

The Day the Earth Stood Still (Ultimátum a la Tierra, en España y El día que la Tierra se detuvo en Latinoamérica) es una película estadounidense de 1951 del género de ciencia ficción dirigida por Robert Wise y con Michael Rennie, Patricia Neal, Sam Jaffe, Billy Gray, Hugh Marlowe y Lock Martin en los papeles principales. Está basada en el cuento de Harry Bates El amo ha muerto (Farewell to the Master, 1940). Junto con Planeta prohibido, es una de las obras de ciencia ficción más influyentes de la edad de oro del cine.
- [it] Ultimatum alla Terra

[ru] День, когда остановилась Земля (фильм, 1951)

«День, когда остановилась Земля» (англ. The Day the Earth Stood Still) (1951) — американский чёрно-белый научно-фантастический триллер, ставший вехой в истории кинофантастики. Снят Робертом Уайзом по мотивам новеллы Гарри Бейтса «Прощание с повелителем».



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