Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo's Nest) è un film del 1975 diretto da Miloš Forman.
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Qualcuno volò sul nido del cuculo | |
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Titolo originale | One Flew Over the Cuckoo's Nest |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1975 |
Durata | 133 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | drammatico, commedia |
Regia | Miloš Forman |
Soggetto | dall'omonimo romanzo di Ken Kesey |
Sceneggiatura | Bo Goldman, Lawrence Hauben |
Produttore | Michael Douglas, Saul Zaentz |
Casa di produzione | United Artists, Fantasy Films |
Distribuzione in italiano | United Artists (1976) |
Fotografia | Haskell Wexler |
Montaggio | Sheldon Kahn, Lynzee Klingman |
Musiche | Jack Nitzsche |
Scenografia | Paul Sylbert, Edwin O'Donovan |
Costumi | Aggie Guerard Rodgers (non accreditata) |
Trucco | Fred B. Phillips |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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È tratto dal romanzo omonimo di Ken Kesey, pubblicato nel 1962 e tradotto in italiano nel 1976 da Rizzoli. L'autore scrisse il libro in seguito alla propria esperienza da volontario all'interno del Veterans Administration Hospital di Palo Alto, in California.
Ha segnato la storia del cinema trattando per la prima volta un argomento molto delicato, cioè il disagio presente negli ospedali psichiatrici statali, denunciando il trattamento inumano riservato ai pazienti ospitati in tali strutture, verso i quali vigeva un atteggiamento discriminatorio, alimentato dalla paura dell'aggressività che a volte, ma non sempre, caratterizza la malattia mentale.
È uno dei tre film nella storia del cinema (insieme a Accadde una notte di Frank Capra e Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme) ad aver vinto alla cerimonia degli Oscar i cosiddetti Big Five, i premi come miglior film, miglior regista, miglior attore, miglior attrice e migliore sceneggiatura non originale[1].
Nel 1993 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[2] Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al ventesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi,[3] mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al trentatreesimo posto.[4]
Il "nido del cuculo" (cuckoo's nest) al quale si fa riferimento nel titolo è un'espressione impiegata nel gergo statunitense per indicare un manicomio. Esiste anche una filastrocca che contiene il seguente verso: Three geese in a flock, one flew East, one flew West, one flew over the cuckoo's nest ("Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo"). Di questa filastrocca non c'è traccia nel film, mentre costituisce uno degli elementi essenziali del romanzo di Kesey. Tale espressione ha un significato simbolico: il cuculo è un uccello che non costruisce nidi, dato che utilizza i nidi di altri uccelli per deporre le proprie uova. Nel caso del film, il "nido" è rappresentato dal manicomio stesso e i pazienti al suo interno sono le 'uova' che la società (il "cuculo") ha deposto per isolarli dal mondo; il "qualcuno" che "vola" sul nido del cuculo del titolo è il personaggio interpretato da Jack Nicholson, Randle Patrick McMurphy, che con la sua presenza smaschera il carattere repressivo e carcerario dell'istituzione.
Nel 1963 un uomo di nome Randle Patrick McMurphy, incarcerato per aver fatto sesso con una quindicenne, viene ricoverato all'ospedale psichiatrico di stato di Salem per non finire ai lavori forzati. Il dottor John Spivey, primario della struttura, spiega a McMurphy che dovrà essere trattenuto solo per essere osservato e che, nel caso in cui non gli vengano diagnosticati disturbi mentali, ritornerà a scontare la propria pena in carcere. McMurphy viene assegnato al reparto gestito dall'infermiera Mildred Ratched, donna dal carattere freddo, spietato ed aggressivo, che intimidisce i pazienti.
Malgrado sappia di essere sotto osservazione, McMurphy tiene in reparto un comportamento anticonformista, non rispettando le regole che disciplinano la vita dei degenti: fa il verso a un paziente nativo americano imitando una danza tribale, non prende la propria medicina giornaliera (sputandola in faccia a un altro paziente) e gioca a basket da solo ignorando il gruppo. Quando gli viene negato di vedere le partite di baseball in TV, propone di sfondare una finestra con un pesante lavabo, ma nessuno riesce a sollevarlo dal pavimento. Successivamente si improvvisa radiocronista di un'immaginaria partita di baseball, sobilla gli altri degenti a fare rumore e così inizia ad essere preso in antipatia dall'infermiera Ratched. Qualche giorno dopo McMurphy organizza una goliardata: si impossessa dell'autobus a servizio dell'ospedale e lo usa per condurre gli altri pazienti a pescare su una barca rubata, spacciando sé stesso e gli altri per un gruppo di medici dell'istituto psichiatrico. Giocando a carte vince tutte le sigarette dei suoi compagni, costringendo la Ratched a razionarle. Ne nasce un violento parapiglia e McMurphy si scaglia contro un infermiere, anziché rimanere indifferente, come fanno tutti ad eccezione di un altro paziente e del nativo americano, il corpulento sordomuto Bromden, che McMurphy ha iniziato a soprannominare "Grande Capo". A seguito di ciò il protagonista viene creduto aggressivo e sottoposto ad elettroshock nel tentativo di placarlo.
