Kirikù e la strega Karabà (Kirikou et la Sorcière) è un lungometraggio animato di produzione franco-belga-lussemburghese del 1998 ideato, scritto e diretto da Michel Ocelot. La trama è basata su un racconto folkloristico dell'Africa occidentale.[1]
Kirikù e la strega Karabà | |
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Titolo originale | Kirikou et la Sorcière |
Lingua originale | francese |
Paese di produzione | Francia, Belgio, Lussemburgo |
Anno | 1998 |
Durata | 71 min |
Rapporto | 1.66:1 |
Genere | animazione, avventura, fantastico |
Regia | Michel Ocelot |
Soggetto | Michel Ocelot |
Sceneggiatura | Michel Ocelot in collaborazione con Raymond Burlet |
Produttore | Didier Brunner |
Produttore esecutivo | Didier Brunner, Jacques e Violette Vercruyssen-Wacha, Paul Thiltges, Jacqueline Pierreux, Arlette Zylberberg |
Casa di produzione | Les Armateurs, Odec Kid Cartoons, Monipoly Productions, Trans Europe Film, Studio O, France 3 Cinéma, RTBF, Canal+ |
Distribuzione in italiano | Mikado Film |
Montaggio | Dominique Lefever |
Musiche | Youssou N'Dour |
Storyboard | Michel Ocelot |
Doppiatori originali | |
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Doppiatori italiani | |
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In un piccolo villaggio africano dove sono rimasti solo anziani, donne e bambini, nasce Kirikù, un bambino minuscolo e prodigioso che fin dai primi istanti di vita è totalmente autonomo, indipendente, intelligente e in grado di badare a se stesso. Kirikù viene subito a sapere dalla madre che il villaggio è vessato dalla strega Karabà, che ha sottratto l'acqua dalla fonte del villaggio (costringendo gli abitanti a un percorso più lungo per approviggionarsene) e ha divorato tutti gli uomini del villaggio, i quali, uno dopo l'altro, hanno tentato di affrontarla invano.
L'ultimo dei fratelli della madre di Kirikù decide a sua volta di recarsi da Karabà, e suo nipote, che vuole vedere la strega, si nasconde sotto un cappello di paglia raccolto dallo zio. Karabà, sentendo la voce del piccolo, pensa che il cappello sia magico e chiede all'uomo di consegnarglielo, dicendogli che in cambio lascerà in pace il villaggio. Scoperto però che si tratta di un semplice cappello, Karabà invia al villaggio alcuni dei suoi feticci, obbligando le donne a consegnare tutti i gioielli e l'oro in loro possesso e minacciando sciagure a chi non obbedirà; una delle donne tenta di nascondere una collana, ma i feticci la scoprono e appiccano il fuoco alla sua capanna.
Tra l'incredulità e la diffidenza generale, di volta in volta il piccolo eroe riesce a sventare i piani della strega liberando i bambini rapiti dai suoi feticci e restituendo l'acqua alla tribù, dopo aver scoperto che la fonte è ostruita da un gigantesco animale che ne beve tutta l'acqua, e che il bambino elimina con un coltello arroventato.
Kirikù, ormai diventato il bersaglio principale della strega per le sue buone azioni, continua a chiedersi il motivo per cui la strega sia così cattiva, domanda a cui nessuno sembra conoscere la risposta. Da sua madre, Kirikù viene a sapere che l'unica persona che conosce e racconta sempre la verità su ogni cosa è il Saggio della Montagna, nonno di Kirikù, che vive dal lato opposto della casa della strega.
