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Anfitrite (in greco antico: Ἀμφιτρίτη, Amphitrìtē) nella mitologia greca è la sposa di Poseidone e madre di Tritone. È una delle Nereidi ed ha i capelli neri e veste un'armatura di colore verde. In arte veniva rappresentata come giovane e bella, o seduta in trono o vicino a Poseidone, o ancora su un carro con lui, circondata da un seguito di Tritoni e Nereidi in groppa a cavalli, tori ed altri animali marini; in generale, porta i capelli sciolti sulle spalle ed ha i regali attributi del diadema e dello scettro.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Anfitrite (disambigua).
Anfitrite
Anfitrite con il tridente, statua del Louvre
Nome orig.(GRC) Ἀμφιτρίτη
SpecieDea nereide
SessoFemmina

Nella mitologia romana, viene chiamata Salacia. è responsabile della trasformazione di Scilla, in quanto consultò la maga Circe che le fece gettare in mare delle erbe magiche che la trasformarono in un mostro.


Mitologia



Nella Teogonia


Nella Teogonia di Esiodo è figlia di Nereo e Doride, da cui Nereide, mentre è figlia di Oceano e di Teti secondo Apollodoro, che infatti l'annovera sia fra le Nereidi che fra le Oceanidi.


Nell'epica omerica


la Fontana di Anfitrite nella Place Stanislas di Nancy, opera del 1751 di B. Guibal
la Fontana di Anfitrite nella Place Stanislas di Nancy, opera del 1751 di B. Guibal

Nell'epica omerica non è completamente personificata: là sul mare aperto, fra i flutti di Anfitrite[1]; il suo epiteto Halosydne ("allevata dal/nel mare") è condiviso da Teti[2][3].

Non volendo prendere marito, cercò protezione da Poseidone presso Atlante. Scovata da un delfino mandato dal dio del mare, fu costretta a sposarlo. Dal marito ebbe quattro figli: Tritone, Rodo, Cimopolea e Bentesicima. Tuttavia, non si dimostrò vendicativa nei confronti delle amanti segrete di Poseidone, al contrario delle cognate Era e Persefone. L'unica amante di cui si vendicò fu Scilla, o, secondo altre versioni, Medusa.

Nell'Odissea è dipinta come colei che spinge le onde contro gli scogli e si compiace circondarsi di delfini, cani e altri mostri marini.


Nella cultura latina


Ai Romani Anfitrite fu sconosciuta: nella mitologia latina, infatti, si chiamava Salacia; quando i poeti latini usano la parola "Anphitrite" la intendono in senso di "mare"[4].


Note


  1. Omero, Odissea III.101.
  2. Omero, Odissea IV.404.
  3. Omero, Iliade, XX.207.
  4. Ovidio, Metamorfosi, I, 14.

Bibliografia



Voci correlate



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- [it] Anfitrite

[ru] Амфитрита

Амфитри́та (др.-греч. Ἀμφιτρίτη) — в древнегреческой мифологии[5] одна из нереид, по Гесиоду, дочь морского бога Нерея и Дориды (либо дочь Океана и Тефии, согласно Псевдо-Аполлодору). Жена Посейдона, мать Тритона, Роды и Бентесикимы[6].



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