Issione (in greco antico:Ἰξίων, Ixìōn) è un personaggio della mitologia greca. Fu un re dei Lapiti, la più antica tribù della Tessaglia[1].
Issione
Issione nel Tartaro e legato alla ruota in un'illustrazione di Bernard Picart.
Nomeorig.
Ἰξίων
Sesso
Maschio
Professione
Re dei Lapiti
Genealogia
A causa del particolare mito di cui è protagonista questo personaggio, le gesta di Issione sono state più volte riprese dai mitografi e per questo motivo la sua ascendenza varia.
Secondo Igino è figlio di Ares o di Leonteo[2], di Antione e Perimele (scrive invece Diodoro Siculo)[3], o di Flegias, secondo Strabone[4].
Si sa che fu sposo di Dia (figlia di Deioneo)[5] e tutti gli autori concordano che sia il padre di Piritoo[6][7][8][9], eccetto Omero che nell'Iliade lo fa concepire da Zeus[10].
Secondo Apollodoro dalla sua unione con Nefele nacque il centauro Euritione[11].
Mitologia
Issione, dopo il matrimonio con Dia, non consegnò i doni che aveva offerto per la mano della sposa e così il suocero si vendicò rubandogli alcuni cavalli[12]. Issione sulle prime non si mostrò risentito ma dopo averlo invitato a una festa a Larissa violò la Xenia e lo uccise facendolo cadere in un letto pieno di legna e carboni ardenti. Questo atto, però, fece sì che i re dei regni a lui confinanti rifiutassero di eseguire i rituali per la sua purificazione e così lui impazzì e andò a vivere come un esiliato.
Fu poi perdonato da Zeus e ritornò nel suo regno, ma quando fu invitato a un banchetto non si accorse che la donna che stava desiderando non era la dea Era, bensì una donna creata da Zeus stesso (con una nuvola chiamata Nefele) e fu colto in flagrante nel tentativo di amplesso. Così il dio, irato, lo consegnò a Ermes perché lo torturasse e flagellasse senza pietà[11] e fino a quando non avesse ripetuto: "I benefattori devono essere onorati".
Fu poi gettato nel Tartaro e legato a una ruota con l'intervento di Ermes ed Efesto e fu condannato a girare in eterno nella volta
celeste[13].
Si dice che solo quando Orfeo suonò la sua lira per salvare Euridice la ruota di Issione si fermò per qualche secondo.
Secondo Apollodoro, Issione riuscì a possedere Nefele e da questa unione nacque un centauro[11].
Influenza culturale
Verrà poi ripreso[nonchiaro] da Schopenhauer, nella sua concezione dell'arte come liberazione. Issione è anche protagonista, insieme a Nefele, del primo dei Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, intitolato La nube.
Un'interessante interpretazione del mito di Issione in chiave naturalistica chiama in causa l'anello solare a 22° che si manifesta in occasione di un imminente peggioramento del tempo meteorologico[14].
Fonti
Pseudo-Apollodoro, Epitome (I, 20).
Diodoro Siculo, Biblioteca Storica (IV, IV, 12, 69-70).
Valeri Claudia, Prometeo e Issione puniti da Zeus: breve nota su una bottega puteolana di orizzonte microasiatico, Mélanges de l'École française de Rome: antiquité: 122, 2, 2010, p. 431 (Roma: École française de Rome).
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