Kirikù vi si reca e, per evitare di essere scoperto dai feticci (in particolare da quello sul tetto, che sorveglia sempre la zona, il cui sguardo arriva molto lontano), si scava una galleria sotto la casa della strega usando il pugnale di suo padre. Quando, dopo aver superato i numerosi ostacoli e aver raggiunto la montagna, Kirikù si trova alla presenza del nonno, quest'ultimo gli svela il mistero: Karabà odia l'umanità in quanto soffre giorno e notte a causa di una spina avvelenata che le è stata conficcata molto in profondità nella schiena da alcuni uomini; non riesce a togliersi la spina da sola, ma non vuole che sia fatto perché ritiene che in tal modo perderebbe i poteri magici e proverebbe nuovamente il dolore atroce che ha già patito una volta. Il Saggio spiega anche che Karabà sfrutta l'ignoranza e la superstizione della gente del villaggio, in quanto la donna, in realtà, non ha mai sbranato nessun uomo e non ha introdotto nella fonte l'animale che la bloccava il quale, assetato, sarebbe entrato da solo nella fonte quando era piccolo e sarebbe poi diventato enorme a furia di bere. Gli abitanti del villaggio hanno creduto che tutto ciò sia stato opera della strega, e Karabà non ha smentito tali convinzioni per rimanere temuta da tutti, acquistando in questo modo sempre più potere.
Kirikù, inizialmente scettico, alla fine decide di architettare un piano per liberare la strega dal suo dolore e, ripercorrendo la galleria che aveva scavato all'andata, sbuca nella casa di Karabà. Qui le ruba tutti i suoi gioielli sottratti al villaggio, poi scava un buco sotto il cestino che li contiene e si fa individuare volontariamente dal feticcio sul tetto mentre li sotterra; furiosa, la strega esce per cercare i gioielli. Kirikù, nascostosi nel frattempo sugli alberi, aspetta che Karabà si chini per saltarle sulla schiena e strapparle la spina con i denti: dopo aver provato un grandissimo dolore, come temeva, Karabà cessa però di soffrire e mostra finalmente il suo lato buono e gentile, ringraziando Kirikù. Come segno di gratitudine Kirikù le chiede di sposarlo, ma Karabà obietta che è troppo giovane e che comunque non intende sposarsi con nessuno perché ritiene che dopo il matrimonio tutti gli uomini trattino le mogli come serve. Kirikù le risponde che se fosse sua moglie non la tratterebbe mai come una serva, e le chiede un bacio: Karabà glielo concede e Kirikù diventa fisicamente adulto, completando la propria essenza dato che quando è nato aveva già la mente di un adulto. I due decidono di stare insieme e tornano al villaggio.
All'inizio la gente del villaggio li vuole allontanare entrambi, volendo uccidere la strega per il male che credono che essa abbia fatto in passato, e non riconoscendo Kirikù adulto nell'uomo che l'accompagna. La madre di Kirikù però riconosce il figlio, sciogliendo ogni dubbio, e subito dopo arriva il Saggio della Montagna, accompagnato dagli uomini che avevano affrontato Karabà, spiegando che la strega non ha mai ucciso né mangiato nessuno di loro ma li aveva semplicemente tramutati in feticci obbedienti, sostenendo l'importanza del perdono. Il clima torna dunque sereno e avviene una grande e felice riunione tra tutti i personaggi.
Il film è stato distribuito nei cinema italiani il 22 dicembre 1999 da Mikado Film.
È andato in onda in prima visione su Rai 3 domenica 29 dicembre 2002, venendo trasmesso senza alcuno stacco pubblicitario dopo il programma Melevisione, che venne trasmesso eccezionalmente in prima serata alle 20:50 con la puntata speciale Una sorpresa per il re.
Dal film sono state tratte altre due pellicole midquel (episodi ambientati all'interno del primo film): Kirikù e gli animali selvaggi (2005), scritto assieme ad una squadra composita di sceneggiatori e diretto da Ocelot insieme all'animatore Bénédicte Galup (cosa più unica che rara nella filmografia del cineasta francese, solitamente unico sceneggiatore e regista delle proprie pellicole), e Kirikù e gli uomini e le donne (2012), diretto dal solo Ocelot.
Inoltre è stato prodotto un videogioco platform, Kirikù, pubblicato nel 2001 da Wanadoo e sviluppato da Étranges Libellules per PlayStation, Planet Interactive per Game Boy Color e da Krysalide per Microsoft Windows.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 299660413 · LCCN (EN) no2011056768 · BNF (FR) cb14460815w (data) |
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