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Uomini contro è un film del 1970 diretto da Francesco Rosi, liberamente ispirato al romanzo di Emilio Lussu Un anno sull'Altipiano. Ambientato nella prima guerra mondiale, quest'opera, di impronta pacifista e antiautoritaria, mette in luce la follia della guerra, e descrive impietosamente l'impreparazione e l'arroganza dei comandanti militari italiani. A proposito di questo film ha dichiarato il regista Francesco Rosi:

«Per Uomini contro venni denunciato per vilipendio dell'esercito, ma sono stato assolto in istruttoria. Il film venne boicottato, per ammissione esplicita di chi lo fece: fu tolto dai cinema in cui passava con la scusa che arrivavano telefonate minatorie. Ebbe l'onore di essere oggetto dei comizi del generale De Lorenzo, abbondantemente riprodotti attraverso la televisione italiana, che a quell'epoca non si fece certo scrupolo di fare pubblicità a un film in questo modo.»

(Francesco Rosi[1])
Uomini contro
Alain Cuny e Gian Maria Volonté in una scena del film
Lingua originaleItaliano
Paese di produzioneItalia, Jugoslavia
Anno1970
Durata101 min
Rapporto1,66:1
Genereguerra, drammatico
RegiaFrancesco Rosi
SoggettoEmilio Lussu (romanzo Un anno sull'Altipiano)
SceneggiaturaTonino Guerra, Raffaele La Capria, Francesco Rosi
ProduttoreFrancesco Rosi, Luciano Perugia
Casa di produzionePrima Cinematografica, Dubrava Film
FotografiaPasqualino De Santis
MontaggioRuggero Mastroianni
Effetti specialiZdravko Smojver
MusichePiero Piccioni
ScenografiaAndrea Crisanti
CostumiFranco Carretti, Gabriella Pescucci
TruccoMassimo De Rossi
Interpreti e personaggi
  • Gian Maria Volonté: tenente Ottolenghi
  • Pier Paolo Capponi: tenente Santini
  • Alain Cuny: generale Leone
  • Franco Graziosi: maggiore Ruggero Malchiodi
  • Mark Frechette: tenente Sassu
  • Nino Vingelli: soldato presunto autoferito
  • Mario Feliciani: colonnello medico
  • Daria Nicolodi: crocerossina
  • Giampiero Albertini: capitano Abbati
  • Bruno Pischiutta: soldato Baionetta
  • Alberto Mastino: soldato Marrasi
  • Tonino Pavan: tenente Pavan
  • Brunetto Del Vita: colonnello Stringari
Doppiatori originali
  • Carlo D'Angelo: generale Leone
  • Giancarlo Giannini: tenente Sassu
  • Roberto Bertea: colonnello Stringari

Trama


Ambientato nell'Altopiano di Asiago durante la prima guerra mondiale, intorno al 1916, il film è incentrato in particolare sul Monte Fior che, inizialmente in mano italiana, viene abbandonato e lasciato in mano all'esercito austriaco, che lo rende un'inespugnabile fortezza. Esso ripercorre le vicende della divisione, comandata dal generale Leone alla riconquista della montagna, nella quale presta servizio il giovane tenente Sassu, ex studente universitario interventista fattosi trasferire dal Trentino, alle dirette dipendenze del tenente della compagnia Ottolenghi, veterano disilluso della guerra e con idee socialiste, con cui in diverse occasioni si opporrà agli ordini inutili o inutilmente punitivi dei superiori, fino a trovare la morte durante l'ennesimo, vano attacco per la riconquista del Monte Fior.

Il tenente Sassu, durante i mesi di permanenza al fronte, è testimone dell'impreparazione dell'Alto Comando, della inadeguatezza degli armamenti, dei tentativi di ribellione dei soldati che, stanchi e stremati dal prolungarsi dei combattimenti, reclamano il riposo e il cambio, repressi con le decimazioni, delle speculazioni sulla produzione degli equipaggiamenti e del dramma continuo che si consuma nella guerra di trincea, fino a ribellarsi alla follia del maggiore Malchiodi, che pretende di fucilare un soldato ogni dieci, considerando ribellione la fuga disordinata degli uomini che cercano di sottrarsi al tiro troppo corto dell'artiglieria italiana.