Seguendo l'esempio di McMurphy, i degenti decidono di provare ad esprimere liberamente le proprie necessità, opponendosi alla rigida disciplina imposta dalla caporeparto. McMurphy, tra tutti i pazienti del suo reparto, stringe amicizia in particolare con Billy Bibbit, un ragazzo introverso e affetto da balbuzie che prova un autentico terrore verso sua madre, e con Bromden, e comprende quella che lui chiama "la disonestà di fondo di Mildred", per poi decidere, assieme ai degenti, di cercare di smontarla. I pazienti acquistano coscienza di essere comunque persone rispettabili nonostante le loro malattie e provano ammirazione per le aspirazioni libertarie di McMurphy. Questi intanto si è reso conto che l'ospedale psichiatrico non è un luogo adatto a lui ed è convinto di poterlo lasciare alla scadenza della pena; dopo 68 giorni, però, un inserviente gli fa capire che non sarà così, quindi McMurphy ritiene opportuno tentare la fuga.
McMurphy scopre poi che Bromden, da sempre, si finge sordomuto quando in realtà sente e parla benissimo, ed avrebbe anche le capacità per evadere ma è troppo spaventato dalle possibili conseguenze e dal mondo esterno, riuscendo tuttavia a trovare nella figura ispiratrice di McMurphy la forza per andarsene, quindi i due decidono di scappare insieme in Canada. Dopo aver corrotto la guardia di turno, organizzano una festicciola notturna per dare l'ultimo saluto ai compagni, facendo persino entrare di soppiatto due prostitute. McMurphy purtroppo si ubriaca e alla fine, anziché scappare, si addormenta sul pavimento, insieme a tutti gli altri, esausto per la baldoria. La mattina seguente l'infermiera Ratched trova il reparto sottosopra, con molti degenti addormentati per terra e Billy, che nel frattempo aveva smesso di balbettare, a letto con una delle ragazze. Billy, di fronte all'ennesima violenza psicologica subita (la minaccia della Ratched di riferire alla madre di Billy ciò che lui ha fatto), ricomincia a balbettare, viene colto dalla paura e, in preda ad un raptus, si suicida. Di fronte all'evidente responsabilità della Ratched, McMurphy reagisce violentemente e tenta di strangolarla, ma, quando sta per riuscirci, un inserviente lo stordisce. Di fronte a quest'ultimo episodio, la commissione medica si convince definitivamente che McMurphy sia un malato pericoloso e che questa sua aggressività vada curata con una lobotomia.
Mentre tutti i degenti si chiedono dove sia finito e qualcuno pensa che sia effettivamente fuggito, una notte McMurphy, appena lobotomizzato e totalmente istupidito, viene ricondotto in reparto. Bromden, vedendo il suo amico in queste condizioni, senza più coscienza e forza di volontà, decide di non abbandonarlo al proprio destino e, convinto che non valga la pena di lasciarlo vivere in quello stato, lo uccide soffocandolo con un cuscino, per poi strappare da terra il pesante lavabo di marmo visto all'inizio, scagliarlo contro la finestra e fuggire dalla breccia, correndo lontano verso la libertà, in Canada, con Taber che scoppia a ridere sguaiatamente osservando la scena.
Kirk Douglas aveva inizialmente destinato a se stesso il ruolo del personaggio protagonista fin da quando acquistò i diritti per la produzione del film. Suo figlio Michael, dopo che il padre gli ebbe ceduto la produzione, decise che Kirk era troppo anziano per quella parte. Il ruolo di McMurphy venne inizialmente offerto a James Caan, che rifiutò. Si pensò anche a Marlon Brando e a Gene Hackman, prima di assegnare definitivamente la parte a Jack Nicholson.
Il ruolo della protagonista femminile venne rifiutato da ben sei note attrici (Anne Bancroft, Tippi Hedren, Colleen Dewhurst, Geraldine Page, Ellen Burstyn e Angela Lansbury), finché Louise Fletcher l'accettò appena una settimana prima dell'inizio delle riprese.
Ellen Burstyn rifiutò il ruolo poiché all'epoca doveva prendersi cura del marito malato mentalmente. Il ruolo, cucito su misura per la Burstyn, ha portato gli inesperti a confondere tra loro le due attrici (Fletcher e Burstyn), tanto da elogiare in prima persona Ellen Burstyn per la parte in realtà interpretata da Louise Fletcher.
Le riprese si sono svolte tra il gennaio e marzo del 1975 tra gli stati dell'Oregon e della California. Per studiare la parte, gli attori hanno partecipato a delle sedute di psicoterapia insieme ai pazienti. Il film fu girato in un vero ospedale psichiatrico; Dean R. Brooks, che interpreta il dottor Spivey, era un vero medico psichiatra dell'ospedale dove è stato girato il film.
L'autore del romanzo, Ken Kesey, a causa di controversie legali con la produzione, si è sempre rifiutato di vedere il film.
