La strada per El Dorado (The Road to El Dorado) è un film d'animazione del 2000 diretto da Bibo Bergeron e Don Paul (e da Will Finn e David Silverman per alcune sequenze) , terzo lungometraggio prodotto dalla Dreamworks Animation e distribuito nel cinema statunitensi il 31 marzo 2000 e italiani il 13 ottobre 2000. È il secondo film in animazione tradizionale fatto dalla DreamWorks.
La strada per El Dorado | |
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Titolo originale | The Road to El Dorado |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 2000 |
Durata | 86 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | animazione, avventura, commedia, fantastico, musicale |
Regia | Don Paul, Eric Bergeron |
Sceneggiatura | Ted Elliott, Terry Rossio |
Produttore | Brooke Breton, Bonne Radford |
Produttore esecutivo | Jeffrey Katzenberg |
Casa di produzione | DreamWorks Animation |
Distribuzione in italiano | United International Pictures |
Montaggio | John Carnochan, Dan Molina (sup.), Vicki Hiatt |
Effetti speciali | Stephen Wood, Bud Myrick |
Musiche | Hans Zimmer, John Powell (colonna sonora), Elton John, Tim Rice (canzoni) |
Scenografia | Christian Schellewald, Lorenzo E. Martinez, Damon O'Beirne |
Art director | Raymond Zibach, Paul Lasaine, Wendell Luebbe |
Character design | Carlos Grangel, Nico Marlet, Tony Siruno, |
Animatori | James Baxter, William Salazar, David Brewster, Serguei Kouchnerov, Bob Scott, Rodolphe Guenoden, Kathy Zielinski, Frans Vischer, Kristof Serrand, Sylvain Deboissy, Nico Marlet, Patrick Mate, Erik C. Schmidt |
Sfondi | Kevin Turcotte |
Doppiatori originali | |
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Doppiatori italiani | |
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Nella Siviglia del 1519, due imbroglioni di nome Tulio e Miguel vincono grosse somme di denaro scommettendo con dei dadi truccati. Giocando e riuscendo a battere un uomo di nome Zaragoza, entrano in possesso di una mappa che indicherebbe il luogo in cui sorge la leggendaria città d'oro del Nuovo Mondo, El Dorado. Subito dopo aver ottenuto la mappa, il loro inganno viene scoperto e i due, nella fuga, i due entrano accidentalmente dentro il recinto di un toro e poi finiscono imbarcati clandestinamente su una delle navi appartenente alla flotta diretta verso il Messico, il cui capitano, il malvagio e crudele Hernán Cortés, li fa imprigionare. Qualche giorno dopo, i due amici, stanchi di rimanere prigionieri, tentano di architettare un piano di fuga; a notte fonda, mentre Cortés e i suoi soldati dormono, Tulio, Miguel e Altivo, l'intelligente cavallo di Cortés, scappano a bordo di una scialuppa di salvataggio. Quando l'animale, per inseguire una mela, finisce fuoribordo, i due uomini lo accolgono a bordo, perdendo però nell'operazione tutti i propri viveri a causa delle onde provocate dalla nave.
Dopo una tempesta, il gruppo si ritrova sulle coste del nuovo Mondo e, seguendo le indicazioni della mappa, riesce a raggiungere la leggendaria città di El Dorado, dove Tulio e Miguel vengono scambiati per gli dei fondatori della città e quindi benevolmente accolti e venerati. I due però dovranno provare i loro poteri divini al sanguinario sacerdote Tzekel-Kan, che spera di servirsi del loro arrivo per ottenere il totale controllo sulla popolazione locale. Inoltre, per mettere le mani sull'oro, Tulio e Miguel devono servirsi della bella ladra di nome Chel che, avendo capito la loro reale natura ma condividendone gli scopi, farà da tramite tra loro e i potenti del luogo.
Il sacerdote intanto decide di dare il via all'era del giaguaro, nella quale tutti sono obbligati a rispettare dure imposizioni e praticare sacrifici umani. Dopo l'ennesima prova della loro divinità in una partita al gioco della palla, Miguel e Tulio proibiscono a Tzekel-Kan di sacrificar loro la squadra perdente ristabilendo la pace nella città con la cacciata del sacerdote. Egli però, notando che Miguel è lievemente ferito sul capo, comprende la loro natura umana e prepara la propria vendetta.
