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Acheronte (in greco Ἀχέρων, -οντος Achèrōn, in latino Ăchĕrōn, -ontis) è il nome di alcuni fiumi della mitologia greca, spesso associati al mondo degli Inferi.

Il fiume Acheronte, in Grecia.
Il fiume Acheronte, in Grecia.

Mitologia


Secondo il mito sarebbe un ramo del fiume Stige che scorre nel mondo sotterraneo dell'oltretomba, attraverso il quale Caronte traghettava nell'Ade le anime dei morti; suoi affluenti sarebbero i fiumi Piriflegetonte e Cocito. Era conosciuto anche con l'epiteto di "fiume del dolore". L'origine del nome può derivare da ἄχερος "stagno", "lago"[1] o da ἄχος "dolore" e ῥέω "scorrere".[2]

La cosmogonia lo fa risalire all'omonimo figlio di Elio e di Gea: fu tramutato da Zeus in fiume d'acque amare, come punizione per aver dissetato i Titani che s'erano ribellati al volere divino cercando di scalare l'Olimpo.

Il dio del fiume fu poi a sua volta padre di Ascalafo avuto, a seconda delle leggende, da Orfne o da Gorgira.


Possibile localizzazione


Il principale Acheronte si trova in Epiro, regione nord-occidentale della Grecia, nei pressi della cittadina di Parga. È un immissario del lago Acherusia e nelle sue vicinanze sorgono le rovine del Necromanteion dell'Acheronte, l'unico oracolo della morte conosciuto in Grecia.


Fonti letterarie


Caronte nelle acque dell'Acheronte, disegno di Gustave Doré.
Caronte nelle acque dell'Acheronte, disegno di Gustave Doré.

Platone nel dialogo Fedone afferma che l'Acheronte è il secondo fiume più grande del mondo, superato solamente dall'Oceano: sostiene che l'Acheronte scorra in senso inverso e dall'Oceano vada verso la terra. Il termine Acheronte è stato talvolta usato come sineddoche per intendere l'Ade nella sua interezza. Virgilio parla dell'Acheronte insieme agli altri fiumi infernali all'interno della sua descrizione dell'Oltretomba, collocata nel libro VI dell'Eneide.

Nell'Inferno (canto III) di Dante il fiume Acheronte rappresenta il confine dell'Inferno per chi arriva dall'Antinferno[3].


Metafora


Destinato per l'eternità a separare il mondo dei vivi dagli inferi, nella Commedia dantesca il fiume viene varcato da quelle anime che avevano avuto degna sepoltura[4]: rappresenta pertanto la transizione da vita a morte ed anche il viaggio senza ritorno verso l'Oltretomba. Un richiamo, questo del passaggio, che si rinviene anche in un punto dell’Otello in cui Shakespeare sembra rievocare "l’immagine della nave ovidiana[5] che dalla vetta di un monte sembra guardare giù nelle valli e al fondo dell’Acheronte"[6].

Anche Catullo rievoca il fiume come metafora, quando "l’onda pallida di Acheronte lambe il piede | del fratello che tolto dal mio viso | sotto il lido retèo giace coperto"[7]. In psicologia, «molte persone che attraversano una depressione "passano l’Acheronte", sognano cioè di incontrare i loro morti, come se si consultassero con loro e chiedessero "vale la pena di essere morti come te?"»[8] Sigmund Freud pone in esergo alla sua opera più celebre, L'interpretazione dei sogni: Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo ("Se non potrò commuovere gli dei celesti, muoverò l'Acheronte").[9]


