Una giornata particolare è un film italiano del 1977 diretto da Ettore Scola.
Una giornata particolare | |
---|---|
![]() | |
Titolo originale | Una giornata particolare |
Paese di produzione | Italia, Canada |
Anno | 1977 |
Durata | 103 min |
Genere | drammatico, sentimentale, storico |
Regia | Ettore Scola |
Soggetto | Maurizio Costanzo, Ruggero Maccari, Ettore Scola |
Sceneggiatura | Maurizio Costanzo, Ruggero Maccari, Ettore Scola |
Produttore | Carlo Ponti |
Casa di produzione | Compagnia Cinematografica Champion |
Distribuzione in italiano | Gold Film |
Fotografia | Pasqualino De Santis |
Montaggio | Raimondo Crociani |
Musiche | Armando Trovajoli |
Scenografia | Luciano Ricceri |
Costumi | Enrico Sabbatini |
Trucco | Francesco Freda |
Interpreti e personaggi | |
| |
Doppiatori italiani | |
|
Il film ha assunto fin dalla sua epoca un ruolo, molto importante, di denuncia contro il fascismo, i pregiudizi e i ruoli di genere sempre a discapito delle donne, così come la persecuzione dell'omosessualità da parte del regime di Mussolini (ancora in pieno vigore nel periodo d'ambientazione del film).[1]
Presentata in concorso al 30º Festival di Cannes, la pellicola ha ottenuto vari riconoscimenti internazionali vincendo, tra gli altri, il Golden Globe quale miglior film straniero e ricevendo inoltre due candidature al Premio Oscar, per il miglior film straniero e per il miglior attore, a Marcello Mastroianni.[2]
La pellicola è ambientata a Roma, a Palazzo Federici, blocco residenziale di enormi dimensioni vicino al centro della città e si svolge interamente nell'arco di alcune ore di una singola giornata. La vicenda riassume la vita di due persone: Antonietta, madre di sei figli e casalinga che pare ignorante ma in realtà profondamente infelice, è sposata con un impiegato ministeriale, fervente fascista, mentre Gabriele è un ex radiocronista dell'EIAR in aspettativa.
I due si conoscono nella giornata del 6 maggio 1938, data della storica visita di Adolf Hitler a Roma, quando Antonietta è comunque costretta a vegliare sul focolare, mentre quasi tutti gli abitanti del caseggiato affluiscono alla parata in onore del Führer. Nell'enorme casermone popolare, semideserto, si accorge della presenza di un suo dirimpettaio cui chiede aiuto per la cattura dell'uccello domestico scappato dalla finestra.
Gabriele, che fino a un attimo prima stava meditando il suicidio, corre in aiuto della donna e, improvvisamente sollevato, inizia a scherzare, accenna passi di rumba con lei e le offre anche in dono il suo romanzo preferito (I tre moschettieri).
Antonietta rincasa, ma dopo poco Gabriele suona alla porta perché lei ha dimenticato di prendere il libro e si intrattiene con lei con la scusa di bere un caffè, nonostante la portinaia del palazzo sconsigli alla donna di frequentare il vicino, che lei definisce "un bisbetico, un cattivo soggetto", rimarcando il fatto che, come se non bastasse, l'uomo è sospettato anche di essere antifascista, oltre che "un finocchio". Nel frattempo Gabriele scopre un album dove Antonietta conserva le fotografie del Duce, e le sistema il lampadario della cucina. Successivamente, ella va a raccogliere il bucato steso sul terrazzo e Gabriele la segue volontariamente con la scusa di passare dal terrazzo attraverso la lavanderia per non farsi notare dalla portinaia. Lei tenta di conquistarlo sul terrazzo, volendo cogliere un'occasione per fuggire dall'esistenza grama e succube e da un marito che la tradisce con una maestra di scuola. Gabriele però le deve confessare la sua omosessualità, causa principale del suo licenziamento dalla radio di Stato riprendendo una frase che Antonietta aveva scritto sull'album dedicato al Duce: "L'uomo deve essere marito, padre e soldato", facendo capire come lui non sia nessuno dei tre.
Superato il momento di cocente delusione da parte di Antonietta, che dà anche uno schiaffo a Gabriele per poi rinfacciargli la tentata seduzione, i due si ritrovano a confessarsi i propri problemi e arrivano a consumare un rapporto d'amore. Per Gabriele è anche il giorno in cui deve essere condotto al confino in Sardegna sempre per il suo orientamento sessuale.
Antonietta lo vede mentre viene condotto via da due guardie, poco prima che ella, dopo avere interrotto la lettura del libro regalatole da Gabriele, si ritrovi, dopo questa meravigliosa parentesi di libertà, di nuovo bruscamente costretta a tornare alla sua ristretta realtà domestica e a raggiungere a letto il marito-padrone, intenzionato a generare il settimo figlio per ricevere l'ambito premio per le famiglie numerose e magari dargli come nome Adolfo in onore dell'illustre alleato.