Nel frattempo, tra Tulio e Chel sboccia l'amore e Miguel, messo da parte, ascolta una conversazione tra i due in cui essi progettano di tenere quasi tutto l'oro per loro. Deluso dal comportamento dell'amico di una vita e sempre più affascinato da El Dorado e dalle sue tradizioni, Miguel decide che preferirà restare a El Dorado, piuttosto che tornare in Spagna con l'amico. Le sue riflessioni però sono interrotte da Tzekel-Kan che, con una potente magia, scatena per la città un gigantesco giaguaro di pietra incaricato di trovare e uccidere i due falsi dei.
Alla fine, Tulio e Miguel, mettendo da parte i propri contrasti, riescono ad avere la meglio sulla bestia facendola precipitare, assieme al sacerdote, in un mulinello collegato al fiume che attraversa la città e ritenuto l'ingresso per Xibalba. I due poi si affrontano a viso aperto decidendo di imboccare strade separate. Ma il sacerdote, ancora in vita e trasportato dalla corrente, viene ritrovato da Cortés, impegnato a seguire le tracce che Miguel, Tulio e Altivo si erano lasciati alle spalle. Riconoscendo il conquistador spagnolo come il dio delle sue profezie, Tzekel-Kan accetta di condurlo a El Dorado.
Le vedette della città annunciano l'arrivo dell'esercito di Cortés, e Tulio e Miguel si rendono conto che l'unico modo per impedire loro l'accesso alla città è bloccarne l'unico collegamento con il mondo esterno: una lunga grotta attraversata da un fiume la cui estremità esterna è celata da una piccola cascata. Per chiudere il passaggio, Tulio e Chel decidono di schiantarsi a tutta velocità con la loro imbarcazione (con la quale si apprestavano a lasciare El Dorado con tutto l'oro accumulato) contro l'uscita del tunnel facendolo così franare. Ma per una serie di inconvenienti, Miguel è costretto a intervenire salvando i due amanti dal pericolo e consentendo la buona riuscita del piano, ma perdendo la possibilità di restare per sempre a El Dorado. Il passaggio viene sigillato con successo. I due soci si riappacificano e assistono alla fine di Tzekel-Kan che, ritenuto un bugiardo da Cortés per averlo condotto in un punto in cui non esiste alcun passaggio, viene fatto prigioniero e portato via insieme all'esercito spagnolo. Tulio e Miguel, seppur delusi per aver perso il loro tesoro (ignari che Altivo ancora indossi di nascosto i ferri di cavallo d'oro), partono per una nuova avventura con Chel.
La creazione di questo film fu una sfida per lo studio perché la DreamWorks aveva destinato molti dei suoi sforzi creativi nel precedente film d'animazione, Giuseppe - Il re dei sogni uscito nello stesso anno.
I realizzatori dell'ambientazione iniziarono due spedizioni di ricerca nella penisola dello Yucatán, in Messico. Le spedizioni sono state condotte dal dottor John Pohl, il consulente storico del film, un archeologo del Fowler Museum of Cultural History della UCLA, nonché stimata autorità nel campo delle civiltà precolombiane. Avendo effettuato un dottorato comparato in archeologia e produzione cinematografica, il dottor Pohl era altamente qualificato per guidare i realizzatori nella loro ricerca di autenticità e fedeltà rispetto alle civiltà che popolavano un tempo l'attuale Messico e il centro America. Si trattava prevalentemente di popolazioni Maya[1]. Tra l'altro nel film vi sono chiari riferimenti al testo sacro Maya, il Popol Vuh, come il gioco della palla, il sacerdote giaguaro e il dio Xibalba, che vive sottoterra. Nonostante questi elementi ci facciano pensare che la popolazione abitante El Dorado (una vera riproduzione della capitale dell'impero azteco Tenochtitlán, espugnata da Hernán Cortés nel 1521) siano Maya, tale Impero cadde nel 987 d.C. per motivi non chiari, e quindi secoli prima della scoperta dell'America.