Note


  1. http://www.treccani.it/enciclopedia/acheronte_%28Enciclopedia-Dantesca%29/
  2. https://books.google.it/books?id=8igqAAAAYAAJ&pg=PA4&lpg=PA4&dq=acheronte+etimologia&source=bl&ots=Ev3DH8HHdw&sig=ns5FegxY-ESXag1EV-S3G2comq4&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjm1PPS_YLdAhXq-ioKHUAcD6sQ6AEwCHoECAEQAQ#v=onepage&q&f=false
  3. Abardo Rudy, Fra fonti, intertestualità, auto- ed eteromnesi. Lettura del canto III dell'"Inferno", Rivista di studi danteschi: periodico semestrale. LUG. DIC., 2001 (Roma: Salerno, 2001).
  4. Petrella Giancarlo, Iconografia dantesca ed elementi paratestuali nell'edizione della Commedia Brescia, Bonino Bonini, 1487, Paratesto: rivista internazionale: 10, 2013, Pisa: Fabrizio Serra, 2013.
  5. Metamorfosi, vv. 503 s.
  6. Pianezzola Emilio, La tempesta e l'assedio: Ovidio, Metamorfosi XI 410-582, Paideia: rivista di filologia, ermeneutica e critica letteraria, LX, 2005, p. 260 - Cesena (Forlì), Stilgraf, 2005.
  7. Carme 65, 5: per una sua ricaduta nella letteratura successiva, v. Paolini Paolo, Quasimodo traduttore di Catullo, carme 65 (con Foscolo e Cetrangolo), Otto Novecento: rivista quadrimestrale di critica e storia letteraria. ANNO XXVI - N. 1 - GENNAIO APRILE, 2002 - Azzate (Varese): [poi] Milano: Edizioni Otto Novecento; La Vita Felice, 2002.
  8. Benvenuto Sergio (a cura di), Zibaldone psicoanalitico, Rivista italiana di gruppoanalisi. Fascicolo 3, 2004, p. 41 (Milano : Franco Angeli, 2004).
  9. Virgilio, Eneide, VII, 312.

Bibliografia



Fonti primarie



Fonti secondarie



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[de] Acheron

Der Acheron (altgriechisch Ἀχέρων .mw-parser-output .Latn{font-family:"Akzidenz Grotesk","Arial","Avant Garde Gothic","Calibri","Futura","Geneva","Gill Sans","Helvetica","Lucida Grande","Lucida Sans Unicode","Lucida Grande","Stone Sans","Tahoma","Trebuchet","Univers","Verdana"}Achéron; neugriechisch Αχέροντας Acherondas; weitere Namen Mavropotamos Μαυροπόταμος, „schwarzer Fluss“, Fanariotikos Φαναριώτικος, nach dem Ort Fanari nahe der Mündung; albanisch Gurla) ist ein 58 Kilometer langer Fluss in Nordwestgriechenland. Er durchfließt die historische Region Epirus und ist darüber hinaus ein Topos der griechischen Mythologie.

[en] Acheron

The Acheron (/ˈækərən/; Ancient Greek: Ἀχέρων Acheron or Ἀχερούσιος Acherousios; Greek: Αχέροντας Acherontas) is a river located in the Epirus region of northwest Greece. It is 52 km (32 mi) long, and its drainage area is 705 km2 (272 sq mi).[1] Its source is near the village Zotiko, in the southwestern part of the Ioannina regional unit, and it flows into the Ionian Sea in Ammoudia, near Parga.

[es] Aqueronte

El río Aqueronte o Aquerón (en griego antiguo Ἀχέρων Achérōn, 'Doloroso') está situado en el Epiro, región noroccidental de Grecia. Nace cerca de la ciudad de Zotiko, en el suroeste de la unidad periférica de Ioánina, atraviesa las unidades periféricas de Tesprotia y Préveza, y desemboca en el Mar Jónico formando el delta del pueblo Ammoudiá, cerca de Parga.
- [it] Acheronte

[ru] Ахерон

Ахеро́н (др.-греч. Ἀχέρων, греч. Αχέρων) — река в эпирской области Теспротии, протекающая в верхнем течении гористую местность (ныне Какозули), затем проходящая через узкое ущелье, длиной 5 км, и продолжающая своё течение на равнине Эпира — Фаранион, переходящая в болотистую местность (Acherusia palus), воды которой стекают в Элейскую гавань. Длина — 58 км[1].



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