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Anfinomo (in greco antico: Ἀμφίνομος, Amphínomos) è un personaggio dell'Odissea. Principe di Dulichio, è uno dei Proci, i pretendenti alla mano di Penelope, e tra essi l'unico portatore di kalokagathia, essendo caratterizzato da grande bellezza e da una natura non propriamente malvagia.

Anfinomo
SagaOdissea
Nome orig.Ἀμφίνομος
Epitetovalente, divino, illustre figliuol di Niso
1ª app. inOdissea di Omero, IX secolo a.C. circa
Luogo di nascitaDulichio

Il mito



Anfinomo nell'Odissea


Anfinomo è figlio del re Niso di Dulichio, e il più bello tra i Proci (più volte Omero lo dice "divino"). Si dimostra uno dei pretendenti più insistenti, ma è al tempo stesso quello meno tracotante, essendo l'unico caratterizzato dalla pietas verso uomini e divinità; nell'impresa di sottrarre il regno a Odisseo e di uccidere suo figlio Telemaco si dichiara infatti disponibile a farlo soltanto nel caso che siano a volerlo gli dei (libro XVI). Per la sua assennatezza Odisseo tenta di salvargli la vita: Anfinomo infatti è l'unico tra i pretendenti che si rivolge in maniera non sprezzante al mendicante sotto le cui spoglie si cela prodigiosamente l'eroe, e perfino gli porge due pani bianchi e una coppa di vino (libro XVIII). Odisseo liba e si augura che un dio conduca il giovane lontano dalla reggia dove s'appresta il ritorno dell'eroe, ma Anfinomo, senza proferir verbo, torna a sedersi fra gli altri pretendenti, turbato da quelle parole ma incapace di mutare il proprio fato ("avvinto da Pallade Atena", dice Omero). Andrà dunque incontro al suo destino di morte, trafitto dalla lancia di Telemaco (Libro XXII).


Altri pareri


Secondo alcuni autori minori[1] Penelope non rimase fedele al marito, tradendolo appunto con Anfinomo. Per questo la donna sarebbe stata scacciata o addirittura uccisa da Odisseo.


Omonimia


Questo Anfinomo non va confuso con un omonimo personaggio mitologico che insieme a suo fratello Anapia salvò i propri genitori da una colata lavica dell'Etna, e quasi sembrava che al loro passaggio la lava per rispetto si ritraesse. L'episodio di Anfinomo e Anapia è narrato nell' Appendix Vergiliana.


Note


  1. Apollodoro nell'"Epitome", 7, 39-40

Bibliografia


Fonti primarie
Fonti secondarie

Voci correlate


Portale Letteratura
Portale Mitologia greca

На других языках


[fr] Amphinomos

Dans la mythologie grecque, Amphinomos (en grec ancien Ἀμφίνομος) est le fils de Nisos et petit-fils d'Arétès, nobles de l'île de Doulichion et l'un des prétendants de Pénélope, considéré comme le plus sage et le plus beau. C'est lui qui fait rappeler les éclaireurs et vigies en embuscade, après avoir déjà demandé de renoncer au complot détourné par Télémaque à son retour de Pylos ou au moins d'attendre un message favorable des Dieux pour agir. Malgré l'avertissement d'Ulysse, il a été contraint par Athéna de rester. Il a été tué par Télémaque, qui lui plante sa lance dans le dos au cours du massacre des prétendants.
- [it] Anfinomo

[ru] Амфином

Амфино́м (др.-греч. Ἀμφίνομος) — в греческой мифологии один из женихов Пенелопы, родом с Дулихия. Сын Ниса[1].



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