Nel 1963 dal libro era stato tratto anche un adattamento teatrale di Dale Wassermann, di cui però non si è mai tenuto conto nella sceneggiatura del film. Tuttavia, l'adattamento venne elencato nei titoli di coda.
La pellicola uscì negli Usa il 20 novembre 1975 e in Italia il 12 marzo 1976. Gli incassi furono di oltre 112 milioni di dollari. Dal 1975 al 1987 la pellicola è stata proiettata nei cinematografi svedesi, ottenendo un record.
In Italia il film è stato vietato ai minori di 14 anni a causa di linguaggio scurrile.
Jack Nitzsche compose la notevole colonna sonora del film, che gli valse una nomination all'Oscar, premio che poi si aggiudicò John Williams per la colonna sonora de Lo squalo, di Steven Spielberg.
Il brano che fa arrabbiare McMurphy perché suonato a volume troppo alto è Charmaine, in una versione del 1951, suonata dall'orchestra Mantovani. La musica di tale brano fu scritta nel 1926 da Erno Rapee, le parole da Lew Pollack e fu pubblicata nel 1927 a San Francisco da Sherman, Clay & Co. Fu suonata alla fisarmonica da Gorni Kramer e cantata da Jula de Palma nel 1953 e da Frank Sinatra nel 1962.
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La pellicola ha vinto un totale di ventotto premi. Da parte dei critici ha ottenuto recensioni contrastanti. Il noto critico cinematografico Roger Ebert ha sostenuto che Qualcuno volò sul nido del cuculo «è una pellicola così buona in tante sue parti che c'è la tentazione di perdonarla quando va male, cioè nei momenti in cui insiste sul fare più grandi certi punti di quel che la storia realmente dovrebbe trasmettere, di modo che alla fine le qualità umane dei personaggi si perdono nel significato dell'insieme. Malgrado ciò ci sono dei momenti di luminosità[5]». Ebert successivamente metterà la pellicola sulla sua "lista di grandi film"[6].
Malgrado il film sia per la maggior parte svolto nel dormitorio/soggiorno di un reparto psichiatrico, vengono dibattuti temi universali e fondamentali della vita, come la contestazione, i diritti dell'individuo, la violenza sessuale sui minori, le intolleranze etnico-culturali verso i nativi americani, la letteratura americana, il disagio psichico, la follia, l'handicap e la malattia mentale in rapporto con la società. E ovviamente il film pone l'accento sulla tematica degli abusi psichiatrici, ancora e sempre attuale, che viene oggi denunciata su vari fronti, dalla Associazione telefono viola sugli abusi psichiatrici, per esempio, per aiutare i familiari a contenere gli errori terapeutici.
La gita di pesca nella baia Depoe (Oregon) è stata aggiunta alla fine e inserita a metà, forse per interrompere la ripetitività della descrizione delle sedute di psicoterapia di gruppo. Malgrado il rischio di essere noiose, queste sedute di psicoterapia non sono monotone. Ogni componente viene descritto e rappresentato con molto realismo e i personaggi sono fedeli al loro stato di malattia in ogni momento. La conduttrice delle sedute di psicoterapia di gruppo, la signora Ratched, esprime lei stessa la propria sofferenza psichica, cercando di prendere le distanze dalla malattia mentale, che pretende di chiarificare, sforzandosi di inquadrarla in un insieme di rigide regole, come se la malattia psichiatrica si potesse curare con un insieme di imposizioni. Così, la signora Ratched finisce per usare in modo autoritario la sua funzione terapeutica, rendendosi antipatica e disumana. Le fa da contraltare un paziente, il protagonista McMurphy, abituato a infischiarsene di qualsiasi regola.
Viene presentato un ospedale psichiatrico modello, con campo di basket, piscina, sala per l'idromassaggio e dormitorio. I pazienti sono suddivisi per gravità di malattia, per cui i meno gravi non devono sopportare la malattia dei più gravi. I meno gravi sono relativamente liberi e vengono spesso condotti in città con l'autobus. I medici compaiono poco, si vedono solo nei propri studi a dare disparati giudizi sulla salute mentale e sulla pericolosità di McMurphy. Inoltre nel film, vengono mostrati due metodi di terapia della malattia mentale grave comuni negli anni cinquanta, l'elettroshock e la lobotomia.
Molti critici hanno visto nel romanzo da cui è stato tratto il film una metafora della vita che anticipa il 1968, l'anno della contestazione giovanile. McMurphy e la Ratched sarebbero le due facce della stessa medaglia, come McMurphy rappresenta lo scontro violento contro l'autorità, la Ratched rappresenta quell'autorità al potere che non si può scalzare.
La serie televisiva Ratched fa da spin-off al film.
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Altri progetti
Predecessore | Oscar al miglior film | Successore |
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Il padrino - Parte II | 1976 | Rocky |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 316751608 · LCCN (EN) no2007050259 · GND (DE) 7512848-2 · BNE (ES) XX3870952 (data) · BNF (FR) cb16732665j (data) |
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