Gli autori del film, Maurizio Costanzo, Ruggero Maccari ed Ettore Scola, anche regista, scrissero la sceneggiatura poco dopo che Maccari, dopo essersi documentato, aveva appreso del crudele destino che tanti omosessuali dichiarati subirono nell'Italia fascista: molti di loro infatti vennero arrestati e condannati ai lavori forzati in Sardegna.
Nella parte di una figlia emancipata della protagonista recita Alessandra Mussolini, nella realtà nipote di Benito Mussolini (nonno) e di Sophia Loren (zia). È inoltre la prima e unica esperienza come interprete per il doppiatore Vittorio Guerrieri, futura voce dell'attore Ben Stiller, che in un'intervista ha rivelato di non aver mai incontrato Marcello Mastroianni sul set, in quanto girò le sue scene per conto proprio.
Il complesso personaggio di Gabriele, interpretato da Marcello Mastroianni, è ampiamente ispirato al reale Nunzio Filogamo, conduttore radiofonico che negli anni '30 venne licenziato proprio a causa della sua omosessualità, dal regime fascista.
La canzone udibile in sottofondo durante la scena finale del film è Horst-Wessel-Lied, inno ufficiale del nazismo dal 1930 al 1945, nonché secondo inno nazionale della Germania nello stesso periodo;[3] Antonietta, nella prima parte della pellicola, rimasta sola in casa dopo che tutti i suoi familiari sono usciti, canticchia Mamma, canzone composta però soltanto nel 1940, due anni dopo l'evento.[4]
Il film negli esterni e in parte degli interni è stato interamente girato, dal 13 dicembre 1976 al 18 febbraio 1977, a Roma in una delle case di viale XXI Aprile, i cosiddetti palazzi Federici, il più grande complesso di case popolari costruito in Italia negli anni trenta. All'inizio del film, per descrivere l'edificio, Ettore Scola ha voluto un lunghissimo piano sequenza, tra i più complessi nella storia del cinema italiano. Nello stesso stabile è stato girato anche il film Romanzo di un giovane povero.[5]
Distribuito in Italia dalla Gold Film di Firenze a partire dal 12 agosto 1977, la pellicola viene prodotta da Carlo Ponti. Nonostante l'interpretazione di Mastroianni sia ignorata dalle premiazioni italiane, l'attore ottiene la sua seconda candidatura all'Oscar al miglior attore. L'interpretazione della Loren invece verrà premiata con il David di Donatello, il Nastro d'argento e il Globo d'oro.[6]
Nel mondo, la statunitense The Criterion Collection ha poi distribuito il film anche su Blu-ray e DVD dal 13 ottobre 2015.[7]
Il film fu accolto al Festival di Cannes in maniera entusiasta (come non accadeva da anni per un film italiano), pur non vincendo premi.[6]
Il critico cinematografico Giovanni Grazzini scrisse sull'articolo del Corriere della Sera, del 20 maggio 1977, che grazie a Una giornata particolare, Padre Padrone e Un borghese piccolo piccolo «il nostro paese riscuote a Cannes un successo senza precedenti, che ne risarcisce le vergogne».[6]
Anche Vincent Canby, scrivendo per il New York Times una recensione mista, apprezzò molto "i temi impegnati del film, presentati tuttavia con ironia ed efficacia: in più la grandezza di Sophia Loren con la complicità di Marcello Mastroianni è accattivante e attira bene il pubblico…[8] Peccato che entrambi i protagonisti siano troppo affascinanti per interpretare i loro personaggi! (membri poveri e ignoranti del popolino) e perciò, sebbene mi dolga dirlo, il film non ha funzionato."[9]
Il film è stato poi selezionato tra i 100 film italiani da salvare nel 2008.[10]
Nel 1982 Ettore Scola, Ruggero Maccari e Gigliola Fantoni (moglie di Scola), hanno tratto dalla sceneggiatura del film il testo teatrale Una giornata particolare, pièce teatrale portato in scena al Teatro Parioli di Roma il 12 febbraio 1982 per regia di Vittorio Caprioli, con Giovanna Ralli (Antonietta) e Giancarlo Sbragia (Gabriele).[12]
Successivamente il testo è stato riproposto il 31 marzo 2016 al Teatro Ambra Jovinelli di Roma per la regia di Nora Venturini, con Valeria Solarino e Giulio Scarpati come protagonisti.[13]
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 184761808 · LCCN (EN) nr2003033702 · GND (DE) 4754766-2 |
---|
![]() |