Il maggiore è poi ucciso dai soldati, incoraggiati dal rifiuto del tenente Sassu a eseguire l'ordine, ed egli risponde personalmente del comportamento degli uomini con la morte per fucilazione, non prima di avere chiesto la grazia per i suoi soldati «che hanno già subito la decimazione in battaglia».


Produzione


Il film, per le forti resistenze incontrate, fu girato in Jugoslavia, al Centralni Filmski Studio Kosutnjak di Belgrado[2].


Critica


La scena della sortita, con i soldati equipaggiati con le cosiddette corazze Fasina (in realtà erano corazze Brewster Body Shield statunitensi)
La scena della sortita, con i soldati equipaggiati con le cosiddette corazze "Fasina" (in realtà erano corazze Brewster Body Shield statunitensi)

L'inumanità del conflitto è enfatizzata dagli ordini ridicoli del generale, tra i quali la sortita di alcuni soldati per creare varchi nei reticolati nemici, protetti da una pesantissima e inefficace corazza di ferro (che lascia indifese braccia e gambe), immediatamente falciati dalle mitragliatrici austriache.[3]

Benché illustri fedelmente alcune scene del libro, il film fu accusato di faziosità e di esasperazione degli elementi drammatici; Mario Rigoni Stern, in una prefazione all'edizione Einaudi di Un anno sull'Altipiano, rivela che Emilio Lussu, dopo aver visto il film, ne sottolineò la distanza dalla sua esperienza e dal libro: «... tu lo sai, in guerra qualche volta abbiamo anche cantato...»[4].

Non si possono non notare, per via degli argomenti, delle ambientazioni e dei temi, similitudini tra il film di Rosi e Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick, nel quale l'esercito protagonista è quello francese. Anche in questo film, infatti, si evidenzia l'insensatezza degli ordini di alcuni alti ufficiali e il ricorso a fucilazioni e decimazioni contro i soldati renitenti. Come capitò al film di Rosi in Italia, Orizzonti di gloria ebbe problemi in Francia e poté essere visto solo a metà degli anni settanta.


Note


  1. Citato in Franca Faldini, Goffredo Fofi, Il cinema italiano d'oggi 1970–1984, Mondadori, Milano, 1984.
  2. Uomini contro, su imdb.com, Internet Movie Data Base. URL consultato il 4 giugno 2016.
  3. Corazze del genere, di stile medievaleggiante, furono realmente adottate in alcune fasi del conflitto.
    V. Alberto Angela et al., Nelle trincee della Grande Guerra, in Ulisse, 2004.
  4. Emilio Lussu, Un anno sull'Altipiano, Einaudi, Torino, 2000

Bibliografia



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Collegamenti esterni


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[de] Bataillon der Verlorenen

Bataillon der Verlorenen, italienisch Uomini contro, ist ein Antikriegsfilm, der zur Zeit des Ersten Weltkriegs 1916 an der österreichisch-italienischen Gebirgsfront spielt. Der Film stellt die Vorgänge auf der italienischen Seite dar. Der Regisseur und Autor Francesco Rosi ist durch seine sozialkritischen Filme bekannt.

[en] Many Wars Ago

Many Wars Ago (Italian: Uomini contro, lit. 'Men Against') is a 1970 anti-war film set on the Alpine Front of the First World War. Directed, produced, and co-written by Francesco Rosi,[2] the film is based on Emilio Lussu's memoir Un anno sull'altipiano ("One year on the plateau"), recounting his experiences at the Battle of Asiago.[3] The Italian-Yugoslavian co-production was filmed in Belgrade and Zagreb, and stars Mark Frechette, Gian Maria Volonté, and Alain Cuny.[4][5] It premiered at the 31st Venice International Film Festival.
- [it] Uomini contro

[ru] Люди против

«Люди против» (итал. Uomini contro) — кинофильм, жанра антивоенная драма режиссёра Франческо Рози[1][2][3], вышедший на экраны в 1970 году. Экранизация романа Эмилио Луссу «Год на плато» (итал. Un anno sull'altipiano, 1938)[4].



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