Il produttore esecutivo Jeffrey Katzenberg svela che i due protagonisti trovano le loro origini nei personaggi marginali, che spesso rubano la scena con le loro buffe trovate, caratteristici di quasi tutti i grandi film d'animazione. I realizzatori aggiungono che Tulio e Miguel si ispirano anche ai classici road movie di Bob Hope e Bing Crosby e ad altri celebri film sulle "strane coppie" di quegli anni.
Nella versione originale, la colonna sonora del film è stata composta da Elton John. In italiano è stata cantata da Agostino Penna. È stata pubblicata su etichetta DreamWorks Records.
Per il suo diciassettesimo anniversario, viene rivelato che La strada per El Dorado avrebbe dovuto avere una serie di sequel tanti quanti i film di Shrek, con il ritorno di Tulio, Miguel, Chel e Altivo in nuove avventure. Tuttavia il film non raggiunse il risultato sperato quando uscì al botteghino negli Stati Uniti e così i sequel in programma vennero annullati[2].
Il film è uscito nelle sale cinematografiche statunitensi il 31 marzo 2000, mentre in quelle italiane il 13 ottobre. La prima delle sue trasmissioni televisive in Italia è stata su Italia 1 il 27 settembre 2003[3].
Il film ha incassato 12,9 milioni di dollari nel suo primo weekend di apertura, classificandosi al secondo posto dietro al terzo fine settimana di Erin Brockovich - Forte come la verità. Il film è finito la sua uscita il 29 giugno 2000, dopo aver guadagnato $ 50,9 milioni negli Stati Uniti e in Canada e $ 25,5 milioni all'estero per un totale mondiale di $ 76,4 milioni. Sulla base del suo totale lordo, La strada per El Dorado era un flop al botteghino, incapace di recuperare il suo budget di 95 milioni di dollari[4], il che lo rende il secondo peggior flop economico della DreamWorks Animation. Questo primato appartiene a Sinbad - La leggenda dei sette mari, con un incasso di soli 26,5 milioni di dollari di fronte a un budget di quasi 60 milioni.
Su Rotten Tomatoes, il film ha un indice di approvazione del 48% basato su 105 recensioni e una valutazione media di 5,49/10. Il consenso critico del sito recita: "La storia prevedibile e i personaggi deboli rendono il film piatto."[5] Su Metacritic, il film ha un punteggio di 51/100 basato su 29 critici, indicando "recensioni contrastanti o nella media".[6] Il pubblico intervistato da CinemaScore ha assegnato al film "B+" come voto medio.
In una recensione per il Chicago Tribune, Michael Wilmington ha riassunto che "Questo film è divertente da guardare in modi che i cartoni più recenti non sono. È anche più adulto, sebbene abbia la stessa sensualità da cartone animato dei film originali. È un film vivace, anche se non per tutti i gusti. La colonna sonora di John-Rice non è così efficace come Il re leone. La sceneggiatura, sebbene intelligente, spesso sembra troppo carina e appariscente, non abbastanza emotiva."[7] Lo storico dell'animazione Charles Solomon ha osservato la mancanza di sviluppo dei personaggi, scrivendo "Tulio e Miguel si muovono bene, ma gli animatori sembrano non avere idea di chi è chi più di quanto non ne abbia il pubblico. Kevin Kline e Kenneth Branagh forniscono le voci, ma i personaggi dicono e fanno cose simili in modi simili. Chi può distinguerli?"[8]. Paul Clinton della CNN ha scritto:" L'animazione non è entusiasmante e non porta nulla di nuovo al tavolo della magia dell'animazione", lodando le canzoni di Elton John e Tim Rice, ma notando la trama debole.[9]. Roger Ebert, del Chicago Sun-Times, ha dato al film tre stelle su quattro e ha commentato che "sebbene non sia eccentrico come Z la formica o adulto come Il principe d'Egitto, è brillante e ha una buona energia, e i tipi di parentesi argute che intrattengono gli adulti ai margini della roba per i bambini."[10].
Dal film venne tratto un videogioco intitolato Oro e gloria: La strada per El Dorado. Le versioni per PC e PlayStation furono sviluppate da Revolution Software, e propongono le tipiche modalità di gioco di un'avventura grafica[11]; la versione per Game Boy Color, sviluppata da Planet Interactive, è invece un videogioco a piattaforme. Tutte le versioni sono state pubblicate da Ubisoft.
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